Le Interviste

Intervista a Giancarlo Abete – Il calcio: una scuola di valori

La Coppa del Mondo fa bella mostra di sé sul tavolo riunioni del suo studio, all’ultimo piano del palazzo che ospita la Federazione Italiana Gioco Calcio, incutendo negli ospiti del Presidente un misto di timore reverenziale e curiosità.Giancarlo Abete, imprenditore con un curriculum che annovera nel suo passato un seggio di deputato alla Camera e la presidenza dell’Unione Industriali di Roma, ha fatto della sua passione di sempre per il calcio il suo primo impegno di questi ultimi anni: un impegno, però, che non è solo dedicato al lato agonistico di questo sport ma anche al suo valore ed alla sua funzione sociale.

Presidente  Abete, da sempre lo sport è un eccezionale strumento educativo per l’universo giovanile: qual è il ruolo del calcio in questo processo?

Nel nostro Paese il calcio è lo sport di maggior interesse praticato da molti giovani appassionati. Il calcio è da sempre in prima linea per proporre ai ragazzi validi strumenti di crescita. Partendo da questa ottica, la passione sportiva per il calcio consente di trasferire nei giovani i grandi valori originari ed insiti nella nostra pratica sportiva.

Quali sono questi valori?

Innanzitutto i classici valori che contraddistinguono il nostro sport: il rispetto delle regole e dell’avversario, l’etica del fair play, la tutela della salute, il divertimento e la lotta alla violenza. Inoltre il grande potere di attrazione che il calcio ha sull’universo giovanile consente alla nostra disciplina di porsi come uno straordinario strumento culturale per la crescita dei ragazzi.

Ci spieghi meglio

La natura popolare ed universale del calcio e la sua conseguente dimensione multidisciplinare lo rende un linguaggio altamente condiviso capace di affiancare le tradizionali agenzie formative, in primis la scuola, nel processo di sviluppo culturale e di integrazione dei ragazzi, offrendo occasioni di partecipazione che allontanino forme di individualismo e isolamento.

Ha parlato della scuola: ci sono occasioni di collaborazione tra la FIGC e il mondo scolastico?

Assolutamente si. Il rapporto con il mondo della scuola è stato sempre oggetto di particolare attenzione da parte della Federazione e negli ultimi tempi, grazie anche al prezioso lavoro svolto dal Settore Giovanile e Scolastico della FIGC, abbiamo ulteriormente incrementato il livello di partnership dando vita a diversi progetti che cercano di attuare concretamente ciò che ho espresso in precedenza.

Ci faccia qualche esempio

Al momento sono due i progetti più significativi che interessano la nostra Federazione e le istituzioni scolastiche.Il primoè denominato “I valori scendono in campo” ed è rivolto a circa 60.000 ragazzi delle Scuole Primarie di 2°ciclo di dieci differenti Regioni. Questa iniziativa ha  lo scopo di utilizzare il gioco del calcio come strumento formativo interdisciplinare attraverso una rilettura giocosa di materie come la storia, la geografia, le scienze o la geometria utilizzando costantemente come filo conduttore il calcio, le sue regole, i suoi miti e i suoi valori.

In cosa consiste invece l’altro progetto?

E’ un torneo formativo riservato agli alunni delle classi secondarie di secondo grado denominato “Superclasse Cup” che ha l’obiettivo di sensibilizzare gli studenti ad assumere sempre comportamenti responsabili. Il progetto, che interessa attualmente nove Regioni italiane, si compone di una parte strettamente sportiva, in cui gli studenti sono impegnati in un torneo di calcio a 5, e di una parte didattica in cui agli alunni viene chiesto di creare dei lavori su temi di rilevanza sociale o di forte impatto come l’ambiente, la salute e l’alimentazione, i nuovi media, intrattenimento e la guida sicura.

Quindi c’è anche un’attenzione al tema della salute dei ragazzi?

L’argomento salute è costantemente ai primi posti nell’agenda della Federazione perché la pratica  sportiva deve essere sempre accompagnata da una costante attenzione verso un corretto stile di vita. Questo tema riguarda non solo i ragazzi, ma tutto il movimento calcistico nel suo complesso, e numerose sono le iniziative che la FIGC ha posto in essere negli ultimi tempi; ad esempio, per sensibilizzare i giovani calciatori sull’importanza di una sana alimentazione è stato ideato il torneo  “Fair Play – Non rompere le ossa” organizzato grazie ad un accordo con la fondazione F.I.R.M.O., il cui obiettivo principale è quello della prevenzione di patologie come l’osteoporosi. Di ben altro respiro, ma sempre inserito fra gli impegni della Federazione verso temi  legati alla salute dei calciatori, è stata l’istituzione di una commissione medico-scientifica della FIGC per sostenere la ricerca sulla Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) che fa parte di un progetto più ampio che prevede la creazione di un Dipartimento di Medicina e Tutela della Salute. Proprio  la Commissione sulla SLA ha recentemente annunciato importanti passi avanti nella ricerca su tale patologia che apre nuovi e positivi scenari sulla cura di questa terribile malattia.

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Fabrizio Sciarretta

Laureato in Economia alla LUISS e Master in Business Administration della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, Fabrizio Sciarretta ha dedicato i primi anni della sua attività professionale al giornalismo economico. Rientrato dagli Stati Uniti, ha operato per circa un ventennio nella consulenza di organizzazione e direzione aziendale, ricoprendo incarichi di top management in Italia per due multinazionali americane del settore. Ha poi scelto la strada dell’impresa e da alcuni anni è impegnato come imprenditore nel settore della sanità. E’ consigliere d’amministrazione di SanaRes, la prima rete d’imprese italiana nel comparto sanitario. Lion da sempre, è stato presidente fondatore del Lions Club Roma Quirinale. Nel 2008 ha abbandonato la Capitale in favore della Sabina, e non se ne è pentito affatto.