PrevenzioneStili di Vita

Farmaci e Anziani: a cosa fare attenzione?

La prescrizione farmacologica nell’anziano è un tema di oggettiva delicatezza per un concorso di un insieme di fattori attinenti:

  • il rallentamento dei processi metabolici, che si riflette sull’assorbimento, sui processi di trasformazione e sulla velocità di eliminazione dei farmaci,
  • la frequente esistenza di comorbilità, con quel che ne consegue in chiave di interferenza farmacologica,
  • il rischio di far prevalere aspetti di medicina difensiva o su altro fronte di medicina desistiva.

Relativamente al rallentamento dei processi metabolici è nozione comune il dovere usare precauzioni di dose e di attenta valutazione della efficienza funzionale dell’organo epatico e dell’emuntorio renale, così come, per quel che concerne la comorbilità, il fenomeno della polifarmacologia (l’uso cioè  di 4 o più farmaci), da riguardare anche per il possibile effetto di sommazione di farmaci auto prescritti (farmaci cosiddetti di affezione), i prodotti da banco, i prodotti di erboristeria, gli integratori alimentari, fenomeno all’origine di frequenti reazioni avverse. E’ in un contesto siffatto che, come osservato, occorre tener conto dell’irrazionale e del razionale di alcune politerapie.

La Cascata Prescrittiva: quando un farmaco … tira l’altro

Nel primo caso è ben conosciuta la “cascata prescrittiva” descritta da Rochon, dovuta al fatto che un sintomo legato all’effetto collaterale di un farmaco o ad una reazione avversa a quest’ultimo, viene interpretato come una nuova condizione, induce alla prescrizione di un nuovo farmaco, che il fenomeno può replicarsi con quest’ultimo e comportare la prescrizione di altro farmaco e così via, nel secondo caso che ad esempio in presenza di una terapia steroidea cronica gli effetti collaterali del farmaco (ritenzione idrosalina, iperacidità gastrica, osteoporosi, flessione della immunità ritardata, iperglicemia, aumento della pressione oculare), pongono indicazioni all’assunzione di farmaci idonei a contenere effetti siffatti, compreso un ciclo semestrale di profilassi antitubercolare.

Si diceva altresì degli aspetti legati a condotte di medicina difensiva o desistiva, volendo con ciò significare da un lato la tendenza a prescrizioni sintomatiche, talora dimentichi di un principio antico, eppure quanto mai attuale, “primum non nocere” o su altro verso la sottoprescrizione in tema di terapia del dolore secondo quanto previsto dalla legge 38 del 15/3/2010 (tanto più ove si consideri che oltre il 50% degli ultra 65enni ed il 60-65% degli ultra 70enni accusa dolore, che l’anziano risponde quanto o addirittura meglio di soggetti più giovani al trattamento con oppioidi), dall’altro quello che è stato definito un treatment risk paradox cioè un trattamento ridotto per pazienti che presentano rischi più elevati in quanto portatori di molteplici patologie croniche.

L’interazione tra farmaco e cibo

Un ultimo cenno per completare queste sintetiche riflessioni, volte a sensibilizzare maggiormente al problema, concerne la interazione tra farmaco e cibo, la significatività in alcuni casi dell’ora di assunzione del farmaco.

Si vuole alludere solo ad esempio all’azione di potenziamento della liquirizia sulla tossicità della digitale o all’interferenza tra circa 43 farmaci ed il succo di pompelmo in quanto sostanze in esso presenti e che si trovano anche nelle arance amare utilizzate per la marmellata, sostanze note come furanocumarine, bloccano a livello gastrointestinale un enzima capace di inattivare molti farmaci. Ne consegue che in tali casi il paziente è esposto ad una overdose di farmaci quali antibiotici, analgesici, antipiretici solo per citarne alcuni di largo consumo.

Ma per restare nel tema non appare inopportuno ricordare che l’assunzione di caffeina e broncodilatatori può dare nausea e tachicardia, che broccoli, spinaci, tè verde potenziano l’effetto degli anticoagulanti, che il succo di mirtilli rafforza l’azione delle statine, che le fibre depotenziano l’azione di antibiotici assunti per via orale.

Quanto all’importanza dell’ora di assunzione del farmaco (più della metà dei 100 farmaci essenziali agiscono su geni orologio sensibili) è noto, ad esempio, che le statine vanno assunte la sera poiché nelle ore notturne il fegato è particolarmente attivo nel produrre colesterolo, o, solo per fare un altro esempio che gli antiaggreganti e gli anticoagulanti vanno assunti a stomaco pieno.

Piccoli flash tutti quelli proposti all’attenzione del lettore per richiamare la sua attenzione sui rischi dell’automedicazione, sulla necessità di attenersi alle raccomandazioni del bugiardino e di informare il proprio medico circa il verificarsi di effetti nuovi in chiave di una migliore empatia tra paziente e medico nel segno di una indispensabile alleanza terapeutica e per ricordare al medico, oltre alla opportunità di aderire nella scelta delle sue opinioni alle linee guida, l’obbligo di implementare le proprie conoscenze come suggeriscono la valenza individuale della responsabilità e quanto esplicitamente detto in numerose pronunce giudiziarie circa l’obbligo di non ignorare quello  che è noto alla scienza medica.

Share Button

Giorgio De Simone

Il Dr. Giorgio De Simone è laureato in Medicina e Chirurgia e specializzato in Oncologia; Malattie del Fegato, delle Vie biliari e del Ricambio e Medicina Legale e delle Assicurazioni. Già Dirigente Medico e Responsabile della Medicina Legale dell’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini, è Consulente Tecnico d'Ufficio presso il Tribunale di Roma da oltre 40 anni e presso Tribunali di altre sedi giudiziarie. Medaglia d'oro della Scuola Medica Ospedaliera. Membro della Società Italiana di Geriatria