Artrite: scopriamo vera causa dell’infiammazione
Dolore, arrossamento, gonfiore, articolazioni dolenti, un ginocchio gonfio, la mano che fa male se si afferra un oggetto, mal di schiena, anca dolente. Si tratta di Artrosi per il deterioramento e l’usura dell’articolazione? Oppure di Artrite con l’articolazione infiammata. Ma esiste un’alternativa agli antidolorifici?
Artrite: che cos’è?
L’artrite è un’infiammazione che produce dolore, gonfiore, rossore e calore delle articolazioni che coinvolgono più frequentemente la colonna vertebrale, le articolazioni sacroiliache e i punti di inserzione dei tendini all’osso.
L’infiammazione articolare inizia come conseguenza di una risposta mal diretta dell’organismo indotta da un’infezione extrarticolare. Ma approfondiremo questo concetto tra un attimo.
Artrosi: che cos’è?
L’artrosi è viceversa una malattia di natura degenerativa delle articolazioni tipica di persone che fanno lavori usuranti, della età avanzata, rara nell’età giovanile, caratterizzata da consumo e impoverimento delle cartilagini con una riduzione dello spazio tra le due ossa che compongono l’articolazione stessa. Ha un inizio insidioso, lenta evoluzione, tendenza a coinvolgere altre articolazioni e, in qualche misura, l’intero sistema articolare.
Artrite e Artrosi: come si riconoscono?
L’artrite è una infiammazione, l’artrosi è una degenerazione del sistema articolare.
L’artrite come gran parte delle malattie articolari se trattata in modo tempestivo, può essere ben controllata e consentire ai malati una vita quasi normale.
Quali sono i segnali da non sottovalutare?
Tanto per iniziare gonfiore e dolore alle articolazioni delle mani, dei polsi che persistono per più di tre settimane non vanno mai sottovalutati. Potrebbero, infatti, essere dovuti a un’artrite. In questi casi alcuni esami del sangue come la VES la PCR l’emocromo il fibrinogeno possono dirimere il sospetto dimostrando una infiammazione in atto.
Altro segnale da non sottovalutare è la rigidità articolare mattutina: se la durata è inferiore all’ora, potrebbe essere legata all’artrosi (malattia reumatica degenerativa), mentre se supera questa soglia e si associa a gonfiore e dolore persistente delle articolazioni, è probabilmente dovuto ad artrite.
Fenomeno di Raynaud e Connettiviti
Oltre a questi sintomi tipici riferibili alla infiammazione articolare abbiamo altri segni meno specifici che viene molto meno spontaneo associare a un’eventuale malattia reumatica. Per esempio, un arrossamento sul dorso del naso, sulle guance e talvolta sul collo, peggiorato dall’esposizione solare anche lieve e associato a dolori articolari potrebbe essere la spia del lupus eritematoso sistemico, mentre il pallore improvviso e persistente delle dita delle mani in seguito ad esposizione al freddo o emozioni, potrebbe far pensare al fenomeno di Raynaud, che può essere innocuo, ma anche indicativo di particolari malattie reumatiche come le connettiviti.
Altri sintomi
A volte i sintomi prevalenti sono altrove rispetto alle articolazioni, come bruciori ad urinare e dolori all’uretra, oppure legati a forti disturbi diarroici. Insomma, i segnali sono tanti, a volte più specifici altre volte più vaghi; l’importante è non sottovalutarli, ma cercare di capire da che cosa dipendono per poter impostare terapie adeguate.
Artrite: perché ci si ammala? Il Mimetismo Molecolare
Abbiamo detto che l’Artrite è la conseguenza di una risposta mal diretta ad un agente infettivo. Mal diretta vuol dire che il sistema immunitario del nostro organismo che combatte microbi o virus può sbagliarsi, essere tratto in inganno per il meccanismo del mimetismo molecolare. In alcune persone, infatti, questo possibile errore è più frequente e dipende dalla costituzione del loro sistema immunitario.
Una elevata percentuale di individui infatti condivide delle caratteristiche genetiche favorenti l’istaurarsi delle artriti reattive. Così come le persone con la caratteristica genetica di avere gli occhi chiari subiscono molto facilmente l’insulto dei raggi UVA, il fastidio della luce del sole diretta o riflessa, così alcuni individui che hanno delle caratteristiche costituzionali con la presenza di geni che sono dei facilitatori della malattia artritica ( i geni HLA-B27; l’HLA-DR3 e DR4), hanno le articolazioni più esposte all’insulto di fattori fisici, infiammatori e infettivi, come se fossero giunture più a nudo rispetto al mondo esterno
Nel caso dell’artrite si è constatato come esista una similitudine fra un costituente genetico dell’organismo, la molecola HLA-B27 e alcuni agenti infettivi, batteri o virus. Questa somiglianza comporta che una risposta immunitaria innescata dall’agente infettivo si indirizzi in una duplice direzione: il microrganismo infettivo da un lato e dall’altro verso la porzione dell’HLA che somiglia all’organismo infettivo stesso. Insomma una autoaggressione indotta da un agente infettivo.
Le artriti sono dunque uno dei capitoli più affascinanti della medicina e di solito l’atteggiamento terapeutico si riduce alla somministrazione di antinfiammatori, con scarsi successi, inseguendo prevalentemente il sintomo dolore e non indagando, viceversa sulle cause della malattia.
Artrite: la causa è infettiva
Le artriti dunque sono scatenate da sicure cause infettive e si manifestano come postumi di infezioni ben precise a carico di organi o apparati ben diversi da quelli articolari.
I casi di artrite più frequenti sono quelli legati a determinate infezioni dove più frequentemente si generano meccanismi di mimetismo molecolare.
Ad esempio, le infezioni del tratto urogenitale da Clamydia trachomatis o quelle legate ad un’infezione del tratto intestinale sostenuta da Yersinia Enterocolitica. Inoltre, con una frequenza inaspettata fino ad oggi, si manifestano artriti reattive da Parvovirus B19, Clostridium difficile (specialmente in chi ha fatto terapie antibiotiche prolungate), da Borrelia Burgdorferi, da Mycoplasma pneumoniae e, da Salmonelle e Klebsielle.
Artrite: le analisi di laboratorio
Il laboratorio ha un ruolo indispensabile perché può ricercare gli anticorpi (della classe IgG) nei confronti di questi agenti infettivi. Più è preciso il sospetto diagnostico più mirata sarà la ricerca di anticorpi. Dimostrata con le analisi del sangue la presenza di anticorpi nei confronti dell’agente patogeno viene impostata la terapia più adatta con i diversi rimedi della medicina tradizionale ma anche in ambito Omeopatico.
La storia clinica del paziente indirizza la ricerca
In un contesto di storia clinica del paziente che denunci fastidi e sintomi prevalentemente della sfera urogenitale si dovrà indagare sulla Chlamydia trachomatis e sull’Ureaplasma urealyticum. Se i sintomi prevalenti si riferiscono alle vie respiratorie vanno ricercate Klebsiella pneumoniae, Streptococchi, Mycoplasma pneumoniae, Mycobacterium tuberculosis, Parvovirus B19 (sintomi influenzali con possibili eritemi). In un contesto clinico caratterizzato da problematiche intestinali si dovrà indagare sulla presenza di anticorpi per Shigelle, Yersinia enterocolitica di tipo O:3 e O:9, Salmonelle, Campylobacter jejuni, Brucella, Helicobacter Pylori. Infine una storia con vacanze nei boschi, camminate nell’erba alta con possibili punture di zecca e presenza di eritemi richiede la ricerca degli anticorpi nei confronti della Borrelia burgdorferi.
Nei casi di più difficile interpretazione potrò essere utile, per dare elementi di “scenario”, l’analisi della costituzione del sistema genetico HLA per la presenza di quelle molecole predisponenti come l’HLA-B27; HLA-DR4 e HLA- DR3.
Una diagnosi adeguata e un’impostazione terapeutica efficace potranno portare indubbi benefici nella cura di questa malattia.