Diabete e infertilità maschile: quale relazione?
A differenza di quanto comunemente si creda, il diabete non è una malattia da anziani: la percentuale dei trentenni diabetici è infatti cresciuta del 76% negli ultimi 10 anni.
Allo stesso modo, se certamente il diabete è una malattia metabolica, non è però solo questo: l’impatto che il diabete ha sulla fertilità dell’uomo è importante. Se mettiamo insieme i due dati, il quadro è chiaro: cresce il diabete tra i giovani e crescendo causa un aumento dell’infertilità tra i giovani uomini. Questo è il problema di oggi.
Cos’è il diabete ?
Un rapido riassunto. L’insulina è un ormone il quale contribuisce all’assorbimento degli zuccheri che assumiamo con l’alimentazione e che forniscono al corpo l’energia che gli serve per vivere. Ogni volta che mangiamo, il nostro tasso di zucchero (glucosio) nel sangue aumenta al di sopra dei livelli normali, fino a quando il pancreas rilascia l’insulina, consentendoci di normalizzare la glicemia e sfruttare le risorse nel tempo intercorrente tra un pasto e l’altro, ma se il corpo non riesce a produrla o a utilizzarla, i livelli di zucchero nel sangue crescono in maniera pericolosa, e ci si ammala di diabete. Dunque, il diabete si manifesta quando il pancreas non riesce a produrre l’ormone insulina o quando il corpo non riesce a impiegare correttamente l’insulina prodotta (insulino-resistenza).
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la salute sessuale e riproduttiva comprende lo stato di benessere fisico, mentale e sociale, correlato al sistema riproduttivo e alle sue funzioni. Implica che le donne e gli uomini devono essere in grado di condurre una vita sessuale responsabile, soddisfacente e sicura; che devono avere la capacità di riprodursi e la libertà di decidere se, quando e quanto possono farlo. Nel considerare appieno il significato ultimo di “salute” promosso dall’OMS, non si può quindi trascurare l’impatto che il diabete, come malattia metabolica, ha sulla vita riproduttiva.
Diabete e Infertilità maschile
La fertilità nei soggetti diabetici di sesso maschile è generalmente ridotta rispetto alla popolazione generale. Una stretta correlazione va individuata con i disturbi erettili, per il danno ai capillari e ai nervi periferici che spesso si riscontra nei diabetici. Alcuni dati recenti suggeriscono che nella popolazione diabetica i problemi di fertilità abbiano anche altre origini. In particolare, l’analisi del liquido seminale dimostra che la motilità spermatica è significativamente più bassa, e al microscopio elettronico lo sperma dai diabetici esibisce una più alta percentuale dei difetti di morte programmata per selezione naturale (apoptosi) e di immaturità rispetto allo sperma dei non-diabetici.
La percentuale di coppie infertili con almeno uno dei due partner affetto da diabete mellito che si rivolge ai centri di procreazione medicalmente assistita, è in costante aumento e nella quasi totalità dei casi è il partner maschile ad essere affetto da diabete mellito tipo 1.
Quanto sopra ha portato a concludere che il liquido seminale dei maschi con diabete presenti difetti strutturali in paragone allo sperma normale e ad ipotizzare che l’eventuale danno riproduttivo riconosciuto negli uomini con il diabete possa essere il risultato di interferenza della malattia metabolica in modi differenti.
Le possibili cause
Le possibili spiegazioni attualmente accreditate circa il rapporto tra diabete e infertilità maschile comprendono le ipotesi che:
- il diabete mellito influenzi gli equilibri ormonali (asse ipotalamo-ipofisi-testicolo) mediante la capacità, legata all’azione insulinica, di interferire con la normale pulsatilità degli ormoni gonadotropine (LH in particolare ed FSH);
- il diabete mellito influenzi negativamente la produzione degli spermatozoi (spermatogenesi) mediante un effetto diretto sul testicolo dovuto all’iperglicemia che creerebbe un ambiente inadeguato alterando non tanto il numero, quanto la qualità (morfologia e vitalità) degli stessi;
- l’obesità, così frequentemente presente nel diabete mellito, possa essa stessa costituire un fattore di rischio aggiuntivo dal momento che può determinare un ipogonadismo ipogonadotropo.
Resta da chiarire se la durata della malattia diabetica e/o la qualità del controllo metabolico possano influire in maniera decisa su quanto fin qui descritto in relazione al rapporto tra diabete e infertilità maschile.
Sono numerosi gli intermediari biologici che nella sindrome metabolica possono essere suscettibili di un significativo miglioramento quando diventano l’oggetto di una strategia di intervento basato su dieta ed attività fisica. L’aderenza ad un regime alimentare di tipo Mediterraneo e l’attività fisica sono stati associati ad un miglioramento della funzione erettile sia in soggetti obesi che in soggetti affetti da sindrome metabolica oltre che ad una riduzione dei livelli dei principali markers di infiammazione, dell’assetto lipidico e della salute dei vasi sanguigni in generale.
Dunque in termini di prevenzione del danno va sicuramente incoraggiata la diffusione già tra gli adolescenti ed i giovani di messaggi proponenti uno stile di vita salutare con una dieta basata sull’elevato consumo di frutta, verdura, cereali integrali e olio di oliva e lo svolgimento quotidiano di attività fisica, con le relative ripercussioni sulla futura potenzialità riproduttiva. Tuttavia per i soggetti adulti diabetici che inizino la ricerca di un figlio risulta consigliabile una consulenza andrologica con esame del liquido seminale per escludere gli eventuali danni della malattia sul liquido seminale e sfruttare al meglio tutte le opportunità terapeutiche che la scienza medica può offrire.