Ripariamo la cartilagine prima che sia troppo tardi
Guarda il video “Articolazioni, Cartilagine ed Artroscopia” del Dr. Fabio Valerio Sciarretta
La cartilagine articolare è un tessuto resistente ed elastico che riveste le estremità delle ossa che costituiscono un’articolazione. Essa rende le ossa lisce, soffici, smusse ed in grado di muoversi liberamente l’una rispetto all’altra nei limiti imposti da muscoli e legamenti.
Cos’è la cartilagine ?
La cartilagine è un tessuto in continua formazione e degradazione: purtroppo l’età o i traumi hanno effetti particolarmente dannosi. Infatti, a differenza di altri tessuti del nostro corpo, la cartilagine non ha la capacità di guarire efficacemente e quindi una lesione, inizialmente anche piccola, tende ad estendersi danneggiando gradualmente gran parte dell’articolazione stessa, esponendo così le superfici ossee che, a questo punto, entrano in attrito l’una contro l’altra causando dolori ed una limitazione dei movimenti articolari.
Riparare la cartilagine : le tecniche chirurgiche
Numerose sono le tecniche chirurgiche per la cura di queste lesioni, a seconda della loro gravità e sede, dell’età del paziente e delle sue aspettative. Negli ultimi anni noi chirurghi ortopedici specializzati nella cura della cartilagine abbiamo collaborato con i biologi: la condivisione delle esperienze ha fatto sì che l’ingegneria tessutale – ovvero quelle tecniche finalizzate a riparare o sostituire un tessuto malato – abbia sviluppato particolari “impalcature”, i cosidetti “scaffold”, che possono essere riassorbibili o meno, con i quali riempire i “buchi” nella cartilagine. Nel caso degli scaffold non riassorbibili si tratta di impiantare mini protesi cilindriche di 1-1,5 cm. di diametro a ricoprire l’area danneggiata così che il paziente possa camminare subito dopo l’intervento avendo interposto tra l’area danneggiata e la contrapposta superficie cartilaginea sana un cuscinetto ammortizzatore costituito da un idrogel con caratteristiche le più simili possibili a quelle della cartilagine normale. L’intervento avviene in artroscopia con un’incisione cutanea di circa un centimetro per introdurre la protesi.
Nel secondo caso, si impianta un cilindro di materiale sostitutivo dell’osso e della cartilagine studiato affinché, prima del suo riassorbimento, favorisca la crescita intorno ad esso di un nuovo tessuto di guarigione che faccia scomparire i sintomi e riempia il danno. Anche questo trattamento prevede una valutazione artroscopica del problema ed il successivo innesto del cilindro sintetico modellato in base alle esigenze.
Queste nuove tecniche possono essere impiegate anche in età avanzata, fino ai 60-65 anni, con lo scopo di attenuare i sintomi e di posticipare un eventuale intervento di protesi, e consentono una rapida ripresa funzionale a patto che la lesione non sia ancora troppo estesa.
Dunque, molte sono le soluzioni per risolvere i sintomi legati ad un difetto cartilagineo di un’articolazione. E’ compito del “chirurgo articolare”, o come io preferisco, del “chirurgo della cartilagine” avere a disposizione nella propria faretra tante frecce, cioè la conoscenza e l’esperienza in tutte le tecniche di ricostruzione del danno, in modo da poter offrire a ciascun paziente il trattamento per lui più indicato in base alle caratteristiche della lesione cartilaginea ed alla costituzione ed alle aspettative di vita e sportive del paziente.
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