Il Linfedema: di che si tratta?
I termini “sistema venoso” e “sistema arterioso” sono ormai entrati nel linguaggio comune e tutti noi sappiamo come il nostro corpo sia percorso da un fitto reticolo di vene ed arterie che consentono al sangue di scorrere andando e venendo dal cuore per ossigenarsi.
Sistema Linfatico: a cosa serve?
Meno conosciuto è invece un loro “cugino”: il sistema linfatico. Esso è costituito dalle cosiddette vie linfatiche le quali drenano il liquidi dai tessuti periferici fino a versarli nel cuore. Lungo le vie linfatiche si susseguono le stazioni linfatiche: ovvero i linfonodi o linfoghiandole che hanno il compito di purificare i liquidi drenati.
Come tutti i sistemi del nostro organismo, anche quello linfatico ha i suoi problemi specifici: infatti il sistema linfatico può funzionare in modo limitato o bloccarsi del tutto. Se ciò accade, la malattia che ne consegue è detta linfedema e consiste in una condizione clinica caratterizzata da un enorme accumulo di linfa nei tessuti. Il linfedema e’ una malattia vascolare e rientra pertanto nel campo di competenza dell’angiologo o del chirurgo vascolare. In genere il linfedema è asimmetrico, cioè interessa un solo arto, o comunque un lato del corpo maggiormente rispetto all’altro altro.
Quali sono i sintomi del linfedema ?
Il gonfiore cronico degli arti (detto edema), di entità variabile, è il sintomo evidente caratteristico del linfedema. Altri sintomi obbiettivabili, cioè presenti in modo evidente, del linfedema sono: l’alterazione del colore della pelle (discromia), che diventa più scura e lucida e l’aumento del suo spessore. Al tempo stesso, però, la pelle diviene più fragile e facilmente lesionabile dopo urti anche di scarsa entità. Sintomi soggettivi, ovvero avvertiti dal paziente, sono la sensazione di peso e costrizione dell’arto affetto, il prurito, il dolore.
E le cause ?
Le cause del linfedema possono essere “primitive”, cioè non dovute ad una causa esterna scatenante. E’ questo il caso di malattie genetiche che spesso si manifestano in età giovanile. Vi possono poi essere cause “secondarie”, cioè conseguenti ad altro. Queste sono le più frequenti e sono la conseguenza di infezioni, di malattie neoplastiche, dopo interventi chirurgici, dopo radioterapia.
Linfedema: la Diagnosi
La diagnosi del linfedema è sostanzialmente clinica ovvero avviene attraverso l’osservazione diretta dell’arto coinvolto da parte del medico.
Il linfedema tende a colpire un unico arto (e ciò si definisce unilateralità o asimmetria della malattia): questo aspetto è di grande importanza per distinguere il linfedema da altre patologie più gravi. Infatti, per stabilire che si tratti di linfedema, il medico valuta anzitutto le differenze esistenti tra il caso che sta esaminando ed i sintomi tipici di tutte quelle patologie che potrebbero sembrare simili ma le quali, invece, sono caratterizzate dalla presenza di gonfiore “simmetrico”, cioè contemporaneo di tutti e due gli arti.
Questo è il caso di malattie quali l’insufficienza cardiaca congestizia (il cuore non riesce più a pompare il sangue nelle arterie con sufficiente forza, per cui si accumula il sangue nelle vene provocando il ristagno di liquidi nei tessuti periferici e nei polmoni); l’insufficienza renale (i reni producono una minor quantità di urina, creando un sovraccarico di liquidi con gonfiore alle mani e alle caviglie); l’insufficienza epatica (il fegato produce meno proteine del plasma, causando riduzione della pressione nel sangue con fuoriuscita di liquidi nei tessuti); disturbi posturali (chi non cammina bene per patologie osteo-articolari: scoliosi, ernie vertebrali, gonartrosi, valgismo e varismo arti inferiori, alluce valgo non flette adeguatamente il plantare causando stasi idrica e gonfiore agli arti inferiori).
La muscolatura, infatti, permette il movimenti degli arti ma indirettamente spreme tutti i vasi venosi e linfatici spingendo il sangue verso il cuore, opponendosi alla forza di gravità. E’ facile intuire come una persona che non cammini bene prima o poi presenterà gonfiore degli arti inferiori. Quindi è spesso utile la collaborazione tra angiologo/chirurgo vascolare con il cardiologo, l’ortopedico ed il fisioterapista, l’internista/nefrologo per le malattie renali ed epatiche, ed il medico di laboratorio.
Il medico, dunque, attraverso la cosiddetta “anamnesi”, cioè la raccolta di tutti i dati e le informazioni relative al Paziente (per conoscere se esistono patologie cardiache, epatiche, renali ed ortopediche) ed un buon esame obbiettivo degli arti può avvicinarsi molto alla diagnosi definitiva.
L’ Ecocolordoppler
Poi, effettuando un EcocolorDoppler, il medico può arrivare ad una diagnosi di linfedema ancora più precisa. Infatti, l’EcocolorDoppler permette di studiare i tessuti dalla pelle fino alle ossa, i vasi venosi, arteriosi e linfatici, escludendo o confermando il sospetto di quale sia la malattia causa del gonfiore. E’ così possibile valutare – anche avvalendosi di specifiche analisi di laboratorio – malattie come le trombosi, le insufficienze venose, le patologie delle arterie, del sistema linfatico ed ortopediche.
Inoltre mediante l’esame di alcune zone particolari (regione inguinale, ascellare, poplitea) è possibile individuare un aumento del volume dei linfonodi (i quali hanno, come si è detto, il compito di purificare i liquidi drenati dal sistema linfatico), spesso avvertibili dal paziente al tatto. Attraverso questo esame ecografico è possibile escludere la presenza di patologie infettive, tumorali o di altra origine e, quindi, inquadrare più congruamente il linfedema dell’arto, secondo la sua natura primitiva o secondaria, sino eventualmente alla individuazione della causa scatenante della stasi linfatica.
Terapia del Linfedema
L’edema linfatico può essere affrontato con una pluralità di cure a seconda delle cause e della gravità della malattia stessa. L’elastocompressione con calze elastiche costituisce uno dei pilastri della terapia. Essa può essere coadiuvata dal massaggio manuale o con apparecchiature elettromedicali per stimolare meccanicamente il drenaggio della linfa. L’utilizzo di farmaci diuretici, antimicotici e farmaci di nuova generazione che agiscono aiutando il drenaggio linfatico nonché la dieta alimentare sono di indiscutibile valore. Qualora la causa sia un’infezione, si procederà attraverso una terapia antibiotica specifica.
La chirurgia per rimuovere eventuali ostacoli al deflusso. Nel caso di vasi linfatici ostruiti o insufficienti bisogna ricreare condotti funzionanti in cui venga drenata la linfa. Allora tecniche di microchirugia permettono, in casi selezionati, di creare delle giunzioni tra vasi linfatico funzionanti e vasi venosi così da “bypassare” il segmento linfatico patologico. Il risultato è la decongestione del tessuto edematosa.
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