Cuore

Omocisteina Alta?

Cos’è l’Omocisteina?

L’Omocisteina è un prodotto intermedio del metabolismo delle proteine. Detto così non si capisce cosa sia, ma se immaginiamo la digestione come un grande frullatore in cui il cibo viene ridotto ai minimi termini, in pezzettini che più piccoli non si può, come in un grande puzzle, una parte di questi viene utilizzata come energia per le macchine dell’organismo (gli zuccheri e i grassi), il resto, i nutrienti, rappresentano pezzi di ricambio con cui operai specializzati lavorano nel corpo umano eseguendo la manutenzione ordinaria (metabolismo), cambiando e sostituendo di continuo ciò che c’è da riparare.

In quest’ottica introducendo le proteine nel suddetto frullatore queste vengono smontate nei pezzi più piccoli possibili che le costituiscono chiamati amminoacidi. Uno di questi amminoacidi, la Metionina si trasforma subito in Omocisteina che, a sua volta viene utilizzata, con la complicità dell’Acido Folico e delle vitamine del gruppo B, nelle catene di montaggio del metabolismo. Immaginatela come un pezzo speciale con cui si assemblano tratti del nostro organismo.

Omocisteina, infarto e Alzheimer

Per motivi non del tutto chiariti ma a volte geneticamente predisposti, l’Omocisteina viene sotto utilizzata e si deposita non in zone neutrali, ma all’interno della parete di rivestimento dei vasi sanguigni dove può dare inizio a una serie di eventi a catena che sfociano in un incidente vascolare trombo embolico.

Alti livelli di Omocisteina dunque sono stati correlati ad un aumento della formazione delle placche arteriose o al danno della parete arteriosa stessa. Alti livelli, ancora, possono interagire con le piastrine e la coagulazione del sangue portando ad un aumento del rischio trombotico.

Comunque i meccanismi più fini con cui l’Omocisteina sia alla base di un aumento di attacchi cardiaci non è ancora del tutto chiarito. Infine alcune evidenze suggeriscono che la popolazione con un elevato livello di Omocisteina abbia un rischio due volte superiore di sviluppare la malattia di Alzheimer.

I livelli ematici di Omocisteina tendono ad essere più alti in persone con un alto consumo di proteine animali, associato a un basso consumo di verdure e frutta che apportano buoni livelli di acido Folico e di vitamine del gruppo B.

L’aumento dei livelli di Omocisteina è una delle concause dell’incremento del rischio di abortività (vedi Test genetico multiplo: Trombofilia per poliabortività.)

Quali sono i sintomi di un’elevata Omocisteinemia?

Non ci sono sintomi. C’è un solo modo per sapere se esiste: eseguire il dosaggio nel sangue.

Quali sono le cause di un elevato livello di Omocisteina?

Le Vitamine del gruppo B e l’acido Folico aiutano l’organismo a sbarazzarsi del surplus di Omocisteina. Un apporto inadeguato dunque di tali vitamine, così come una predisposizione genetica (vedi MTHFR) che contribuisce ad un insufficiente assorbimento di acido Folico portano ad un aumento dell’Omocisteina.

Inoltre alti livelli di Omocisteina sono stati correlati ad uno stress mal gestito e, apparentemente, ad un elevato consumo di caffè, al fumo e a tutta una serie di situazioni che vedrete raffigurate poco più sotto.

In particolare nei fenomeni legati allo stress l’Adrenalina e gli altri ormoni e neurotrasmettitori che scatenano la bufera dello stress stesso sono metabolizzati nel fegato con un forte consumo di gruppi metilici, a loro volta essenziali nella catena di montaggio dell’Omocisteina.

Infine i livelli di ormoni tiroidei, così come la funzionalità renale, la psoriasi e l’uso di determinati medicinali possono portare ad un incremento dell’Omocisteina nel sangue.

Qual è il trattamento dell’iper Omocisteinemia?

Usualmente viene somministrato l’Acido Folico (Folati) alla dose di 400 microgrammi al giorno implementando l’apporto di fonti alimentari come le verdure a foglia verde i legumi e le spremute di arancia.

Al riguardo può essere utile il dosaggio ematico di acido Folico per regolarsi sull’entità dell’implementazione necessaria.

Quali sono gli alimenti ricchi in Folati?

I Folati sono contenuti negli alimenti di origine vegetale e negli alimenti di origine animale.

Il fegato e altre frattaglie hanno contenuti piuttosto elevati in Folati (circa 500 microgrammi /100 g), ma per incrementare l’assunzione in Folati è consigliato aumentare il consumo abituale di alimenti di origine vegetale: verdura, frutta, legumi, cereali integrali.

Senza dimenticare qualche porzione settimanale di frutta secca.

Per arricchire l’alimentazione in Folati consumare preferibilmente durante la giornata o la settimana questi alimenti:

Asparagi, broccoli, carciofi, cavolini di Bruxelles, cavolfiori, cereali da colazione hanno alti contenuti in Folati (300-100 mcg/100 g).

Agrumi (arance, clementine, mandarini), agretti, avocado, rieda, legumi (fagioli, ceci, lenticchie, piselli), kiwi, indivia, lattuga, frutta secca (noci, mandorle, nocciole), pane e pasta integrali, rucola, pomodorini ciliegino, spinaci: hanno buoni contenuti di Folati (99-30 mcg/100 g).

Tra gli alimenti di origine animale le uova hanno buoni contenuti in Folati (50 mcg/100 g), il consumo massimo di uova consigliato è di 2-3 volte alla settimana.

Il ruolo dell’Omocisteina

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Fig.1 Omocisteina – Centro Analisi Cliniche Amato – Dr. Mauro Mario Amato

Guardando con attenzione questa figura (1) vediamo al centro e in rosso che l’Omocisteina entra nell’organismo con gli alimenti attraverso l’amminoacido Metionina, che si trasforma subito in Omocisteina.

Nei due riquadri di destra sono riportati tutti i fattori che contribuiscono ad un aumento dell’Omocisteina nel sangue.

Le frecce centrali verso il basso rappresentano tutti i danni causati da livelli elevati di Omocisteina.

Dritto verso il basso vediamo le complicazioni in gravidanza, con il rischio di poliabortività o di un feto con spina bifida; in basso verso destra i danni legati al sistema vascolare e coagulativo e quindi cuore, sistema vascolare e grave compromissione della performance del cervello.

Le frecce verso il basso a sinistra riportano difficoltà nella resa del sistema cognitivo e il meccanismo di amplificazione di complicanze nel diabete e nell’instaurarsi dell’osteoporosi.

Le due frecce sulla sinistra infine ci fanno intuire le due vie “metaboliche” dove l’Omocisteina con il contributo dei Folati (acido Folico) e della Vit. B12 entra in una catena di montaggio che produce un componente fondamentale per la vita di tutte le cellule, l’S-Adenosil Metionina detta SaMe.

La SaMe favorisce il dialogo e gli scambi delle cellule con il mondo esterno migliorando i cosiddetti scambi di membrana, è un potente disintossicante e rigeneratore delle cellule del fegato e delle cartilagini; la capacità di favorire la vita di tutte le cellule, anche dei neuroni ha trovato il lato di successo della SaMe (riprodotta in farmaco si chiama Samyr) in quanto è un ottimo antidepressivo naturale.

Infine, con il contributo della Vit. B6 entra in un’altra catena di montaggio che produce uno dei più potenti antiossidanti e disintossicanti in circolo nel sangue, il Glutatione.

Pensate quindi in termini strategici e di salute e controllate il livello di Omocisteina.

Valori normali/ottimali Omocisteina < o uguali a 8 mcmol/l

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Guido Cimatti

Laureato in medicina e chirurgia alla Università Cattolica del Sacro Cuore dove si specializza in Patologia Clinica. Nei primi dieci anni di attività professionale è stato il coordinatore dell’ambulatorio di Oncologia pediatrica del Policlinico Gemelli Clinica Moscati. Dal 1990 al 2017 è stato direttore del Laboratorio di Analisi Cimatti in Roma E’ stato fra i fondatori del Tribunale per i diritti del malato dove ha presieduto il Collegio Giudicante che proclamò nel Giugno 1980 in piazza del Campidoglio la prima Carta per i diritti del Malato. Dall’Agosto 2017 è Direttore del Laboratorio Clinico Nomentano in Monterotondo