Introduzione a Modello Sanità
Il momento presente della sanità italiana è certamente caratterizzato da grande fermento, come probabilmente non accadeva da parecchi anni. La crisi finanziaria dello Stato Italiano impone misure di razionalizzazione della spesa dolorose, alle volte penalizzanti per i cittadini, altre volte finalizzate a tagliare sprechi ingiustificabili e gestioni inadeguate.
SalutePiù si è data l’obiettivo – nello spazio “Modello Sanità” – di seguire e descrivere questo cambiamento, se possibile di provare ad anticipare la direzione che esso prenderà.
In questo numero affrontiamo due temi solo apparentemente diversi perché, in realtà, hanno un denominatore comune: consentire una fruizione dei servizi socio-sanitari il più possibile agevole per i cittadini ed il più possibile vicina alle loro case.
Abbiamo così incontrato, da un lato, il Dr.Antonio Catania, chirurgo e sindaco di Montelibretti, per capire le tematiche specifiche di un comune abbastanza tipico per dimensioni della provincia di Roma e verificare quali soluzioni sia possibile mettere in campo. Dall’altro, abbiamo analizzato con il Dr.Gabriele Penitenti, presidente di Rete Sanares, quali soluzioni stiano al loro volta progettando e mettendo a punto gli ambulatori privati ed accreditati per fornire risposte più complete e tempestive alla domanda di salute dei cittadini.
A quest’ultimo proposito, l’Osservatori Sanità UniSalute, proprio in questi giorni, ha concluso una ricerca specifica la quale rileva come per un ampio ventaglio di prestazioni emerge un diffuso utilizzo delle strutture private, di cui gli italiani apprezzano i tempi rapidi, il servizio ed il comfort anche se, ovviamente, a fronte di un esborso economico “di tasca”. Queste strutture sono scelte da un italiano su tre (32%) in caso di ecografia così come risultano essere le preferite dalla metà delle donne intervistate (49%) per una visita specialistica quale la ginecologia.
L’Osservatorio UniSalute ha inoltre chiesto agli italiani se, in futuro, continueranno a rivolgersi allo stesso tipo di struttura per questi esami e si scopre che l’intenzione sarebbe quella di poter fare affidamento sul settore pubblico per contenere i costi sostenuti direttamente.
Il sistema pubblico però, a causa dei tagli a cui è sottoposto, farà sempre più fatica a fornire quel servizio che gli italiani auspicano. Lo scenario che potrebbe prospettarsi sembra dunque essere, quello di un maggior uso delle strutture private e, purtroppo, una crescente disponibilità a rinunciare alle cure per via degli eccessivi costi. In quest’ottica è indispensabile lavorare allo sviluppo e alla diffusione di forme di sostegno ai redditi delle famiglie che possano permettere un maggiore e più esteso riscorso a prestazioni sanitarie da parte dei cittadini. Se la spesa cosiddetta “out of pocket “(cioè sostenuta direttamente dai cittadini) rappresenta l’88% della spesa sanitaria privata, la quota coperta da Fondi nazionali di categoria, Casse aziendali, Mutue e Assicurazioni private è infatti oggi solo del 12%