Intervista al Sindaco di Montenero Ugo Mancini
Ugo Mancini, veterinario, dal maggio del 2007 Sindaco di Montenero Sabino, si avvicina al termine del suo primo mandato come “primo cittadino”. Con lui SalutePiù ha fatto il punto sulle attività di recupero e valorizzazione del borgo storico e del Castello Orsini.
Sindaco Mancini, tra pochi mesi si completerà il suo primo: quali sono le principali iniziative che lo hanno caratterizzato?
È difficile fare una classifica in quanto tutte le iniziative intraprese sono parimente importanti per il nostro paese. Inoltre sono in corso profondi cambiamenti dal punto di vista gestionale ed amministrativo per cui soltanto in un ipotetico domani si potrà stabilire quale delle iniziative sia stata più importante; stiamo anche lavorando per inserire il nostro Comune in un contesto associazionistico con altri Comuni onde poter ottemperare a quanto previsto dalle recenti normative in materia.
Parallelamente, ci siamo attivati per dare al paese un’attrattiva turistica e culturale sempre maggiore, curando il restiling del borgo con interventi sulla piazza, sulla via principale e sulla circonvallazione; abbiamo migliorato il sistema viario con interventi di messa in sicurezza delle strade e creando un parcheggio prospiciente il paese.
Contestualmente abbiamo operato interventi sull’acquedotto, rifacendo alcune linee ed un nuovo serbatoio, così da non avere problemi di approvvigionamento e distribuzione idrica. Sono in corso anche lavori riguardanti il consolidamento idrogeologico a monte del centro abitato e, ahimè, sono stati appaltati i lavori per l’ampliamento del cimitero comunale, necessità più che mai d’attualità visto l’aumentare dell’età media dei cittadini residenti. A tutto questo vanno aggiunti i lavori riguardanti il Castello Orsini, di cui le dirò tra un attimo. Dal punto di vista culturale è stata aperta la Biblioteca Comunale, affidata al Centro Sociale per Anziani di Montenero che, con la sua preziosa opera e con la sensibilità culturale che da sempre ne distingue l’operato, consente l’apertura al pubblico della stessa. Inoltre ogni anno sono stati organizzati eventi culturali che hanno visto focalizzato l’interesse sulle tradizioni storico – culturale – gastronomiche di Montenero. In sintesi credo che questa Amministrazione abbia fatto molto, considerato che abbiamo appaltato lavori per circa 4 milioni di Euro.
Per un comune delle dimensioni di Montenero temo che il reperimento delle risorse finanziarie sia diventato un problema di vera e propria sopravvivenza. Esiste un modo di pensare innovativo a questo proposito?
È impossibile pensare che un Comune così piccolo, demograficamente parlando, ma così vasto da un punto di vista territoriale, possa sopravvivere con le proprie risorse senza l’aiuto dello Stato: se consideriamo per esempio che per 350 utenze idriche abbiamo oltre40 kmdi acquedotto, con 4 serbatoi per la distribuzione, ci rendiamo conto che con la semplice riscossione delle bollette non potremmo mai coprire le spese. Il nostro è un paese che potrebbe, comunque, avere un grande sostegno se i beni demaniali presenti nel territorio Comunale passassero, come logico sarebbe, alla pertinenza Comune: considerando che su2.500 ettaridi territorio comunale, circa 1.500 sono di proprietà del demanio (800) e degli usi civici (700) possiamo facilmente desumere, se in possesso dei terreni demaniali e con la collaborazione dell’Ente che gestisce gli usi civici (Università Agraria), quali investimenti il Comune potrebbe fare utilizzando le risorse derivanti dal legnatico.
Inoltre si può pensare allo sfruttamento delle energie rinnovabili, ma il Comune non ha competenza in materia in quanto il discorso è riservato a competenze urbanistico-ambientali sovracomunali. Un discorso che deve al più presto essere realizzato riguarda lo sfruttamento ai fini turistico-culturali delle risorse locali: dobbiamo essere bravi a superare i campalinismi, ma se riusciamo a valorizzare le nostre risorse in modo integrato con altri Comuni dell’Alta Sabina, potremmo allora avere un grande ritorno in termini occupazionali e di indotto.
SalutePiù si occupa in modo specifico della salvaguardia e valorizzazione dei Borghi Storici. La sua amministrazione sarà ricordata per la “riapertura” del Castello di Montenero. Ci racconta la storia? Credo sia piuttosto lunga …
Si, parliamo del nostro “gioiello”: il Castello Orsini, manufatto risalente al VII – VIII secolo d.C., che fu acquistato dal Comune di Montenero Sabino negli anni ’80. A quel punto, iniziarono lavori di restauro e consolidamento importanti, anche in virtù di un protocollo d’intesa che il Comune stipulò con l’Università “La Sapienza” di Roma per fare del Castello un importantissimo centro di studi culturali della Università stessa; purtroppo la ditta che effettuava i lavori fallì, subentrò il giudice fallimentare e tutto si fermò per circa 20 anni; questa Amministrazione è riuscita a risolvere la controversia con il giudice fallimentare ed i lavori hanno potuto riprendere, ma l’accordo con l’Università ormai è cosa superata. Mi corre l’obbligo, parlando del Castello Orsini, fare un riferimento al Presidente della Provincia di Rieti, dott. Fabio Melilli, che sempre ha stimolato per il recupero del manufatto non facendo mancare le risorse economiche per i lavori, essendo lo stesso Presidente Melilli grande sostenitore delle risorse locali del territorio provinciale, in prima persona presenziando ogni iniziativa.
Adesso però il problema è come rendere fruibile al pubblico questo monumento, ad iniziare dalla possibilità di visitarlo? A questo aggiungerei che se non verrà “messo a reddito” esisterà il rischio di vederlo nuovamente andare in rovina?
Non potendo svolgere attività di operatore turistico ed in attesa di uno “sfruttamento a reddito”, il Comune ha recentemente stipulato una convenzione con la Associazione Onlus Apidienus che prevede la possibilità di attivare nel Castello varie iniziative culturali e visite guidate, il tutto per far conoscere e valorizzare il nostro territorio; contestualmente portiamo avanti dei contatti tesi ad affidare il manufatto a privati, che ne consentisse il completamento dei lavori e lo “sfruttamento” dello stesso con attività compatibili con il nostro territorio ed in ogni caso approvate dalla Amministrazione Comunale in modo da averne un ritorno economico, occupazionale e di indotto.