Olio d’oliva, ossa ed articolazioni: un tris inaspettato
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Tutti noi sappiamo che l’olio d’oliva fa bene. Fa parte del nostro DNA familiare l’aver sentito raccontare quanto importante sia nella dieta la presenza e l’adeguato uso dell’olio extravergine d’oliva. E queste conoscenze vengono da molto lontano. Infatti, già ai tempi di Omero, l’olio d’oliva era ritenuto indispensabile per l’igiene del corpo e per la cosmesi, tanto che nell’Odissea, Afrodite veniva descritta unta dalle Grazie con l’olio d’oliva. A quei tempi l’olio veniva usato anche per pulire e guarire le ferite, per aiutare i guerrieri a risolvere con massaggi muscolari e articolari i vari traumi osteoarticolari e poi per ravvivare e conservare i capelli e il loro colore naturale. Successivamente è stato impiegato per la cura dei sofferenti di stomaco, di fegato e d’intestino, delle ustioni e per preservare la cute dai raggi solari.
Olio d’oliva e medicina: una storia antica
Nei Giochi Olimpici i vincitori delle gare, oltre a ricevere come riconoscimento il ramoscello d’olivo, avevano in dono anfore piene di olio di prima qualità. Dopo Omero anche Ippocrate ha consigliato l’uso dell’olio: succo di olive fresche nelle malattie mentali e impacchi di olive macerate per guarire le ulcere. Diversi secoli più tardi, Plinio il Vecchio era giunto alla conclusione che «due sono i liquidi più graditi al corpo umano: all’interno il vino, all’esterno l’olio» ed aveva rilevato che esso veniva usato insieme ad altre sostanze per preparare molti medicamenti. Nel Rinascimento l’olio di oliva è stato inoltre usato per curare le infezioni ginecologiche e fino alla fine dell’Ottocento anche per curare l’otite e come blando purgante. Fino a pochi anni fa – prima della disponibilità della vitamina D – gli anziani agricoltori lo impiegavano per massaggiare i bambini rachitici.
Ma i pregi dell’olio hanno continuato ad essere apprezzati anche in anni più recenti ed esso è divenuto oggetto di studi scientifici, soprattutto in cardiologia e dietologia. Addirittura, la prestigiosa struttura americana Mayo Clinic ha affermato che “L’olio d’oliva contiene grassi mono-insaturi, un tipo più sano di grasso che può ridurre il rischio di una malattia di cuore, riducendo i livelli del colesterolo totale e delle “cattive” lipoproteine a bassa densità LDL nel sangue. Al contrario, i grassi saturi quali burro, grassi animali, oli tropicali, e gli oli parzialmente idrogenati aumentano il rischio di malattie cardiache, aumentando i livelli di colesterolo totale e LDL“.
Ma in tempi più recenti si vanno apprezzando anche altre peculiari possibilità terapeutiche dell’olio d’oliva. Un lavoro pubblicato sul British Journal of Nutrition ha suggerito che sostituire nella dieta i grassi saturi con l’olio d’oliva (un grasso monoinsaturo), può tradursi in una perdita piccola ma significativa sia del peso corporeo che della massa grassa senza cambiare nient’altro nell’alimentazione od aumentare l’attività fisica. Quindi possiamo concludere che la letteratura scientifica ha ormai dimostrato come l’olio d’oliva aiuti a contrastare le patologie cardiache, incida sul diabete e sulle funzioni del fegato, dello stomaco e dell’intestino.
Ma questa è storia nota e serve solo quale introduzione alle novità che, quale ortopedico, ho da riferirvi sul nostro amato olio.
Artrosi e dolori articolari
I dolori articolari sono uno dei tanti segni degli anni che passano. Ognuno di noi chi, chi più chi meno, inizia a soffrire dell’artrosi, cioè di quel processo che comporta la degenerazione delle articolazioni. A seconda delle articolazioni interessate (dita delle mani o dei piedi, colonna vertebrale in una o più parti, ginocchia, gomiti, anche), l’artrosi può manifestarsi in modo diverso, con sintomatologie più o meno dolorose. Ma talvolta a soffrire possono essere muscoli e tendini, costretti ad uno sforzo eccessivo per sostenere un’articolazione dolorante: un ginocchio artrosico, che duole camminando, può causare l’irrigidimento del muscolo circostante, che poi comincerà a provocare dolore, perché resta contratto. L’artrosi è in genere accompagnata da rigidità nei movimenti, proprio perché le articolazioni si muovono con maggiore difficoltà. Benché il fenomeno sia legato all’età, non tutti ne soffrono allo stesso modo: i fattori che influiscono sono infatti numerosi, e tra questi anche traumi e lesioni. Altri elementi, come l’uso di tacchi alti, possono influire negativamente su ginocchia e anca, o le scarpe a punta possono causare l’alluce valgo, con conseguenti dolori articolari in tutta l’area. Un’altra possibile causa è la sedentarietà.
L’artrosi, come abbiamo detto, è un processo inevitabile. Ma per arginarlo e impedire che degeneri troppo, la dieta può fare la sua parte: la scelta di cibi adeguati (verdure crude e cotte in abbondanza, frutti, cereali integrali, semi di lino, olio extravergine, legumi) può contribuire a prevenire e ad alleviare questa ed altre forme di malattie reumatiche. Tra queste alcune malattie rare come l’artrite reumatoide, malattia autoimmune particolarmente dolorosa, le spondiloartriti, un insieme di patologie che hanno alcune caratteristiche in comune e colpiscono in modo particolare la colonna vertebrale e le articolazioni sacro-iliache, e la comune artrite. Quest’ultima si differenzia dall’artrosi perché si tratta di un fatto infiammatorio che può interessare a ogni età, anche un ventenne. Tutte le forme reumatiche traggono giovamento da una dieta antinfiammatoria che escluda l’alcol e riduca al minimo proteine animali (in particolare carni rosse, frattaglie e selvaggina, latticini), cereali raffinati, grassi cotti.
L’Olio d’oliva riduce i dolori articolari
La Scienza ora ci dice che l’olio d’oliva aiuta ad alleviare i dolori alle articolazioni così come fanno i farmaci, ma senza gli effetti collaterali dannosi per le articolazioni. Alcuni studi hanno infatti dimostrato che un composto presente nell’olio chiamato oleocantale previene la formazione degli enzimi pro-infiammatorii COX-1 e COX-2 con le stesse modalità dei farmaci anti-infiammatori non steroidei, i cosiddetti FANS. Inibendo tali enzimi, vengono attenuate l’infiammazione e l’aumentata sensibilità al dolore ad essa connessa. L’oleocantale è responsabile del cosiddetto “morso alla gola”, cioè quel sapore forte che si avverte deglutendo l’olio. I ricercatori hanno affermato che 50 millilitri d’olio – cioè quasi quattro cucchiai da tavola – hanno un’azione pari a quella di una compressa da 200 mg di ibuprofene, uno dei composti anti-infiammatori più diffusi. Tutto questo avviene, come dicevo, senza gli effetti collaterali invece presenti – come conferma uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Lancet – con l’uso prolungato dell’ibuprofene e di altri FANS, che, oltre a poter provocare sanguinamento intestinale e danni renali, causano un danneggiamento dei tessuti articolari, soprattutto in coloro che affetti da artrosi dell’anca hanno fatto forte affidamento sui FANS. Il paracetamolo – altro farmaco anti-infiammatorio – non danneggia le articolazioni, ma è ancora pericoloso: l’avvelenamento da paracetamolo, legato ad una sua assunzione eccessiva, ha superato l’epatite come causa principale di insufficienza epatica acuta.
Una caratteristica importante che sta sempre più emergendo è quella di impiegare sempre di più l’olio extra vergine di oliva spremuto a freddo, ad esempio nel delizioso pesto, nei condimenti per insalata e come salsa di immersione per il pane artigianale. Ricordate però che l’olio va conservato al fresco, lontano dalla luce e ben chiuso. Infatti, più diventa vecchio più perde potere anti-infiammatorio mentre tale potere raggiunge il suo picco entro i due o tre mesi dopo la sua pressione.
L’Olio d’oliva previene l’osteoporosi
L’olio d’oliva, secondo una recente ricerca dell’Università’ di Oxford presenta anche un’altra raccomandazione ortopedica. Infatti, esso contiene acidi grassi simili a quelli riscontrati nel latte umano ed è quindi particolarmente raccomandato negli anziani per favorire l’assimilazione dei minerali e delle vitamine al fine di stimolare la mineralizzazione dell’osso e quindi prevenire la perdita di calcio, l’osteoporosi e le fratture della colonna vertebrale e dell’anca indotte dall’osteoporosi. Da uno studio condotto in Grecia su una popolazione con una dieta particolarmente ricca di olio d’oliva, si è anche visto come tale dieta peculiare possa ridurre l’incidenza dell’artrite reumatoide, grazie all’elevato contenuto in vitamina E, uno degli antiossidanti naturali più conosciuti (un cucchiaio da tavola d’olio extra vergine d’oliva fornisce l’otto per cento della dose giornaliera raccomandata di vitamina E) ed all’elevato contenuto di polifenoli. Queste ultime sostanze da un lato proteggono l’olio stesso dall’ossidazione da parte dell’ossigeno mentre, contemporaneamente, attuano una forte azione antiossidante anche sul nostro organismo.
Concludo con una frase riportata nel lavoro precedentemente descritto: “L’olio d’oliva è uno dei migliori amici delle vostre articolazioni. E’ un potente anti-infiammatorio che previene il dolore e blocca la progressione dell’osteoartrosi e dell’artrite reumatoide. Mangiane un pò tutti i giorni, a partire da oggi…”
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