La Sindrome dello Stretto Toracico
La Sindrome dello Stretto Toracico può presentarsi con sintomi diversi. Dolore a dita, mani, avambraccia, braccia e spalle, seguito da formicolio e disturbi della sensibilità con sensazione di caldo/freddo a carico soprattutto della mano. Debolezza muscolare con difficoltà a prendere pesi con il braccio. Tutte queste sgradevoli sensazioni potrebbero rappresentare i sintomi della Sindrome dello Stretto Toracico.
Che cos’è la Sindrome dello Stretto Toracico ?
Le strutture nervose, le arterie e le vene che innervano ed irrorano il braccio attraversano una regione compresa tra il collo, clavicola e braccio chiamata per le sue anguste dimensioni stretto toracico superiore.
La Sindrome dello Stretto Toracico è una patologia che deriva dalla compressione delle strutture nervose e vascolari a livello del collo, regione latero-cervicale, della clavicola e della radice dell’arto superiore e la cui sintomatologia riflette questa tipologia di compressione con problematiche di tipo vascolare e nervoso.
Le strutture anatomiche interessate sono: il plesso brachiale, importante per la sensibilità e la motilità della spalla e dell’arto superiore; l’arteria succlavia che fornisce sangue ossigenato alla spalla ed all’arto superiore e la vena ascellare che drena, cioè porta il sangue ormai privo di sostanze nutritive, dall’arto superiore verso il cuore.
La Sindrome dello Stretto Toracico: le Cause
La compressione delle strutture nervose e vascolari, si verifica quanto si riduce lo spazio, già di per se angusto in cui queste decorrono. La riduzione dello spazio può essere causata da anomalie ossee, muscolo-tendinee e legamentose che possono diventare fattori compressivi in occasione di variazioni posturali del collo, della spalla e soprattutto dell’arto superiore.
Tali anomalie possono essere congenite o acquisite. Quelle congenite sono presenti dalla nascita e danno sintomatologia con l’accrescimento, e quindi la Sindrome dello Stretto Toracico si instaura in giovane età. Le anomalie acquisite invece sono la conseguenza di malattie che interessano le strutture ossee e/o muscolari con compromissione della loro normale struttura e che conseguentemente possono portano alla sindrome.
Le anomalie congenite più frequenti possono essere, ad esempio, la presenza di una costa soprannumeraria, una clavicola più spessa e l’ipertrofia muscolare anomala, aumento cioè dello spessore dei muscoli. Quelle acquisite invece sono esiti di fratture ossee mal consolidate. Di conseguenza tutto questo porta ad una riduzione dello spazio in cui decorrono i vasi nervosi, arteriosi e venosi con la loro conseguente compressione.
La sede più frequente della compressione che può generare la Sindrome dello Stretto Toracico è lo spazio angusto, sempre esistente, tra la prima costa (o costola) e la clavicola, in cui decorrono proprio i nervi ed i vasi sanguigni. Tale spazio costo-clavicolare ha una geometria variabile, una parte fissa (la costa) e da una parte mobile (la clavicola ed il muscolo succlavio). Lo spazio normalmente si modifica con il variare della posizione dell’arto superiore e quando ci sono strutture che lo delimitano, più spesse della norma, allora ecco che la compressione può raggiungere livelli tali da creare dei disturbi.
I Sintomi
Come si è detto, il sintomo più caratteristico della sindrome dello stretto toracico superiore e’ il dolore. Esso coinvolge le dita, la mano, l’avambraccio, il braccio e la spalla. Seguito da parestesie, cioè formicolio e disturbi della sensibilità con sensazione di caldo/freddo a carico soprattutto della mano. Infine, debolezza muscolare con difficoltà a prendere pesi con il braccio.
Come si effettua la diagnosi ?
La diagnosi è clinica, un esame obiettivo neurologico con valutazione anamnestica comprendente il tipo di lavoro che il paziente svolge, la modalità di insorgenza del dolore, cioè durante quali movimenti e la sede del dolore possono già di per se’ porre le basi per una diagnosi.
Sicuramente l’esame funzionale essenziale e’ l’ecocolorDoppler arterioso e venoso.
L’ecocolorDoppler arterioso e venoso è un esame funzionale in cui ponendo la sonda ecografica in determinati punti sopra e sotto la clavicola, a livello ascellare, del braccio e dell’avambraccio, permette di valutare le caratteristiche anatomiche dei vasi arteriosi e venosi e di valutare le caratteristiche del flusso di sangue sia arterioso che venoso.
Permette cioè di valutare il decorso dei vasi, quindi valutare se vi siano strutture delimitanti il loro decorso che le comprimono, ma soprattutto di poter valutare il flusso all’interno di questi vasi. Il flusso arterioso e venoso infatti presenta delle caratteristiche (velocità, resistenza, ecc) che si modificano quando sia presente una deformità della parete, causata ad esempio da compressione esterna.
Inoltre, l’ecocolordoppler è un esame fondamentale perché unico, in quanto permette di valutare le caratteristiche anatomiche dei vasi e le caratteristiche del flusso in dinamica, cioè durante i movimenti dell’arto. Criterio di valutazione, quest’ultimo, essenziale poiché non può essere altrimenti simulato da nessuna altra indagine diagnostica strumentale, Rx, Tac, e risonanza magnetica.
Certamente in caso di positività dell’ecocoloDoppler, cioè in presenza di un’alterazione del flusso sanguigno in statica e/o in dinamica, occorre approfondire l’aspetto anatomico con le indagini elencate in precedenza. Sarà utile l’ elettromiografia per valutare la funzionalità dei nervi che decorrono attraverso lo stretto toracico superiore.
Il Trattamento della Sindrome dello Stretto Toracico
Il trattamento della sindrome dello Stretto Toracico potrà essere fisioterapico e/o chirugico. Il primo, non invasivo è rivolto al miglioramento della postura cervicale, all’apertura dello spazio costo-clavicolare con elevazione della spalla e ginnastica respiratoria.
Il secondo, invasivo, è rivolto alla rimozione dei elementi che causano il restringimento dello stretto toracico.