Le Interviste

L’oro verde della Sabina – intervista a Stefano Petrucci

L’abbinamento tra Sabina e olio non è certo dei più originali, ma è profondamente vero. Perché dai tempi di Roma antica chi ha scritto di Sabina ha parlato del suo olio. Perché una pianta di duemila anni, la più grande del mondo, vive tra le sue colline e gli oliveti riempiono ogni angolo del suo paesaggio. Perché è l’olivo a dettare i ritmi della vita delle comunità, dove ogni famiglia possiede le sue piante e ne trae il proprio olio.

Ma, si sa, il mondo si trasforma ed anche l’economia cambia i suoi equilibri: così, oggi,la Sabinaed il suo olio si trovano ad affrontare nuove sfide che sono fatte di mercati molto più ampi dei suoi antichi confini, di consumatori molto più attenti ma anche alla ricerca di prodotti di qualità importante.

La persona migliore per capire il percorso preso dall’olio sabino è certamenteStefano Petrucci, Presidente del Consorzio di Tutela dell’Olio Sabina DOP.

Presidente Petrucci, se è fuor di dubbio che l’olio sia in termini di cultura e di immagine il blasone della Sabina, cosa rappresenta in termini economici l’oleicoltura nel complesso dell’economia sabina ?

In termini economici è ancor oggi la principale fonte di sostentamento dell’imprenditoria agricola Sabina. Nonostante il settore sia in crisi genera comunque reddito nelle attività connesse come l’Agriturismo e la trasformazione. Quest’ultime in costante crescita sia in termini di fatturato che con la creazione di nuove aziende. Il patrimonio olivicolo della Sabina è la principale risorsa per il turismo e l’enogastronomia ma per per quadrare il cerchio è necessario che tutti gli operatori della ristorazione capiscano che solo utilizzando l’olio certificato Sabina Dop faranno un salto di qualità nei confronti dei loro clienti e contemporaneamente salvaguarderanno anche il paesaggio della Sabina, ormai si vedono sempre più spesso degli oliveti completamente abbandonati da molti anni.

Tradizionalmente la grande maggioranza degli oleicoltori sabini hanno dimensioni produttive che si conciliano meglio con l’autoproduzione che con la commercializzazione. Cosa state facendo per favorire l’evoluzione del settore ?

Il problema della Sabina non è legato all’autoproduzione di per se molto positiva sia per la conservazione del territorio e la sua tutela ambientale sia per la salvaguardia delle proprie tradizioni e delle proprie radici culturali. Il problema risiede in quella fascia intermedia che è sopra l’autoproduzione ma non è sufficiente per creare una impresa. Ovvero le produzioni da 5 a 20 quintali di olio da sole  non sono in grado ne di essere redditizie ne di creare una impresa. Noi non possiamo fare nulla perché questa è un problema di carattere patrimoniale dove solo una legge regionale con importanti agevolazioni fiscali e/o attraverso il Piano di Sviluppo Rurale può incentivare l’accorpamento fondiario riducendo il numero di aziende improduttive e così favorendo la creazione di produttive di reddito e di lavoro.

Competere sul mercato nazionale ed all’estero significa anche poter contare su un marketing ed un brand unitario ?

Si senz’altro. Proprio per questo abbiamo realizzato un nuovo packaging  che tutti i produttori certificati DOP possono adottare per il loro prodotto proprio per trasmettere con chiarezza origine e tradizione del prodotto. Infatti la nostra principale preoccupazione è offrire ai consumatori un olio garantito, certificato e chiaramente riconoscibile sul mercato. Si tratta di aspetti fondamentali in un mercato in cui è facile per il consumatore incappare in prodotti di cui non è chiara la provenienza e tantomeno la reale qualità.

Come fa il Consorzio di Tutela a garantire la qualità del prodotto DOP ?

Le rispondo con quello che è scritto sulle nostre bottiglie: GARANTITO DAL MINISTERO AGR….ETC – ovvero noi insieme con gli altri organi di vigilanza concorriamo a garantire i consumatori sulla qualità e tipicità dell’olio sabina DOP. La nostra è una certificazione di prodotto e non di azienda ovvero tutte le bottiglie o lattine in commercio sono state precedentemente analizzate. Da quest’anno è diventato operativo il nostro Agente di Vigilanza che sarà orientato più all’attività di prevenzione considerato che la nostra DOP non è ancora stata oggetto di truffe significative.

In questo momento state predisponendo una campagna promozionale su scala nazionale per l’olio della Sabina. Come l’articolerete ?

La campagna promozionale sarà realizzata sulle reti Mediaset a valle di un processo sinergico che ha consentito di fare sistema con altre realtà Istituzionali. Le prime sono sicuramente le CCIAA di Rieti e CCIAA Roma con i quali stiamo sviluppando un piano per la realizzazione di cartelli su tutto il territorio della Sabina, in collaborazione con le Province ed i Comuni interessati, per ricordare a tutti i turisti che qui si produce il Sabina Dop. Insieme al Comune di Fara In Sabina è in corso la realizzazione del progetto pilota che coinvolgerà i ristoranti con lo scopodi stipulare un patto con i ristoratori e lanciare il consumo dell’olio sabina dop sui ns ristoranti. Presenteremo sempre il nuovo packaging in tutte le forme pubblicitarie utilizzate e nei ristoranti. Alla fine di questo percorso che durerà almeno 18 mesi speriamo di farci riconoscere dai consumatori.

Per concludere: con l’estate in avvicinamento, i turisti che visiteranno la Sabina, che occasioni avranno di assaggiarne l’olio e, magari, di portarsene anche un po’ a casa ?

Sono previste varie giornate dell’olio Sabina Dop, ad esempio il 4 giugno a Castelnuovo di Farfa. Stiamo in particolare cercando di inserirci nelle feste di maggiore prestigio sul ns territorio per proporre un approccio ad un prodotto di qualità che non può essere svilito in una bancarella con la bruschetta. Proponiamo degustazioni ed abbinamento con il cibo oltre a convegni per approfondire i tempi più importanti rivolti ai consumatori ed in alcuni casi anche ai produttori.

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Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ consigliere d’amministrazione di SanaRes, la prima rete d’imprese italiana nel comparto sanitario. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.