Aderenza terapeutica: più salute, meno spesa
Una recente survey ha evidenziato come su un campione di 1.000 malati cronici più della metà (56%) ha pensato di abbandonare le cure, 1 su 10 (12%) afferma che questo è un pensiero ricorrente, mentre ben 7 su 10 (70%) risultano non aderenti alla terapia in maniera completa (dati EngageMinds Hub Research Center per Merck).
I risultati evidenziano come la quasi totalità del campione (97%) si dichiari viceversa consapevole dell’importanza di avere un ruolo attivo nel percorso di cura. Eppure, solo il 9% dei pazienti cronici italiani risulta realmente coinvolto nel percorso di cura e in grado di proiettare la propria condizione di salute in una progettualità soddisfacente di vita.
Il 45% del campione dichiara, pensando alla propria malattia, di sentirsi in allerta, confuso e disorientato, o, addirittura, “in blackout”, sconvolto dalla diagnosi e incapace di gestire la propria condizione.
Meno della metà i pazienti cronici italiani che, pensando alla propria malattia, si dichiarano consapevoli e informati, formalmente aderenti alle cure ma poco in grado di riconfigurare la propria traiettoria di vita in maniera positiva e soddisfacente.
Viceversa, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità “massimizzare l’efficacia degli interventi finalizzati ad aumentare la compliance può avere un impatto di gran lunga maggiore sulla salute delle popolazioni di qualunque altro progresso terapeutico”
In pratica, livelli più elevati di aderenza alle indicazioni terapeutiche da parte dei pazienti significano aumentare la possibilità che questi ultimi recuperino la loro salute e ridurre i costi per il sistema sanitario correlati a mancata guarigione e/o ricadute.
Aderenza Terapeutica: di che si tratta?
Per aderenza terapeutica si intende il grado di correlazione tra il comportamento di un paziente finalizzato alla gestione di una determinata patologia e la prescrizione effettiva indicata dal medico per la stessa specifica patologia.
Con il termine aderenza si fa riferimento a due aspetti: alla “compliance”, ossia l’adesione alle modalità di assunzione di un farmaco in termini di dosaggio e frequenza indicati dal medico, ed alla “persistenza”, ossia il periodo di tempo in cui il paziente assume il farmaco prescritto in modo continuativo.
Quando si parla di non aderenza, invece, si intende:
- un’incompleta attuazione delle prescrizioni
- una prematura interruzione della terapia
- il fallimento di un programma terapeutico.
I numeri del problema
La mancata aderenza alla terapia causa ogni anno 125.000 morti negli Stati Uniti, per una spesa di circa 300 miliardi di dollari, mentre in Europa si contano 200.000 decessi che causano una spesa di 120 miliardi di euro. Una maggiore aderenza comporta un ridotto rischio di ospedalizzazione, minori complicazioni legate alla malattia, una maggiore efficacia e sicurezza dei trattamenti e, nello stesso tempo, un risparmio in termini di costi.
“Aumentare il livello dell’aderenza alla terapia – dichiara il Prof. Americo Cicchetti, Direttore dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – significa aumentare le possibilità di guarigione e, automaticamente, ridurre, se non eliminare, gli sprechi conseguenti. Sprechi che non si limitano al costo della terapia poi interrotta, ma si riferiscono a recidive, ricoveri impropri, per non parlare dei costi correlati, ad esempio, a giornate di lavoro perse. Il problema che dovevamo risolvere era mettere a punto uno strumento che permettesse di identificare, sulla base di evidenze obiettive, gli interventi volti ad aumentare l’aderenza che dessero il miglior ritorno sia in termini di salute che di sostenibilità economica”.
Abbiamo i numeri giusti
E’ in quest’ottica che nasce il progetto “Abbiamo i numeri Giusti“ volto ad individuare gli interventi più efficaci e più efficienti per migliorare la salute dei pazienti e ottimizzare, al contempo, le risorse pubbliche. Si tratta di un algoritmo messo a punto dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, grazie al contributo non condizionante di Merck, nell’ambito di un programma di ricerca pluriennale.
L’obiettivo finale è quello di mettere a disposizione delle istituzioni i dati quantitativi necessari per scegliere le politiche più efficaci per migliorare l’aderenza alle terapie con i benefici già citati. Il progetto “Abbiamo i numeri Giusti“ testerà l’algoritmo iniziando da Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Puglia.