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Bambini asmatici: l’inquinamento è un pericolo

Inquinamento atmosferico e malattie respiratorie vanno a braccetto. Anche l’Italia – come tutti i paesi industriali – non sfugge a queste dinamiche. I dati parlano chiaro.

Negli ultimi anni, nel nostro paese, anzitutto nelle grandi città, la qualità dell’aria è peggiorata. Il maggiore livello di agenti inquinanti nell’atmosfera ha prodotto un aumento dei danni alla salute. Anziani, malati cronici e bambini sono i più colpiti. Da alcuni studi è emerso che l’inquinamento nei centri urbani determina tra il 3% e l’8% della mortalità totale, con valori che arrivano al 15% nelle zone più inquinate.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che ogni anno, nel mondo, 800 mila persone muoiano prematuramente a causa dell’inquinamento. Esso è, dunque, la 13° causa di mortalità.

Bambini e Malattie Respiratorie: inquinamento tra le cause

Una ricerca condotta a Milano e hinterland dal team dell’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Università di Milano, ha evidenziato la stretta relazione tra inquinamento atmosferico e sviluppo di patologie respiratorie nei bambini. Il rischio è accresciuto, sia per frequenza che gravità, nei soggetti con broncospasmo (wheezing) o asma.

La ricerca ha rilevato la frequenza delle patologie respiratorie a carico delle alte e basse vie aeree in una popolazione di età tra 3 mesi e 18 anni. Sono stati confrontati, in un arco di 12 mesi, 329 bambini con wheezing ricorrente o asma bronchiale, con o senza sensibilizzazione allergica e 364 bambini senza malattie di base.

Inquinamento: i bambini i più a rischio

I bambini, soprattutto in età prescolare – ha detto Susanna Esposito, Direttore dell’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Università di Milano e Presidente di SITIPsopportano il 40% del peso dei danni indotti dall’inquinamento, poiché hanno caratteristiche anatomo-fisiologiche che li rendono più suscettibili. In particolare, durante la crescita e lo sviluppo degli organi esistono delle “finestre di vulnerabilità” agli stimoli nocivi, quali il periodo pre-concezionale, l’età embrionale, il primo anno di vita, il periodo dalla nascita fino ai 5-6 anni e l’epoca dello sviluppo puberale”.

I dati emersi mostrano che nei soggetti che poi svilupperanno wheezing e asma sono nettamente più frequenti fattori quali la prematurità (15,6%), il papà fumatore durante la gravidanza (28,8%), i problemi cardiaci (5,6%) e respiratori (11,9%) alla nascita.

I dati confermano che per i bambini già affetti da wheezing e asma, l’abitare in zone vicine ad aree molto trafficate è un fattore di rischio per infezioni delle basse vie aeree e per episodi asmatici. Al contrario, abitare in zone verdi è  un fattore protettivo.

Nesso causa-effetto tra inquinamento e danni alla salute

I risultati della ricerca dimostrano il nesso causa-effetto tra inquinamento atmosferico e danni alla salute. L’inquinamento da una parte modifica la risposta immunitaria e dall’altra contribuisce all’infiammazione delle vie aeree.

Questi risultati – aggiunge Susanna Esposito – richiamano con forza la necessità di vaccinare contro l’influenza i bambini con wheezing ricorrente o con asma bronchiale (che sono il 15% della popolazione pediatrica) e tutti coloro che presentano patologie respiratorie croniche, ad esempio prematuri con broncodisplasia o pazienti con fibrosi cistica. Purtroppo, infatti, tutti questi pazienti risultano ad alto rischio di riacutizzazioni respiratorie e in questi casi l’inquinamento dell’aria può avere un ruolo di ‘primum movens’ ma anche di co-fattore insieme ai patogeni respiratori”.

Per costoro, il vaccino contro l’influenza è uno strumento preventivo semplice ed efficace. Il periodo più appropriato per pensarci parte dalla seconda metà di ottobre. I vaccini antinfluenzali sono disponibili in farmacia, negli ospedali e nei centri vaccinali.

Oggi le coperture vaccinali nei pazienti con patologia respiratoria cronica sono spesso inadeguate (per alcune di queste patologie non raggiungono il 30% dei pazienti), sebbene le autorità sanitarie raccomandino la vaccinazione antinfluenzale e i risultati dimostrino come un intervento semplice può avere un grande impatto sulla salute, soprattutto quella dei bambini con malattie croniche.

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