Morbillo: in Europa 41.000 casi nel 2018
I casi di morbillo registrati in Europa nei primi sei mesi del 2018 sono il 70% in più di quelli registrati nell’intero 2017.
Continua dunque l’allarme morbillo in Europa: dopo i dati di poche settimane fa dell’Istituto Superiore di Sanità riguardanti l’Italia, adesso è la World Health Organization (WHO) a rendere note le sue rilevazioni.
World Health Organization: 41.000 casi di morbillo in Europa
Nel continente Europa (che nell’accezione WHO comprende 53 nazioni, dunque numerosi paesi non UE), si sono registrati nei primi 6 mesi del 2018 oltre 41.000 casi di morbillo con 37 decessi, 14 dei quali in Serbia.
La nazione con il più alto numero di casi è l’Ucraina (oltre 23.000, quindi più del 50% del totale) ma ben altre 6 nazioni hanno registrato nel semestre un numero di casi superiore a mille (Francia, Georgia, Grecia, Italia, Federazione Russa e Serbia).
Per quanto riguarda l’Italia, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, dal 1 gennaio al 30 giugno 2018, venti Regioni hanno segnalato un totale 2.029 casi di morbillo con 4 decessi e 14 casi di rosolia.
Come fermare il morbillo?
Secondo la World Health Organization, per fermare la diffusione del morbillo è necessario che almeno il 95% della popolazione rientrante ogni anno nell’opportuna fascia d’età venga vaccinata.
Nei 53 paesi dell’area europea WHO la percentuale di bambini vaccinati è cresciuta dall’88% del 2016 a 90% del 2017, dunque, apparentemente, un dato positivo. Il problema, però sta nelle significative differenze tra aree geografiche. I livelli di copertura delle vaccinazioni contro il morbillo variano infatti da oltre il 95% nelle nazioni più orientate alla gestione dell’iter vaccinale fino a meno del 70% in alcuni paesi.
Proprio tale differenza di livelli vaccinali rende possibile lo svilupparsi di focolai di morbillo repentini. Lo dimostrano i dati statistici relativi degli ultimi anni. Infatti, tra il 2010 e il 2017 il picco più altro è stato nel 2017 con 23.927 casi e il più basso nel 2016 con 5.273 casi. Il 2018 è tristemente destinato a superare di gran lunga i dati 2017.
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