Fumo e fertilità: bisogna stare in guardia
Il fumo riduce il tasso di fecondità nella specie umana. Il concetto di “ridotta fecondità” va inteso come un maggior tempo necessario, in termini di mesi, prima di giungere alla procreazione attraverso rapporti liberi e completi.
I danni del fumo alla fertilità femminile e maschile sono correlati alla dose assunta, ovvero al numero di sigarette fumate ogni giorno, ma anche al numero degli anni nei quali si è fumato. In realtà, sono sufficienti relativamente poche sigarette: il danno è infatti già evidente con 10 sigarette al giorno!
Ovviamente, è difficile quantizzare in senso assoluto quanto il solo danno da fumo sia determinante nel causare l’infertilità poiché spesso coesistono altri fattori quali stili di vita ed abitudini alimentari scorrette, patologie specifiche, ecc. Ciononostante, si è stimato che il 13% dell’infertilità femminile è causato dal fumo. Il dato importante è che questa infertilità è reversibile, ossia smettendo di fumare si recupera la propria fertilità (in media entro 1 anno).
Fumo e fertilità nella donna
Nella donna il nesso causa-effetto tra fumo e fertilità si manifesta con danni alla maturazione delle uova e sono proprio le sostanze contenute nel fumo di sigaretta, quali la nicotina, il benzopirene e il cadmio, a causare queste problematiche. Accumulandosi all’interno dei follicoli ovarici “intossicano” il microambiente in cui l’uovo cresce e matura al punto che si determina una difficoltà a mantenere una corretta duplicazione cellulare che porta alla distruzione follicolare precoce. La conseguenza risulta essere una ridotta riserva ovarica e un’anticipazione della menopausa fisiologica (di circa un anno e mezzo).
In termini pratici, quando le uova danneggiate da queste sostanze andranno a produrre un concepimento questo potrebbe non realizzarsi. Questi meccanismi sono confermati laddove le donne già infertili ma fumatrici effettuano una fecondazione assistita con stimolazione ovarica: esse necessitano di una maggior dose di farmaco, spesso comunque la risposta ovarica è scarsa, il tasso di gravidanza è ridotto mentre aumentano gli aborti spontanei.
E’ dannoso anche il fumo passivo: infatti studi specifici hanno evidenziato come nelle pazienti infertili non fumatrici – ma esposte al fumo passivo- si trovassero dosi elevate del derivato della nicotina all’interno dei follicoli ovarici.
Fumo e infertilità maschile
Nell’uomo, invece, il rapporto tra fumo e infertilità si manifesta nella qualità del liquido seminale. Il processo di produzione degli spermatozoi è danneggiato e subisce una riduzione in termini di numero, motilità, morfologia e vitalità (nei forti fumatori la riduzione è in media del 22%). Inoltre il fumo può causare danni genetici diretti al DNA contenuto nei singoli spermatozoi, impedendo lo sviluppo normale dell’embrione che quindi più frequentemente esiterà in aborto .
Dunque se il fumo da un lato riduce la fertilità nelle persone che dispongano di un potenziale di fertilità integro, nel caso di pazienti che già presentino uno specifico fattore di infertilità, può ridurre sensibilmente le possibilità di successo delle tecniche della procreazione medicalmente assistita.
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