Bambini: fate sport tutto l’anno !
I bambini dovrebbero fare sport e questo per molti motivi. Infatti attraverso lo sport, il divertimento e il gioco, bambini ed adolescenti imparano valori fondamentali quali amicizia, solidarietà, lealtà, autodisciplina, autostima e rispetto degli altri.
Anche i benefici fisici dello sport sono altrettanto importanti sin dalle prime fasi di vita. “Un’attività fisica regolare in età pediatrica, anche nei soggetti affetti da Malattie Respiratorie Croniche – sottolinea la Prof.ssa Susanna Esposito, Direttore dell’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano e Presidente della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP) – è un’importante forma di prevenzione dell’obesità che contribuisce, attraverso un aumento del dispendio energetico, a ridurre la massa grassa e ad aumentare quella magra, ed è uno strumento fondamentale per un corretto sviluppo osseo. L’attività fisica migliora, poi, la sensibilità all’insulina, come dimostrato in giovani con diabete di tipo 2, riduce la pressione sistolica e diastolica nel caso esse siano alterate e migliora il profilo lipidico”.
Bambini e Sport: anche benefici psicologici
L’attività fisica regolare produce, inoltre, rilevanti benefici psicologici. Lo sport permette di acquisire una buona capacità di adattarsi ed è una valida arma contro l’ansia e la depressione. La soddisfazione, poi, di imparare sempre nuovi esercizi permette di aumentare l’autostima. L’attività fisica è un momento di gratificazione e divertimento che induce il bambino a continuare l’attività fisica e a sentirsi soddisfatto quando la fa. E non è finita qui: gli sport di squadra migliorano le capacità sociali attraverso la cooperazione con altri bambini e le capacità cognitive attraverso l’esplorazione dell’ambiente e l’acquisizione di nuove esperienze.
Secondo quanto suggerito dall’American Academy of Pediatrics, i bambini dovrebbero fare almeno 30-60 minuti di attività fisica al giorno. “Non esiste un’attività sportiva ideale in assoluto – avverte Susanna Esposito – l’importante è che sia il bambino e non il genitore a sceglierla, che sia divertente, preferibilmente all’aria aperta o in un ambiente ben areato e soprattutto che sia varia e che permetta uno sviluppo armonico delle varie capacità motorie del bambino”.
Quale sport per quale età?
L’attività fisica deve necessariamente differenziarsi a seconda della fascia di età a cui appartiene il bambino, a tal proposito ecco cosa consigliano i pediatri di SITIP:
- ai bambini al di sotto dei due anni dovrebbero essere proposti da parte dei genitori momenti di gioco istruttivi e poco strutturati. I bambini di questa fascia di età hanno bisogno di giocare all’aria aperta con la supervisione di un genitore (passeggiate e giochi al parco);
- i bambini in età prescolare dovrebbero partecipare ad attività divertenti, che lascino spazio alla scoperta, con poche regole e istruzioni semplici: correre, nuotare, rotolarsi, giocare a palla;
- i bambini tra i sei e i nove anni hanno migliori capacità motorie e miglior equilibrio, potrebbero iniziare sport organizzati, ma con poche regole flessibili, e focalizzati sul divertimento piuttosto che sulla competizione;
- per i bambini tra i dieci e i dodici anni si può porre l’attenzione sullo sviluppo di capacità motorie, su tattiche e strategie, attraverso sport complessi che mirino allo sviluppo della massa muscolare;
- gli adolescenti sono molto influenzati dai loro coetanei, è importante prima di tutto capire le attività di loro interesse, che siano divertenti e in compagnia di amici, per assicurare una partecipazione continuativa. Si consigliano sport competitivi e non.
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Scongiuriamo il “calo di interesse”
Tra i bambini più grandicelli il fattore di rischio rimane il calo di interesse per l’attività sportiva e il suo successivo abbandono. Secondo una recente indagine ISTAT, tra il 2000 e il 2011 la pratica sportiva continuativa nei bambini di età compresa tra i 6 e i 10 anni è aumentata dal 48,8% al 54,3%, ma già dopo la scuola primaria i dati evidenziano un allontanamento dalla pratica sportiva continuativa, in particolare nei ragazzi a partire dagli 11 anni. Nella fascia d’età 11-14 anni, infatti, la quota di praticanti continuativi diminuisce passando dal 56% al 53,4%. Percentuale che tra i 15 e i 17 anni diventa del 48,5% e si assesta al 34,7%, tra i 18 e i 19 anni.
Per scongiurare la noia e l’abbandono dell’attività fisica, i pediatri di SITIP raccomandano alcuni essenziali accorgimenti:
- bisogna evitare di proporre ai bambini attività fisiche ripetitive: fondamentale è il divertimento, senza creare un clima di eccessiva competizione che può indurre nel bambino frustrazione;
- lo sport non deve diventare per il bambino o per l’adolescente una fonte di stress: una cattiva performance o perdere in una gara possono causare ansia con diminuzione dell’autostima. Spesso i genitori ripongono eccessive aspettative nei propri figli, trasferendo su di loro le proprie aspirazioni, con un impatto disastroso sul loro assetto psicologico;
- è importante evitare attività di allenamento “unilaterali”, intese ad incrementare una sola qualità fisica. Questo può bloccare i processi di apprendimento motorio del bambino oltre ad essere dannoso dal punto di vista dello sviluppo muscolo scheletrico.
“Per incentivare i propri figli a fare o a continuare le attività sportive – conclude Susanna Esposito – il primo passo è limitare il tempo dedicato alle attività sedentarie (TV, computer, videogiochi) che non dovrebbe superare le due ore giornaliere nei bambini in età scolare e prescolare, mentre tali attività dovrebbero essere proscritte nei bambini di età inferiore ai due anni. Queste attività sono dannose perché riducono il dispendio energetico nell’arco della giornata e possono contribuire ad aumentare l’assunzione calorica, attraverso l’abitudine a spuntini davanti alla TV o a causa delle tentazioni offerte dagli spot pubblicitari. È molto importante, inoltre, che i genitori per primi diano il buon esempio ai loro figli assumendo uno stile di vita attivo e organizzando attività ludico-sportive all’aria aperta che coinvolgano l’intera famiglia. Di per sé, non vi sono poi rischi infettivi nel praticare gli sport, per tale motivo è necessario ricordare che anche in inverno fare sport è importante e che non vi sono rischi di infezioni nel praticarlo all’aria aperta”.
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