Le Interviste

David Granieri: la Città Eterna prima testimonial dell’olio DOP Sabina

David Granieri – Presidente di Coldiretti Roma e Lazio – è un “Sabino DOC”: infatti è di Nerola e nel territorio di questo comune ha anche sede la sua azienda agricola. Lo abbiamo incontrato per fare il punto sulle ultime iniziative di Coldiretti a supporto dello sviluppo dell’agricoltura regionale e sabina.

Presidente Granieri, ha avviato un progetto finalizzato a trasformare ed accrescere la competitività del settore agrituristico regionale, di che si tratta?
Inizio con una premessa: fare agriturismo nella regione dove si trova Roma e tutt’altro che facile perché la Capitale tende a monopolizzare l’interesse dei turisti e gli agriturismi sono sempre a rischio di essere considerati i posti del “cibo a buon mercato”. In altre regioni, invece, non è così: pensiamo alla Toscana dove nel 2012 il 50% degli ospiti degli agriturismi è stato italiano ed il 50% straniero e dove per il 2013 l’obiettivo è di far lievitare la percentuale dei turisti stranieri addirittura al 65%. Nel Lazio, per contro, l’attenzione a questo tema è così ridotta che neanche conosciamo il valore di queste percentuali. Il punto è che noi dobbiamo qualificare la nostra offerta agrituristica tenendo innanzitutto ben presente che perché un agriturismo sia tale esso deve avere un’azienda di produzione agricola alle spalle, se no è un’altra cosa, perfettamente lecita ma diversa. Coldiretti ha avviato un progetto in tal senso che parte dai principi generali: nel Lazio – dove il fatturato complessivo del settore è di 60 milioni di euro all’anno – abbiamo una legge specifica ma non il regolamento attuativo e, dunque, la legge non è applicabile. Stimiamo che circa il 50% degli agriturismi non sarebbero in grado di ottemperare alla normativa qualora entrasse in vigore.

E Coldiretti come si sta muovendo ?
Da un lato chiediamo alla Regione che il regolamento attuativo venga emanato e che l’esistenza delle condizioni che consentano ad un agriturismo di essere tale sia verificata attraverso il “fascicolo aziendale” che è quello strumento elettronico che già oggi raccoglie tutti i dati relativi a ciascuna azienda agricola. Poi, abbiamo attrezzato il nostro ufficio tecnico in modo tale da essere in grado di dare supporto a tutti quegli imprenditori del settore che vogliano far evolvere la loro azienda ed incamminarsi su un percorso che porti ad una chiara certificazione della loro qualità. Qui sta il fatto qualificante della nostra azione: da un lato, finalmente, è stato reso operativo il sistema di classificazione della qualità offerta dagli agriturismi ispirato al metodo delle “stelle” che nel nostro caso sono diventate “girasoli” e, dall’altro, il Ministero delle Risorse Agricole ha registrato il marchio “Agriturismo Italia”. Il nostro obiettivo è far si che gli agriturismi del Lazio, con il supporto di Coldiretti, possano, per passi successivi, ottemperare alla legge, fregiarsi dei “girasoli” ed ottenere l’utilizzo del marchio “Agriturismo Italia”. L’agriturismo, quello vero, deve divenire sinonimo di qualità nell’ospitalità sia per i turisti italiani che stranieri.

Venendo a temi geograficamente più vicini, quali sono le iniziative di Coldiretti a supporto dell’agricoltura “sabina” ?
Credo che per la Sabina Condiretti abbia avviato un’iniziativa di forte impatto soprattutto se teniamo presente come in Sabina “agricoltura” significhi in primis “oleicoltura”. Da circa un anno e mezzo, infatti, è operativa la prima Organizzazione dei Produttori nel Lazio, denominata OP Lazio, la quale si occupa specificamente della commercializzazione dell’olio d’oliva e delle olive da tavola. Partiamo da quest’ultimo argomento che è una vera novità. Infatti, in Sabina, la produzione di oliva leccina può essere certamente molita come si fa da sempre ma risulta anche ottima come oliva da tavola. Noi ci stiamo impegnando per venderla come tale con un duplice obiettivo: creare una nuova fonte di reddito per i coltivatori ma anche consentire una vendita più agevole dell’intera produzione di olive destinandone una certa quota anche all’oliva da tavola. Abbiamo poi avviato un progetto con l’obiettivo di far utilizzare l’olio d’oliva extravergine DOP Sabina come olio da sala a 600 ristoratori romani entro il 2013 e ad oggi abbiamo superato quota 150. Si tratta di olio fornito direttamente dal Consorzio del DOP Sabina ed il quale reca inoltre il marchio FAI (Firmato dagli Agricoltori Italiani, ndr), ovvero dell’organizzazione di Coldiretti per la commercializzazione dei prodotti agricoli a filiera corta. Inoltre, stiamo partecipando al bando di gara per rifornire con l’olio della OP le mense scolastiche romane. Il nostro obiettivo è che la Città Eterna sia il primo “testimonial” dell’olio DOP Sabina.

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Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ consigliere d’amministrazione di SanaRes, la prima rete d’imprese italiana nel comparto sanitario. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.