Drunkoressia e Energy Drink: capire e prevenire i guai !
La drunkoressia – ovvero digiunare per poi consumare bevande alcoliche utilizzando il digiuno sia per compensare le calorie dell’alcol che per potenziarne gli effetti – riguarda in Italia 300 mila ragazzi tra i 14 e i 17 anni, per l’80% ragazze, con tendenza all’aumento.
La Drunkoressia
Gli effetti della drunkoressia sul nostro corpo sono dannosi – in primis sugli adolescenti – e con conseguenza gravissime. Conosciamo già, infatti, quali siano i danni che l’alcol arreca a fegato e cellule nervose. La drunkoressia, per le sue specifiche dinamiche, ne apporta di ulteriori i quali si sommano ai primi, quasi con effetto moltiplicativo più che semplicemente additivo.
Pericolosi sbalzi di peso, con scomparsa del ciclo mestruale nelle ragazze, osteoporosi, aritmie cardiache e steatosi epatica (cioè infarcimento di grassi nel fegato, primo passo verso la cirrosi) sono le conseguenze sul nostro organismo della drunkoressia.
A tutto questo, dobbiamo aggiungere come il consumo di alcol mostri una progressiva estensione a fasce di età più giovani. I primi “assaggi” – in particolare di birra, più che di vino e superalcolici – avvengono durante gli anni della scuola media. In più, gli effetti dell’alcol vengono appositamente ricercati in particolari circostanze, come può essere il ritrovo in discoteca. Da qui la necessità di un’azione informativo-preventiva con largo anticipo rispetto al raggiungimento della maggiore età o delle prime uscite serali.
Le bevande energizzanti – Energy Drink
Recentemente, la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) ha sollevato l’allarme per le bevande energizzanti, i cosiddetti “energy drink”, che contengono sostanze stimolanti quali caffeina, taurina, guaranà, ginseng e niacina. Gli Energy Drink hanno l’obiettivo di dare carica, sensazione di forza, instancabilità, resistenza e potenza. In più, se mescolate a bevande quelle alcoliche contribuiscono a promuovere gli effetti di disinibizione comportamentale.
L’ EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), ha diffuso dati preoccupanti: il consumo combinato di bevande energizzanti con l’alcol arriva al 56% negli adulti e al 53% negli adolescenti. Se tra i primi circa il 30% dichiara di consumare abitualmente energy drink, tra gli adolescenti dai 10 ai 18 anni le percentuali salgono al 68%. Un 12% sono addirittura bevitori “cronici”, con un consumo medio di 7 litri al mese e un altro 12% di consumatori “acuti”. Tra gli adolescenti spesso questa moda trae spunto dal mondo dello sport con l’obiettivo perseguito sin dai ragazzi alle prime armi che mirano a raggiungere migliori risultati se non a diventare veri atleti professionisti.
Il dato più allarmante è, poi, quello che riguarda i bambini dai 3 ai 10 anni: il 18% circa consuma energy drink e tra di essi il 16% ne consuma in media 0,95 litri a settimana (almeno 4 litri al mese), complici in questo caso certamente contesti familiari in cui i genitori o i fratelli maggiori sono i primi consumatori di tali bevande.
In tutto questo non dobbiamo dimenticare come anche i “soft drink” facciano la loro parte. Infatti, il consumo eccessivo di bibite gassate e/o dolcificate rientra tra le abitudini scorrette più diffuse e spesso associate a sovrappeso e obesità.
Energy Drinks e Drunkoressia: conseguenze e prevenzione
“Soft ed energy drink sono rappresentativi – afferma il dottor Piercarlo Salari, Pediatra Consultoriale a Milano e membro della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale – SIPPS – di due fenomeni paralleli e non complementari, che sebbene debbano essere differenziati opportunamente dall’abuso di bevande alcoliche, non devono essere sottovalutati”.
E’ fondamentale per i genitori saper cogliere nei propri figli alcuni segnali premonitori quali:
- la difficoltà di concentrazione e memoria, con impatto sulla resa scolastica
- l’aggressività immotivata e le alterazioni del tono dell’umore
- i cambiamenti nel ritmo sonno/veglia con eccessiva sonnolenza diurna
- la tendenza all’isolamento
- il desiderio ossessivo di migliorare le performance sportive
- la ‘dipendenza’ da abitudini che tendono a ripetersi in alcuni momenti o circostanze, come per esempio il digiuno volontario in previsione di una festa o di una serata con gli amici.
La vera preoccupazione riguarda, però, la mancanza di conoscenza degli effetti da parte degli adolescenti: gli energy drink sono, infatti, ancor più facilmente reperibili degli alcolici e non è possibile una stretta sorveglianza del loro utilizzo.
“In caso di eccessivo consumo di bevande energizzanti si possono identificare due ordini di rischi – prosegue il dottor Salari – quelli con conseguenze immediate quali:
- l’accelerazione del battito cardiaco e la comparsa di episodi di tachicardia e ipertensione
- nausea e/o vomito
- malessere psicofisico
- calo dell’attenzione e della vigilanza (ancora più pericolosa se il ragazzo è alla guida)
e quelli con conseguenze nel più lungo termine, quali:
- dipendenza
- riduzione della memoria e delle capacità cognitive
- erosione dello smalto dentario”.
Per limitare i danni provocati dall’abuso di bevande energizzanti, è necessario sfatare miti e informare correttamente ragazzi e famiglie.
E’ sbagliato dalla sue fondamenta il concetto che ad un prodotto, qualunque esso sia, possa essere demandato il compito di risolvere un problema o migliorare una condizione. Questo concetto non deve poi essere trasmesso ai bambini facendo loro credere che esistano soluzioni “pronte all’uso” per vincere la stanchezza e affrontare gli impegni quotidiani in una maniera semplice e rapida. Il lato negativo di questo approccio no tarderebbe a manifestarsi.