Neurologia

Epilessia e memoria

L’epilessia è una malattia caratterizzata dal ripetersi nel tempo di crisi epilettiche spontanee. Una crisi epilettica è il risultato della attivazione di una popolazione più o meno estesa di neuroni corticali. In Italia, quasi una persona su 100 è colpita da epilessia: si stima infatti che nel nostro Paese, l’epilessia interessi circa 500.000 persone, con 30.000 nuovi casi l’anno.

Anche per questi dati statistici, la Società Italiana di Neurologia ha affrontato – nel corso della Settimana del Cervello – il tema delle conseguenze dell’epilessia sulla memoria.

Epilessia: le cause

L’epilessia è dunque al terzo posto dopo le patologie cardiovascolari e quelle con deficit intellettivo e sensoriale. Si tratta di una patologia cronica, caratterizzata dal ripetersi di crisi, che può colpire in qualunque momento della vita, anche se si manifesta soprattutto in età infantile e nell’anziano.

Le cause dell’epilessia sono molteplici e possono variare da lesioni o malformazioni cerebrali fino a cause genetiche. Le crisi epilettiche possono interessare entrambi gli emisferi (crisi generalizzate) o essere limitate ad una area più o meno vasta di un solo emisfero (crisi focali). Le epilessie quindi possono interferire, a seconda della localizzazione dell’area cerebrale responsabile delle crisi, con le funzioni cognitive dimoranti in quest’area e con le connessioni che questa area ha con altre sedi cerebrali funzionali.

Epilessia e Memoria

Le persone affette da epilessia riferiscono frequentemente difficoltà della memoria. Dalla letteratura si stima che circa il 50% degli individui affetti da epilessia riferisce un disturbo della memoria da moderato a severo. Molti fattori concomitanti possono interferire con i processi della memoria nei pazienti con epilessia,  in particolare:

  • la neuropatologia sottostante l’epilessia
  • la frequenza e l’intensità delle crisi
  • l’attività parossistica EEG fra un  crisi e l’altra
  • le terapie antiepilettiche
  • l’età e la durata di malattia
  • i fattori psicosociali
  • l’intervento chirurgico per epilessia

Epilessia del lobo temporale

Un disturbo della memoria è particolarmente frequente nelle epilessie del lobo temporale, la forma più frequente di epilessia focale dell’adulto. Questo è dovuto al fatto che, in questa forma di epilessia, le strutture deputate alla memoria, in particolare l’ippocampo, sono coinvolte direttamente dall’attività epilettica.

L’epilessia è caratterizzata da una attività elettrica patologica che è presente non solo durante le scariche parossistiche che danno luogo alle crisi cliniche ma anche nei periodi fra una crisi e l’altra – ha spiegato il Professor Paolo Tinuper, Responsabile  del Centro Epilessia della Clinica Neurologica dell’Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna, Ospedale Bellaria e Docente di Neurologia presso il Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie dell’Università di Bologna – le scariche presenti nei periodi fra una crisi e l’altra, particolarmente se prolungate e ripetute frequentemente nel tempo interferiscono con i network preposti al mantenimento e al richiamo della memoria nell’ippocampo.

Lo studio della possibile interferenza tra epilessia e memoria diventa di particolare importanza nella selezione e pianificazione dell’intervento chirurgico in pazienti con una epilessia temporale farmacoresistente.

Studi recenti hanno dimostrato come, nei pazienti con epilessia temporale sostenuta da sclerosi dell’ippocampo, la aspettata lateralizzazione dei profili della memoria verbale e della memoria non-verbale, attribuite rispettivamente all’emisfero sinistro e emisfero destro, non è rispettata – ha continuato il Professor Paolo Tinuper – questi studi mostrano come ci sia una asimmetria emisferica delle funzioni mnesiche, con complesse alterazioni funzionali fra i due ippocampi, con possibilità di meccanismi compensatori nel caso di lesione unilaterale. Inoltre, l’assunto tradizionale che nelle epilessie focali l’attività parossistica origini da uno specifico, anatomicamente limitato focolaio epilettico è stato sostituito da una visione più complessa nella quale le crisi focali originano concettualmente da un network per lo più limitato ad un emisfero”.

Recenti tecniche di immagini funzionali  come  la fMRI, l’EEG-fRMI, l’High Density EEG e gli studi di Connectivity hanno contribuito molto a queste osservazioni fornendo una caratterizzazione più precisa dei diversi network.

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