Intervista a Nicola Illuzzi
Nicola Illuzzi, 46 anni, dentista, eletto per la prima volta al Consiglio Regionale del Lazio con la Lista Polverini, ha assunto la carica di Vicepresidente della Commissione Sviluppo Economico, Ricerca e Innovazione, Turismo ed è membro Commissione Piccola e media impresa, commercio e artigianato. Evidentemente, per il suo curriculum, non può che essere inserito tra le nuove leve della politica e, soprattutto, un’espressione della “società civile” e non un politico di professione. Con lui, SalutePiù ha cercato di tracciare un bilancio di questo suo primo anno di mandato.
Onorevole Illuzzi, dalla sua elezione in Consiglio Regionale è passato un anno. In questi dodici mesi per la salute dei cittadini del lazio quali sono stati i suoi impegni?
Ho cominciato a lavorare ai temi che più mi stanno a cuore come cittadino e politico. Primo tra tutti quello della salute pubblica. Come Consigliere, uno tra i primi impegni è stato quello di visitare il Pronto Soccorso del San Camillo. Dopo aver presentato alla Pisana un’interrogazione sul nosocomio più grande d’Europa e punto di riferimento del sistema ospedaliero del Lazio, ho voluto rendermi conto personalmente della situazione interna al Dea. Sono tornato poi, come promesso, a dicembre per verificare la realizzazione delle azioni migliorative auspicate durante la prima visita. Ho presentato tra le altre, un’interrogazione sull’ECM, l’educazione continua in medicina. I crediti formativi ECM rappresentano la misura dell’impegno che ogni operatore della sanità dedica all’aggiornamento e al miglioramento della propria professionalità, con lo scopo finale di poter garantire al cittadino, attraverso l’aggiornamento professionale un’ assistenza qualificata. Ho organizzato e moderato convegni come quello ad esempio svoltosi a settembre a Roma, che aveva come temi: il fenomeno dell’abusivismo odontoiatrico, la pubblicità sanitaria odontoiatrica ingannevole, il turismo odontoiatrico nei paesi dell’ est Europa, tutti fenomeni sempre più dilaganti nel nostro paese che, approfittando spesso della poca informazione dei cittadini, ne mettono spesso a repentaglio la salute.
La Regione Lazio ha da pochi mesi approvato il Piano Turistico Triennale del Lazio che contiene almeno due obiettivi di forte interesse per la Sabina. Il primo è quello di sostenere i Comuni per una migliore gestione dei flussi turistici, ed in particolare migliorare la fruibilità dei borghi storici minori con lo sviluppo dell’albergo diffuso. In concreto, quali azioni metterete in campo?
Abbiamo puntato a migliorare la disponibilità del potenziale turistico dei borghi e dei centri storici minori del Lazio unendo la ricettività dell’ ospitalità diffusa ad un’offerta integrata di servizi. E’ indispensabile puntare sulle straordinarie risorse dei borghi e dei piccoli centri storici, che sono pronti ad essere rivalutati attraverso una nuova destinazione turistico-ricreativa. La nascita di una struttura ricettiva di ospitalità diffusa offre alle comunità locali la possibilità di prendere l’iniziativa e divenire esse stesse protagoniste, attivando-rinforzando il lavoro di gruppo e la cooperazione attraverso forme di partenariato pubblico privato, reti locali di imprese e cooperative sociali. L’albergo diffuso, proponendosi come anello di congiunzione fra il soggiorno a Roma, meta privilegiata del movimento turistico del Lazio, e il patrimonio culturale, ambientale e naturalistico che circonda i borghi e i piccoli centri storici, allargherà la tipologia e la qualità dell’offerta turistica. Il successo imprenditoriale dell’iniziativa dipenderà dalla capacità dei protagonisti di lavorare, se pur con diverse funzioni, al progetto comune. Intendo per protagonisti: i comuni stessi, gli imprenditori turistici, le piccole e medie imprese proprie di altri settori produttivi come, ad esempio, il commercio, l’artigianato e l’ agricoltura. Lo strumento finanziario mediante il quale sarà possibile attuare questo progetto è il Fondo unico per il Turismo, istituito con L.R. 4/2006, art. 175 comma 6, al fine di riqualificare e potenziare l’offerta turistica regionale. Ecco quindi che l’AD può offrire un valido impulso per evitare lo spopolamento dei borghi. Senza considerare poi che il turismo di questo tipo potrà essere quasi totalmente indipendente dalle condizioni climatiche: l’Albergo Diffuso è totalmente destagionalizzato e può generare indotto economico durante tutto il corso dell’anno. di antiche tradizioni, prodotti tipici, gastronomia locale, al fine di creare un flusso turistico per tutto l’arco dell’anno.
E in questo momento di “vacche magre” su quali e quanti fondi si potrà contare?
Si è deciso di investire” sei milioni di euro nella promozione del Lazio. Utilizzeremo i canali tradizionali (tv, stampa, radio, cartelli), ma soprattutto cercheremo nuovi modi per “intercettare” i flussi turistici. Il Lazio sarà “presente” dentro gli aeroporti, sugli aerei con accordi che investono i principali vettori europei, nel sistema delle crociere. “Dovremo andare a prendere i turisti, invogliarli, ingolosirli, allettarli. Dobbiamo far diventare il Lazio, una scelta turistica ambita, di qualità, capace di “affascinare”. Cultura, religione, storia, ma anche ambiente, mare, terme e qualità della vita. Abbiamo tutte le carte in regola per poter vincere questa partita.
Il secondo obiettivo che ci riguarda da vicino è quello che punta a qualificare le strutture ricettive della nostra Regione ed, in particolare, a potenziare i servizi per il benessere nell’ambito del settore termale. Come verrà sviluppato? Ci saranno interventi economici significativi in supporto agli operatori ?
L’obiettivo individuato nel Piano Turistico Triennale riguardo le risorse termali è quello di sostenere e valorizzare questo patrimonio della Regione Lazio che presenta notevoli potenzialità di crescita e rappresenta un’importante segmento del settore turistico.
Lo sviluppo dell’offerta termale e del wellness consente di tessere una trama per valorizzare e rendere maggiormente fruibile una delle risorse più importanti del territorio.
E’ necessario, quindi, promuovere interventi che tengano conto, da una parte delle potenzialità in termini territoriali e dall’altra della domanda che a livello nazionale ed internazionale è sempre più orientata verso il turismo della salute e del benessere del corpo. Attraverso il potenziamento, lo sviluppo ed il miglioramento delle strutture termali e dei servizi correlati alla cura del benessere è possibile ottenere importanti ricadute economiche sulle aree geografiche interessate dagli insediamenti termali e che riguardano, nel caso specifico, tutte le province del Lazio. Queste aree, individuate particolarmente nella Tuscia, nella Sabina Romana, nel reatino, nella Ciociaria e nel sud del Lazio, utilizzando in maniera strategica il volano rappresentato dalle risorse termali, in sinergia con un’adeguata incentivazione delle strutture ricettive, possono effettivamente beneficiare di una maggiore valorizzazione del territorio, sia sotto l’aspetto turistico che socio – economico. Dovremo favorire e sostenere l’ammodernamento delle strutture ricettive mediante la riqualificazione, il miglioramento ed il potenziamento dei servizi aggiuntivi destinati al benessere quali piscine, attrezzature per il turismo sociale e sportivo. Favorire anche le ristrutturazioni e gli ampliamenti degli stabilimenti termali se necessari e opportuni. Le agevolazioni saranno concesse alle imprese turistiche sotto forma di contributi in conto capitale in conformità della disciplina comunitaria. Per l’attuazione di quest’azione potranno essere utilizzate anche le risorse finanziarie relative al Fondo di cofinanziamento dell’offerta turistica di cui alla Legge 29 marzo 2001, n. 135 “Riforma della legislazione nazionale del Turismo” finalizzato al miglioramento ed alla riqualificazione dell’offerta turistica. Per rilanciare questi aspetti legati al turismo, si stanno perfezionando anche delle guide tecniche che vogliono diventare indispensabile strumento di consultazione dedicato sia ai medici sia ai “turisti del benessere. L’offerta turistica può ricevere senz’altro grande impulso da tali iniziative.
Onorevole, Lei si occupa di sviluppo economico ma, nel contempo, è un medico. La crescita economica nel Lazio potrebbe anche venire dallo sviluppo di nuovi servizi sanitari da parte dei privati. Invece, la Regione, come al solito, discrimina la sanità privata invece di valorizzarla ed, addirittura, dal 2008 non concede più autorizzazioni all’apertura di nuove struttura, anche totalmente private. In questo, la Giunta Polverini, si comporta in modo assolutamente analogo a quella Marrazzo. Lei che ne pensa?
Abbiamo approvato a maggioranza la nuova legge che interviene sulle scadenze e sulle modalità di accreditamento delle strutture sanitarie e socio-sanitarie private. Le nuove norme sono state introdotte attraverso una serie di modifiche alla legge finanziaria regionale per l’esercizio 2008, all’assestamento del bilancio annuale e pluriennale 2010-2012 e alle disposizioni collegate alla legge finanziaria regionale per l’esercizio finanziario 2011. Le azioni che sono state fatte riguardano: l’introduzione di un termine ultimo per gli accertamenti legati alle procedure di rilascio degli accreditamenti, un regolamento sul servizio di assistenza domiciliare, criteri di trasparenza e pubblicità sull’esito degli accertamenti effettuati sulle strutture accreditate, l’inserimento delle strutture private accreditate all’interno del sistema Recup; la salvaguardia di tutti i contratti. Tutti sappiamo quanto il sistema di accreditamento costituisca una parte significativa dei servizi sanitari che vengono erogati ai cittadini. Possiamo senz’altro dire che quella approvata in Consiglio è una legge che si rendeva tanto necessaria quanto ineludibile per permettere a tante strutture di poter continuare a garantire servizi che in molti casi rappresentano un patrimonio di esperienze e di specialità che fanno della nostra Regione un punto di riferimento anche a livello nazionale. Questo adempimento mi sembra una risposta positiva rispetto alla salvaguardia dei livelli occupazionali delle strutture accreditate, con il sistema sanitario regionale e servirà a ricondurre in un quadro di regole certe la qualità sui requisiti strutturali, tecnologici, professionali ed organizzativi, nonché i controlli sulle prestazioni erogate. Il fatto che sia approvato questo provvedimento individuando una sintesi attraverso la riformulazione dell’articolato, dà atto alla presidente Renata Polverini della disponibilità della Giunta nel trovare massima condivisione su una materia così delicata com’ è quella che riguarda la salute e le esigenze dei pazienti della nostra regione e della nostra provincia, altresì dell’impegno profuso dalle forze politiche di maggioranza e di minoranza che si sono confrontate in maniera sì serrata, ma certamente costruttiva.