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Funghi: come evitare il pronto soccorso !

I funghi sono più pericolosi di quanto non si pensi. Basta guardare al caso di Firenze: dei 2.506 accessi in pronto soccorso per patologie riconducibili al consumo di alimenti e acqua nel corso del 2012, il 13% è riconducibile all’assunzione di funghi (318). Cifre non indifferenti, e probabilmente sottostimate, dal momento che spesso gli accessi vengono classificati come “intossicazione non specificata”.

Raccogliere i funghi ma con prudenza

Dunque, raccogliere i funghi è un’attività che richiede di osservare le basilari regole di sicurezza da affiancare alla conoscenza dei funghi tenendo conto della possibilità che alcuno di essi possono causare intossicazioni anche molto gravi.

La raccomandazione è sempre quella di raccogliere e consumare solo funghi che si conoscono perfettamente, ricordandosi che è facile sbagliare perché esistono molti funghi simili fra loro, ricorrendo ai micologi iscritti al registro nazionale per identificare quelli che lasciano nel dubbio e possono procurare spiacevoli episodi.

Oltre che ai funghi tossici occorre far attenzione ai macromiceti commestibili – quindi anche quelli acquistati – ma consumati in cattivo stato di conservazione: l’intossicazione che ne deriva in caso di consumo, anche se ben cotti, è per sintomatologia tale a quella riscontrata in caso di consumo di funghi tossici a sindrome gastrointestinale.

Funghi precauzioni: il decalogo UNPISI

L’Unione Nazionale Personale Ispettivo Sanitario D’Italia – UNPISI ha diffuso un decalogo per la raccolta ed il consumo dei funghi che riportiamo qui a seguire.

Funghi: regole per la raccolta

Iniziamo dalla raccolta dei funghi spontanei. Quali sono le regole da seguire ?

  • evitare la raccolta indiscriminata di tutti i funghi rinvenuti, poiché solo alcune specie risultano essere eduli, ciò provoca un danno all’ecosistema;
  • i funghi vanno raccolti interi e non in stato d’alterazione (ammuffiti, fradici ecc. );
  • i funghi raccolti si trasportano in contenitori rigidi ed aerati (ad es. cestini di vimini) che consentano l’ulteriore disseminazione delle spore, inoltre così si evitano fenomeni di compressione e di fermentazione dei funghi;
  • non raccogliere i funghi in aree sospette d’inquinamento (come es.: discariche, lungo arterie stradali ecc. )
  • non fidarsi di presunti “esperti”, far controllare tutti i funghi raccolti solo dagli Ispettori Micologi delle ASL.

Consumare i funghi in sicurezza

  • non esistono metodi empirici (quali le prove con l’aglio, monete d’argento ecc. ) per verificare se un fungo sia edule o velenoso;
  • la cottura, l’essicazione o altri sistemi non servono a svelenare i funghi mortali (Amanita phalloides e altri) le tossine sono termostabili e quindi non perdono la loro tossicità;
  • tutti i funghi vanno mangiati ben cotti da crudi essi sono scarsamente digeribili, se non addirittura velenosi (il comune “chiodino” Armillaria mellea è tossico se non è effettuata una prebollitura di almeno 15-20 minuti prima della cottura definitiva) perché contengono tossine termolabili le quali si degradano alla cottura;
  • non si devono somministrare i funghi ai bambini, donne in stato di gravidanza o persone che presentino intolleranza a particolari farmaci o disturbi allo stomaco, al fegato ed al pancreas senza il consenso del medico.

Funghi freschi spontanei: le precauzioni per l’acquisto

  • prima dell’acquisto verificare che la cassetta o l’involucro contenente i funghi siano muniti di un’etichetta attestante l’avvenuto controllo micologico da parte degli Ispettorati Micologici ASL deputati per legge al controllo e/o da Micologi aziendali abilitati alla certificazione;
  • nel caso non sia presente il cartellino di controllo si consiglia di non acquistare il prodotto e di segnalare il fatto agli organi preposti al controllo degli alimenti (Tecnici della Prevenzione delle ASL, N.A.S. ecc. ).

Avvelenamento da funghi: cosa fare ?

  • se dopo aver consumato dei funghi insorgono disturbi recarsi immediatamente al più vicino Pronto Soccorso;
  • portare tutti gli avanzi dei funghi disponibili, compresi quelli gettati in pattumiera, utili ai fini del riconoscimento;
  • non tentare “terapie” autonome.
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