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La Celiachia

La Celiachia o, in altri termini, l’Intolleranza al Glutine cosa è? Una delle tante intolleranze alimentari o qualcos’altro?

La celiachia è una malattia digestiva di origine genetica attivata dall’ingestione di una frazione proteica del glutine, proteina presente nella cariosside del grano (contenuta nelle pietanze a base di frumento, orzo o segale quali, ad esempio, pasta, pane, biscotti, pizza).

I celiaci reagiscono all’assunzione di alimenti che contengono anche minime quantità di glutine (20 ppm = 1mg per 1kg di alimento)  con una reazione auto-immunitaria abnorme a livello dell’intestino tenue, determinata dalla frazione tossica del glutine.

Infiammazione Cronica

Tale reazione genera un’infiammazione cronica, danneggia i tessuti dell’intestino tenue e porta alla scomparsa dei villi intestinali, fondamentali per l’assorbimento dei nutrienti e degli oligo-elementi.  Il celiaco, quindi, non è in grado di assorbire sostanze nutritive in quantità sufficienti e perciò rischia la malnutrizione. La celiachia, se non è diagnosticata e trattata tempestivamente, può avere conseguenze importanti, anche irreversibili. Secondo l’Associazione italiana celiachia (Aic), in Italia si ha un caso di celiachia ogni 100-150 persone. I celiaci quindi potrebbero essere circa 400 mila.

Celiachia: cause e complicanze

La celiachia è una malattia genetica, di cui si può determinare la predisposizione dell’individuo e che può evidenziarsi in ogni periodo della vita. Esistono però occasioni di stress acuto che possono favorirne l’insorgenza (ad es.: gravidanza, interventi chirurgici, parto, infezioni virali, ecc.). Altri fattori sono relativi al tipo di alimentazione e alla quantità di glutine introdotto nella dieta.

Se non trattata adeguatamente, la celiachia può portare allo sviluppo di altre malattie, in particolare di:

  • linfoma e adenocarcinoma, forme di cancro intestinale;
  • osteoporosi, per lo scarso assorbimento del calcio;
  • aborto e malformazioni congenite, poiché in gravidanza, l’apporto di sostanze nutritive è cruciale per la buona salute del feto;
  • bassa statura, poiché se la celiachia si sviluppa in età infantile non permette l’assorbimento adeguato dei nutrienti per la crescita;
  • convulsioni o attacchi epilettici, derivati da calcificazioni formatesi nel cervello per carenza di acido folico per scarso assorbimento

Il celiaco può anche sviluppare altre malattie autoimmuni quali dermatite herpetiforme, tiroidite autoimmune, lupus sistemico ritematoso, diabete di tipo 1, malattie del fegato, malattie vascolari, artrite reumatoide, sindrome di Sjogren. La connessione tra queste malattie e la celiachia può anche avere una natura genetica.

La diagnosi della celiachia

Una diagnosi sintomatologica della celiachia è difficile, perché i sintomi sono simili a quelli di altre malattie, tra le quali numerose malattie che interessano l’intestino ma anche forme di stanchezza cronica e di depressione. Inoltre, la celiachia può non sviluppare alcun sintomo evidente ma comporta comunque un danneggiamento dei tessuti intestinali.

La diagnosi della malattia passa dunque per:

  • analisi mirate di primo livello su sangue:. il livello di anticorpi specifici Antigliadina (IgA, IgG), Anticorpi Antiendomisio (EMA) e Anticorpi Anti-Transglutaminasi (tTG IgA), prodotti nel sangue in risposta alla presenza di glutine. Tale analisi va completata da una determinazione delle Iga Totali, per individuare la capacità del soggetto a produrre questo isotipo delle Immunoglobuline, evitando falsi negativi.
  • test istologico consistente in una biopsia intestinale, effettuata in corso di Gastro-Duodenoscopia,  onde verificare il danneggiamento e l’atrofia dei villi intestinali.

Nel caso di presenza della malattia all’interno di una famiglia, data la sua caratteristica trasmissione genetica, è opportuno effettuare uno celiachiascreening di primo livello degli Anticorpi Anti-Transglutaminasi in tutti i parenti di primo grado del malato ed eventualmente estendere la ricerca verso il philum genetico coinvolto (nipoti, cugini), soprattutto se si evidenziano patologie suggestive (intolleranze alimentari, dermatiti, intolleranza al nichel, poliabortività, ecc.).

In caso di negatività degli anticorpi è importante determinare la predisposizione alla malattia celiaca effettuando un test genetico con la determinazione dell’aploptipo DQ2/DQ8. In caso di positività al test genetico il soggetto dovrà monitorare la sua predisposizione alla celiachia effettuando un test di Anti-Transglutaminasi IgA almeno un volta all’anno.

Gluten Sensitività o Sensibilità al Glutine

Inoltre, da qualche anno è ormai noto che persone siero-negative per la celiachia (senza sviluppo di anticorpi che distruggono le pareti intestinali) ma predisposti geneticamente a sviluppare la malattia, possono avere sintomi fastidiosi, tipici delle intolleranze alimentari. Si parla allora di Gluten Sensitività o Sensibilità al Glutine. Anche in questo caso una dieta priva di glutine è consigliabile, sebbene non obbligatoria a vita, per migliorare lo stato di salute.

La terapia del Morbo Celiaco

La terapia del Morbo Celiaco è fondata sulla eliminazione totale e a vita del glutine dall’alimentazione e anche dagli utensili da cucina per evitare contaminazioni da cibo dei familiari non celiaci. Con la guida giusta, si può strutturare una dieta opportuna grazie ad alimenti naturalmente privi di glutine. Si eviterà cosi di assumere esclusivamente gli alimenti che subiscono processi industriali di estrazione del glutine. Questi alimenti in genere vengono anche arricchiti di grassi e zuccheri per aumentarne il sapore, favorendo in definitiva l’incremento di peso e la sindrome metabolica.

Infine il medico nutrizionista si prenderà carico dell’intero quadro clinico trattando farmacologicamente, laddove necessario, eventuali patologie gastrointestinali associate e prescrivendo integratori vitaminici o minerali, mirati caso per caso, se vi fossero carenze nutrizionali.

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Mayme Mary Pandolfo

La Dott.ssa Mayme Mary Pandolfo si è laureata in Medicina e Chirurgia e specializzata in Scienza dell’Alimentazione presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” con il massimo dei voti. Responsabile del Programma di Educazione Terapeutica Strutturata (ETS) in Diabetologia presso la UOC Diabetologia, Dietologia e Malattie Metaboliche dell’Ospedale “Sandro Pertini” di Roma ove svolge anche attività di ricerca in campo diabetologico. Esercita, inoltre, la sua attività professionale presso diverse strutture mediche della Capitale. E' co-autrice di diversi articoli scientifici pubblicati su riviste mediche internazionali ed ha presentato relazioni in congressi nazionali ed internazionali.