10° Rapporto Sanità CREA – Tor Vergata
Un Servizio Sanitario Nazionale che sembra in grado di uscire dal grave disequilibrio finanziario che lo afflitto da ormai troppi anni ma che deve trovare le risorse per affrontare nuove sfide: in primis quelle degli investimenti e della capacità di recepire, applicare e diffondere l’innovazione. Questo, in estrema sintesi, il quadro che emerge dal 10° Rapporto Sanità CREA – Tor Vergata presentato oggi dal Professor Federico Spandonaro.
10° Rapporto Sanità CREA Tor Vergata: gli outcome
Molteplici ed importanti i punti messi in luce dal 10° Rapporto Sanità CREA – Tor Vergata che necessitano di essere metabolizzati e valutati. Vediamo i principali:
- dal 2005 al 2012 il disavanzo del Servizio Sanitario Nazionale si è ridotto del 79,5%. Gran parte dei “risparmi” sono, però, per ora da attribuirsi alle azioni messe in atto nei confronti del privato settore privato. Quindi, non è ovvio che le politiche di accentramento regionale abbiano prodotto effetti eclatanti di risparmio sul settore pubblico. Il taglio dei posti letto, se ha ridotto i medesimi del 25% ha però generato una riduzione del personale pari solo al 9%;
- rimane un divario importante nella spesa sanitaria delle varie regioni: fra la Valle d’Aosta e la Campania il differenziale di spesa è del 48,3% (€ 3.184 vs. € 2.147). I cittadini del Sud hanno una spesa pro-capite di circa il 50% inferiore a quella di molte Regioni del Nord;
- una notizia sorprendente contenuta nel 10° Rapporto Sanità CREA – Tor Vergata, e che contraddice ciò che si è pensato per anni, è che l’invecchiamento non porterà alla bancarotta del sistema sanitario italiano.Infatti, i tassi di cronicità di alcune patologie croniche si sono ridotti grazie alla prevenzione e le nuove tecnologie hanno ridotto in molti casi il ricorso all’ospedalizzazione. Ulteriori risparmi si sono ottenuti grazie alle genericazioni, che permettono oggi di curare le cronicità con costi molto più bassi. In realtà, anche grazie al fatto che assistiamo ad un progressivo spostamento in avanti dell’età nella quale insorgono le malattie croniche, sono gli ultimi dieci anni della vita dell’individuo a generare il maggior costo per il SSN;
- la prevenzione, purtroppo, non cresce come dovrebbe. I miglioramenti negli ultimi anni di indicatori attinenti a fattori di rischio (specie obesità infantile e riduzione del consumo di tabacco) risultano non soddisfacenti. Rimangono poi enormi le variabilità regionali in tema di adesione agli screening obbligatori. In generale, l’investimento nelle politiche di promozione degli stili di vita salutari è insufficiente e a livello regionale è presente il rischio che le risorse per la prevenzione siano distolte per coprire altre voci di spesa o contenere i disavanzi;
- la Non Autosufficienza è un settore problematico. Considerando l’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI), nel 2012 la sola Emilia Romagna supera il 10% di anziani over 65 assistiti a domicilio e ben 11 Regioni rimangono sotto il 4%. Ma – sorpresa – non è un problema di soldi. Infatti, per la non-autosufficienza nel 2012 si sono spesi circa 27,7 mld. In complesso, l’1,8% del PIL, valore non dissimile a quello medio europeo. Il problema sta nella gestione: l’eccessivo frazionamento dei fondi e delle relative responsabilità, il conseguente sovrapporsi delle prestazioni, criteri d’accesso alle prestazioni disomogenei, sono le criticità più evidenti.
- la capacità di investimento sembra essere l’elemento di sistema più in sofferenza, e in particolare mette a rischio l’innovazione. Ciò si declina anche nella difficoltà a rendere fruibili le nuove soluzioni: ad esempio, i consumi italiani dei nuovi farmaci autorizzati a livello europeo (EMA) negli ultimi 5 anni, sono radicalmente inferiori a quelli medi di Francia, Germania, Regno Unito e Spagna,
Se questa è la situazione dipinta dal 10° Rapporto Sanità CREA Tor Vergata e se le criticità maggiori sembrano essere quelle di un SSN uguale per tutti, in qualsiasi regione il cittadino si trovi, dunque più equo, nonché la scarsa capacità di gestire l’innovazione, le soluzioni possibili non sono rose e fiori.
10° Rapporto Sanità CREA – Tor Vergata: le soluzioni
Perdurando la crisi economica, la strada da intraprendere per sostenere gli investimenti sembra obbligata: la ridefinizione delle priorità degli interventi pubblici, selezionando quelli più meritori, ovvero quelli che impattano di più sui bilanci delle famiglie e quindi possono creare barriere all’accesso. La selettività passa per una radicale riforma delle esenzioni e delle compartecipazioni (ticket), ma data la nota incapacità italiana di combattere l‘evasione, come second best, potrebbero anche essere prese in considerazione politiche di delisting (dal prontuario). Nel settore farmaceutico, nel 2013, ad esempio, il 36,7% del consumo di classe A è stato a fronte di confezioni con prezzo inferiore a € 10. Si tratta di un consumo che ammonta a circa € 3,25 mld. (di cui € 1 mld. per le confezioni sotto € 5) di cui basterebbe “selezionare” la metà per garantire ampia sostenibilità alle innovazioni in arrivo sul mercato.
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