Bambini: quante proteine devono mangiare?
Esistono rischi nel consumare troppe proteine? E nel caso dei bambini? La risposta è “Si” e la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) fornisce precise indicazioni alimentari per non cadere in errori che possano compromettere la salute del bambino di oggi e dell’adulto di domani.
Le complicanze in agguato…
Le proteine, infatti, pur essendo un elemento essenziale nella crescita dei bambini, possono rappresentare anche un pericolo per l’organismo. Infatti, soprattutto nei più piccoli, sono possibili complicanze a livello renale, modifiche dell’appetito e obesità che sono, non a caso, i rischi principali di un eccessivo consumo di proteine.
Le proteine, dopo l’acqua, costituiscono la parte maggiore dei tessuti e per questo sono un alimento indispensabile nella dieta dell’uomo. Hanno una funzione prevalentemente plastica (servono per lo sviluppo, la conservazione e il ripristino delle cellule) e, in misura minore, energetica. In particolare, i fabbisogni proteici di bambini e adolescenti (1-17 anni) sono calcolati per soddisfare le richieste necessarie per la crescita e per il mantenimento di una massa proteica in progressivo aumento.
Bambini: quante proteine servono?
Nei bambini di età inferiore ai 3 anni le proteine non devono superare il 12% di apporto calorico giornaliero.
Fondamentali a tutte le età, ma soprattutto in età pediatrica, le proteine rappresentano “i mattoni” necessari a costruire nuovi tessuti e riparare quelli danneggiati. Sono 5 le categorie alimentari considerate fonte primaria di proteine: carne, uova, pesce, legumi, latte e derivati.
Secondo la SIPPS, la giusta ripartizione nell’arco di una settimana è la seguente:
- 4 porzioni di legumi,
- 4 di pesce,
- 1 uovo a settimana,
- 1 porzione di carne rossa,
- 2 porzioni di carne bianca
- 2 porzioni di formaggio.
Le proteine sono in realtà contenute, sebbene in quantità inferiori, anche in altri alimenti: pasta, cereali, orzo, farro, avena, frutta secca, castagne, persino alcuni frutti e ortaggi. Basti pensare che una porzione di crusca di frumento apporta lo stesso quantitativo proteico di un vasetto di yogurt.
Fabbisogno proteico dei bambini: come regolarsi?
“È di estrema importanza prestare attenzione al nostro introito proteico e consumare una sola fonte primaria di proteine ad ogni pasto – sottolinea il Dottor Giuseppe Di Mauro, Presidente SIPPS – da scegliere, dunque, tra legumi, carne, pesce, uova o latte e derivati, ma mai combinandole nello stesso pasto. Troppo spesso si eccede nel consumo di proteine senza rendersene conto, come nel caso del panino con formaggio e prosciutto. Le proteine svolgono un ruolo di base nel mantenimento di un buono stato di salute pertanto, nel rispetto generale di sane abitudini alimentari, la costante attenzione alla frequenza di rotazione consigliata delle fonti proteiche, unitamente al consumo di porzioni equilibrate, è in grado di preservare e promuovere la salute dei nostri bambini.”
Quante proteine sopra i 3 anni di età?
Seguendo l’indicazione dei LARN (Livelli di assunzione di riferimento per la popolazione italiana, 2014) per i bambini al di sopra dei 3 anni la percentuale di proteine sulle calorie giornaliere totali dovrebbe situarsi nell’intervallo di riferimento 12-18%.
“Le proteine non sono tutte uguali – conclude il Dott. Leo Venturelli, Responsabile comunicazione SIPPS – quelle di origine animale si definiscono complete, in quanto una singola porzione dell’alimento che le veicola è in grado di soddisfare pienamente il fabbisogno dell’organismo in termini proteici. Al contrario, le proteine derivanti da fonti vegetali quali i legumi si definiscono incomplete: in tal caso, una singola porzione non copre i fabbisogni proteici dell’organismo; per raggiungerli, è necessario consumare insieme un’altra fonte alimentare. Il classico consumo di pasta e fagioli è l’esempio principe di questo concetto: combinando le proteine dei legumi con i cereali la qualità proteica viene migliorata per via di una reciproca integrazione, permettendo di raggiungere il fabbisogno proteico ideale”.
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