Implantologia dentale: di che si tratta?
L’implantologia dentale è una disciplina odontoiatrica in uso addirittura da prima della nascita di Cristo. Si repertano infatti impianti rudimentali addirittura nelle mummie egizie. Nel secolo precedente però, gli impianti dentali hanno avuto uno sviluppo ed un impulso straordinario tanto che, sono considerati, anche dal punto di vista medico legale, la protesi dentaria di prima scelta. Attualmente esistono diverse tipologie di impianti dentali, hanno differente forma, differente tipologia di guarigione e soprattutto differente tipologia di applicazione.
Edentulia ed implantologia dentale
Con il termine medico Edentulia o Edentulismo si indica quella situazione nella quale il paziente ha perso in parte o in tutto i suoi denti. Evidentemente, se la mancanza di denti è limitata, sarebbe in linea teorica possibile decidere di non ripristinarli. Ma si tratta di una scelta prudente?
E se non si ripristina la dentatura?
L’edentulia è, in realtà, una patologia cronica molto grave che si cerca di curare applicando le varie tipologie di protesi

dentarie. Non ripristinare la dentatura, soprattutto quella posteriore, porta il paziente ad avere deficit masticatori, digestivi, posturali e alla fine può incidere sullo stato generale di salute. Dunque, non ripristinare la dentatura mancante non è la scelta giusta.
L’implantoprotesi dentale fornisce oggigiorno, una vera ed efficace possibilità terapeutica, tanto è che anche in sede di contenzioso medico-legale, la giurisprudenza prevede la protesi implantare, ove sia applicabile, come soluzione terapeutica di prima scelta.
Implantoprotesi: le condizioni perché sia un successo
La grande diffusione delle protesi dentali e l’aumentata possibilità terapeutica, ha portato ad un importante incremento dell’applicazione dell’implantologia dentale anche su pazienti non correttamente selezionati: questa infatti è una delle maggiori cause di insuccesso. E’ infatti errato pensare, come spesso accade, che i problemi o la perdita di un impianto dentale siano sempre attribuibili all’apparecchio dentale stesso.
La responsabilità di un insuccesso, o viceversa, del successo di un impianto dentale, è dovuta a molteplici fattori che elenco di seguito e che sono tutti ugualmente importanti:
- la valutazione dello stato di salute del paziente
- la valutazione della struttura ossea residua del paziente
- le abitudini generali del paziente
- la tipologia dell’impianto dentale
- l’addestramento specifico dell’operatore
- la complessità del caso
- il numero di impianti da applicare
- il tipo di protesi dentale da applicare sugli impianti
- la capacita del paziente di seguire a casa le indicazioni di mantenimento ed una corretta igiene
- la continua verifica e controllo periodico dello stato di salute da parte di personale specializzato
- l’insorgere di malattie sistemiche croniche (diabete, tiroidite, epatite, pancreatite, insufficienza renale, menopausa ecc.)
- il corretto mantenimento professionale nel tempo

Come si evince da quanto sopra riportato non è così semplice o scontato che la terapia implantare vada a buon fine, ci sono una serie di fattori chiave e cruciali che ne determinano il buon risultato ed il suo mantenimento. Esattamente come per le altre terapie mediche, non si garantisce in eterno la guarigione, ma bisogna continuamente intervenire sulla parte ammalata e trattata, perché di questo si tratta, per mantenere il livello di salute sempre al massimo.
Bisogna assolutamente quindi diffidare di quelle strutture o pubblicità che presentano la terapia implantare come una panacea o come una soluzione semplice al problema dell’edentulia perché, se tutto questo fosse vero lo sarebbe anche per le altre terapie chirurgiche, cosa invece assolutamente falsa.
Quando realizzare un impianto dentale?
Gli impianti dentali sono indicati nei soggetti che godono di buona salute, che non hanno malattie sistemiche o autoimmuni croniche e che hanno buona capacità e tempo da dedicare al mantenimento della protesi stessa. Si può quindi programmare la terapia implantare dalla sostituzione del semplice elemento dentale, alla restaurazione della arcata dentale completa mediante procedure e tempi completamente differenti. Va invece dedicata una attentissima parentesi agli impianti applicati su osso ricostruito perché, in questa condizione la terapia è molto più delicata e a rischio.
Applicare l’impianto dentale: la “microchirugia minivasiva”
Applicazione degli impianti è ormai appannaggio della “microchirugia minivasiva”. Questo significa che l’incidenza

dell’intervento, in caso di impianti semplici, è veramente poco rilevante. Si tratta però, comunque, di una procedura delicata e complessa ma, come per la cheratotomia radiale della cornea è ormai un intervento preciso e rapidissimo anche se con le ovvie possibilità di complicanza.
Si procede eseguendo una micro incisione e l’applicazione della radice protesica in titanio nell’osso ricevente, in anestesia locale e spesso senza necessità di sutura. I tempi di riparazione ossea sono normalmente di sei settimane per gli impianti semplici; si allunga di molto invece nei casi di ricostruzione o di innesto osseo.
Attenzione alle “protesi immediate”
Ultimamente va molto di moda l’impianto multiplo utilizzabile in una sola seduta. Secondo la biologia ossea e l’ortopedia ogni frattura o trattamento traumatico delle ossa necessita almeno di sei settimane di riparazione, quindi, secondo quanto detto, è possibile secondo voi pensare seriamente ad una protesi immediata che possa garantire un corretto e fisiologico funzionamento ?