Incontinenza urinaria femminile: diagnosi e terapia
L’ incontinenza urinaria rappresenta oggi uno degli ultimi tabù. Di perdita involontaria di urina si parla poco e mal volentieri, e questo atteggiamento aumenta la percezione di umiliazione personale e di rassegnazione.
L’ incontinenza urinaria è un problema importante per molte donne, ma è confessato solo da poche. Eppure, questo disturbo, se affrontato in modo adeguato, può essere sconfitto o tenuto sotto controllo in modo efficace.
Che cos’è l’ incontinenza urinaria ?
L’ incontinenza urinaria è l’incapacità di controllare e trattenere perdite di urina. Fughe di urina anche piccole, possono costituire un problema di disagio sociale, oltre che di igiene.
Si stima che circa una donna su tre soffra di questo disturbo. Le donne sono maggiormente colpite rispetto agli uomini, perché l’anatomia degli organi femminili predispone a problemi dei meccanismi di tenuta. Questo avviene soprattutto in seguito a parti per via naturale. Inoltre , in menopausa vescica e uretra sono oggetto di importanti trasformazioni.
L’ incontinenza urinaria può comunque manifestarsi a qualsiasi età. Non risparmia donne giovanissime (in circa il 20% dei casi i disturbi compaiono addirittura prima dei 30 anni).
Incontinenza urinaria femminile: le diverse forme
La più frequente forma di incontinenza è quella da sforzo, cioè la perdita che avviene durante un’attività fisica, un colpo di tosse, un movimento, uno sforzo appunto (50% dei casi).
L’incontinenza da urgenza, che e’ preceduta da un intenso ed impellente desiderio di urinare. E’ meno frequente di quelle da sforzo (circa il 15% dei casi), ma nel rimanente 35% delle donne incontinenti sono presenti entrambe le forme in modo associato (incontinenza mista).
Tra le altre possibili forme vi è la cosiddetta incontinenza da regurgito, che e’ molto più frequente nell’uomo per problemi prostatici. In questi casi la vescica è incapace di svuotarsi in modo sufficiente e rimane troppo piena facendo traboccare l’urina. La perdita di urina può avvenire in modo continuo, a goccia a goccia, con minzioni conservate di piccole quantità ed è solitamente presente sia di giorno che di notte, durante il sonno.
L’incapacità di controllare la perdita di urina, oltre a problemi igienici, provoca disagio fisico, ma anche psicologico, suscitando sentimenti di imbarazzo e di vergogna.
Come si diagnostica l’ incontinenza urinaria ?
Una semplice analisi delle urine ed una ecografia (oltre ai sintomi) possono già dare elementi utili al medico per la diagnosi.
Poi si faranno altri accertamenti un poco più invasivi come: 1) Cistouretrografia minzionale (e’ una radiografia con mezzo di contrasto in vescica); 2) Cistouretroscopia (dove e’ possibile vedere direttamente all’interno della vescica); 3) Uroflussometria (valuta la quantità di urina che viene espulsa al secondo attraverso l’uretra); 4) Cistometria (e’ la registrazione grafica della pressione all’interno della vescica).
Si tratta di indagini – comunque di facile esecuzione ma non sempre necessarie – finalizzate a studiare meglio il meccanismo che ha generato l’incontinenza e quindi determinare la terapia più idonea
Curare l’ incontinenza urinaria
La cura dell’incontinenza urinaria può avvenire attraverso diverse strade, in funzione della sua causa e della sua gravità. Una soluzione non esclude l’altra ma, anzi, può essere utile attivarne più d’una contemporaneamente:
- modifiche dello stile di vita: perdita di peso, abolizione o riduzione di caffè, tè, delle sigarette
- riabilitazione della muscolatura pelvica
- assunzione di farmaci specifici
- chirurgia: necessaria nei casi più seri di incontinenza da sforzo, quando sia contemporaneamente presente un prolasso genitale grave e quando altre cure abbiano fallito.
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