Intervista con SimonPaolo Buongiardino, Presidente Fondo Est
Ben oltre un milione e centomila iscritti di cui 230.000 nel Lazio, Fondo Est nasce nel2005 inattuazione del Contratto Nazionale di Lavoro per i dipendenti delle aziende del Terziario e del Turismo ed èoggi ilmaggior fondo di assistenza sanitaria integrativa italiano.
Per approfondire logiche e prospettive di questo settore, abbiamo incontrato il suo presidente, Simonpaolo Buongiardino.
Presidente, i fondi integrativi sono uno strumento ancora giovane e forse non da tutti conosciuto. Come procede l’adesione da parte delle aziende? Riscontrate una sufficiente sensibilità a questo tema?
Attualmente risultano iscritte più di 120.000 aziende, per un totale di oltre un milione e centomila lavoratori, e considerando che Fondo Est è attivo da Aprile 2007 direi che la risposta delle imprese è stata piuttosto positiva. Seguendo l’andamento delle iscrizioni abbiamo riscontrato un’adesione piuttosto forte nel Nord, dove gli iscritti sono circa il 70% dei lavoratori impiegati nei settori Terziario e Turismo, mentre nel Meridione abbiamo registrato una partecipazione più bassa con adesioni che non superano il 24%. Probabilmente il motivo risiede nel fatto che molte imprese e molti consulenti non ci conoscono. Per questo uno dei nostri obiettivi consiste nella diffusione capillare delle informazioni e dei servizi riguardanti Fondo Est, volta ad aprire un dialogo diretto con le aziende ed i Consulenti del territorio per dare loro tutto il sostegno ed ausilio di cui necessitano.
Ci dia una sua stima. Cosa succederà da qui a cinque anni considerando il complesso del sistema dei fondi integrativi? Quanti lavoratori potranno usufruire della copertura di un fondo nel nostro paese?
L’idea è che oggi l’assistenza sanitaria integrativa possa fare la differenza, in quanto il sostegno economico è importante non solo per le famiglie ma per il bilancio dello Stato più in generale. La nascita di Fondo Est, come degli altri fondi di assistenza sanitaria, è stata caratterizzata dalla loro natura integrativa e di supporto rispetto al Sistema Sanitario Nazionale. Credo che in una prospettiva futura l’assistenza sanitaria integrativa si debba occupare, in modo sempre più completo, di quegli aspetti non coperti dai LEA (Livelli essenziali di assistenza) della sanità pubblica, anche alla luce del recente Decreto Sacconi (27 ottobre 2009) che fornisce un nuovo ed importante impulso a questo ambito proseguendo il percorso di attuazione del complesso sistema dei fondi integrativi avviato dal precedente Governo. Il nostro obiettivo futuro è di arrivare a coprire tutto il potenziale bacino di utenza impiegato nei settori terziario e turismo, che secondo il dato Istat 2001 conta circa 2,2 milioni di lavoratori dei quali, fino ad ora, abbiamo intercettato oltre la metà.
Evidentemente, oltre al dipendente dell’azienda è necessario – all’interno del più generale sistema del Welfare – pensare anche ai suoi familiari. Come si muovono i fondi in questo ambito?
Alcuni Fondi hanno già incluso, nell’ambito dei loro piani sanitari, l’iscrizione dei familiari dei loro assistiti. Fondo Est attualmente non prevede questa possibilità, ma posso dire che essa rientra nei nostri progetti futuri. Per ora stiamo cercando di migliorare i nostri piani sanitari per garantire coperture sempre più complete ai nostri iscritti.
La legge vi affida ormai anche il compito di supportare il SSN in ambiti in cui incontra maggiori difficoltà. E’ il caso delle cure odontoiatriche e dei servizi socio-sanitari. Come evolverà lo scenario del rapporto fondi-SSN?
Credo che il rapporto tra i Fondi di assistenza integrativa e il SSN tenderà ad essere sempre più solido ed articolato come dimostrato dalle regole di funzionamento del sistema, individuate dal Decreto Sacconi. Posso dire che la risposta del Fondo è stata immediata rispetto alle nuove esigenze. Il nostro piano sanitario che già prevede: il rimborso dei ticket, le visite specialistiche, la diagnostica, la chirurgia e pacchetti per la prevenzione e la maternità, è stato ampliato con un interessante pacchetto odontoiatrico, che comprende visita annuale con ablazione del tartaro ed un sostegno importante per gli interventi di implantologia, e con prestazioni mirate all’inabilità temporanea in caso di infortunio (fisioterapia, agopuntura, presidi e ausili medici).
Un ultima domanda. Ci spieghi il vostro segreto: le aziende vi versano un contributo di 10 euro al mese per iscritto e voi dal 2007 ad oggi avete erogato ben oltre 700.000 prestazioni. Allora esiste un modo per contenere i costi della sanità?
Il nostro segreto deriva in parte dal fatto che abbiamo oltre un milione e centomila iscritti. Infatti, condizioni di mercato normali non consentirebbero alcun tipo di prestazione sanitaria con solo centoventi euro l’anno, mentre un milione di assistiti, non selezionati statisticamente (tutti i lavoratori debbono essere iscritti a prescindere dallo stato di salute), consentono un calcolo del rischio che ci permette di offrire un ampio ventaglio di prestazioni a costi contenuti.