Giancarlo Sforza, Presidente ANISAP Lazio: affermare una visione che esalti il ruolo del territorio
In un momento nel quale, con l’avvio dell’attività della Giunta Zingaretti, si confrontato proposte e punti di vista sull’evoluzione del Sistema Sanitario Regionale, SalutePiù ha incontrato Giancarlo Sforza, Presidente di ANISAP Lazio (Associazione Nazionale Istituzioni della Sanità Ambulatoriale Privata), la maggiore rappresentanza di categoria della sanità ambulatoriale privata-accreditata regionale, per discutere del punto di vista della sua associazione su questo delicatissimo tema.
Presidente Sforza, il Governatore Zingaretti, nel suo discorso di avvio della legislatura regionale, ha affermato come prioritario l’avvio di un “nuovo sistema di sanità territoriale, per riportare l’assistenza e le cure vicino ai cittadini e affrontare lo squilibrio che oggi caratterizza il rapporto tra Roma e le province”. ANISAP Lazio di che avviso è?
Mi lasci dire che se fossi stato io al posto dell’Onorevole Zingaretti avrei affermato la stessa identica priorità con le medesime parole. Non può che esservi identità di vedute tra la strategia individuata dal nostro Governatore e la posizione di ANISAP Lazio: bisogna superare una situazione che vede gli ospedali generalisti come riferimento principale per soddisfare la domanda di salute della popolazione ed affermare una visione che esalta appunto il ruolo del territorio creando uno stretto coordinamento tra tutte le risorse lì presenti: medici di famiglia, distretti delle ASL, strutture ambulatoriali private-accreditate, quali le nostre, organizzazioni che si occupano di assistenza domiciliare. L’ospedale deve essere il luogo della cura del paziente acuto, cioè che necessita di terapie chirurgiche, non un luogo di degenza o di effettuazione di visite e diagnostica ambulatoriali.
Se queste sono le linee generali, temo però che lei sia un po’ meno d’accordo con il Governatore quando si passi alle modalità di attuazione. In prima battuta, l’On. Zingaretti ha affermato di puntare sullo strumento delle Case della Salute, da aprire fin da subito e che fungano anche da presidi ospedalieri del territorio attivi come punti di primo soccorso e cure rapide nonché centri ambulatoriali?
Conosco ovviamente bene le dichiarazioni a cui lei fa riferimento ma credo che esistano importanti spazi di ottimizzazione e che la Giunta Zingaretti sia aperta al dialogo con le parti sociali. Il nostro punto è semplice: da sempre esistono i distretti ASL che sono, diciamo così, delle strutture poliambulatoriali che possono benissimo anche svolgere funzioni di primo soccorso, così come esistono ospedali per i quali è stata valutata la chiusura e potrebbero utilmente essere riconvertiti. Se vogliamo indicare queste strutture con il termine di Case della Salute, io proprio non ho nulla in contrario. Il mio punto è un altro. Come cittadino, prima ancora che come rappresentante della mia categoria, io dico che la Regione ha il dovere di valorizzare le strutture di cui già dispone sul territorio, ad iniziare, appunto, dai distretti a dagli ospedali da riconvertire. Dico però anche che sarebbe incomprensibile ed anzi dannoso per le finanze pubbliche e per l’assistenza sanitaria se dimenticasse che nel Lazio già oggi operano per conto della Regione 610 strutture ambulatoriali private-accreditate che sono proprio quei centri specialistici territoriali di cui l’On. Zingaretti parla. Io credo fermamente che noi possiamo rappresentare, insieme ai medici di famiglia ed alle organizzazioni dell’assistenza domiciliare gli snodi su cui fondare la riforma della sanità laziale che il Governatore propone.
Mi scusi se insisto, ma qualche mese fa, in un’altra intervista che lei ha rilasciato a SalutePiù, lamentava come proprio l’ambulatorietà privata-accreditata fosse la “cenerentola” della programmazione sanitaria. Ci sono novità in proposito?
Ricordo cosa le dissi e temo che le mie convinzioni non siano da allora mutate: l’ambulatorietà privata-accreditata è senz’altro la cenerentola ignorata dalla programmazione sanitaria ed il nuovo tariffario nazionale promulgato dal Ministro Balduzzi contiene tariffe così basse da far si che, se venissero effettivamente applicate, anche la carrozza si trasformerebbe in zucca e la stessa sopravvivenza del sistema ambulatoriale privato-accreditato sarebbe a rischio. Credo anche però, come accennavo prima, che l’On. Zingaretti sia persona aperta al dialogo e credo anche che la nostra proposta di valorizzare il ruolo delle nostre strutture sia inoppugnabile: noi siamo già capillarmente presenti sul territorio, offriamo già tutti i servizi sanitari necessari prontamente e di altissima qualità. Storia ben diversa sarebbe se la Regione intendesse aprire nuove case della salute in quanto dato il notevole impegno finanziario richiesto per la loro apertura e data la severa congiuntura economica attuale, si troverebbe sicuramente in un secondo momento costretta a tagliare le prestazioni sanitarie ai cittadini. Ecco perché le dico che se la Regione si dimenticasse di noi commetterebbe una follia.