Irregolarità mestruali nell’adolescenza
INelle adolescenti le irregolarità mestruali sono relativamente frequenti, il più delle volte come conseguenza dell’immaturità del sistema ormonale che regola il ciclo mestruale. Le alterazioni mestruali possono essere suddivise in due grandi tipologie a seconda che riguardino la durata o la quantità della mestruazione.
Mestruazioni: i disturbi della durata
Qualora la problematica sia legata alla durata del ciclo, saremo di fronte ad una “polimenorrea” se le mestruazioni sono troppo frequenti e ad una “oligomenorrea” nel caso opposto. Più specificamente, la polimenorrea si verifica quando l’intervallo tra 2 cicli mestruali sia inferiore ai 25 giorni. Viceversa l’oligomenorrea è caratterizzata da un intervallo superiore ai 35 giorni.
Queste due irregolarità mestruali possono non essere particolarmente preoccupanti, in quanto “fisiologiche”. Infatti mostrano la tendenza a risolversi spontaneamente con la crescita oppure perché nel frattempo altri eventi, quali la gravidanza, portano alla regolarizzazione anche del ciclo mestruale.
Irregolarità mestruali: i disturbi della quantità
Più importanti dal punto di vista medico sono invece le irregolarità nel ciclo mestruale relative alla “quantità”. In questo caso distinguiamo tra cicli molto abbondanti e lunghi, “menometrorragici”, oppure la patologia opposta, l’assenza totale di ciclo mestruale (“amenorrea secondaria”), dopo la fisiologica prima mestruazione (menarca).
Menometrorragie: i flussi mestruali emorragici
La comparsa di flussi mestruali emorragici (menometrorragie) è un’evenienza piuttosto frequente in adolescenza, può richiedere anche un trattamento d’urgenza per prevenire perdite di sangue eccessive e la conseguente insorgenza di quadri anemici. Le cause possono essere numerose e pertanto andranno spesso indagate con l’ausilio di un team polispecialistico. Sarà infatti necessario non solo il contributo dello specialista ginecologo ma anche di quegli altri specialisti (ad esempio l’ematologo) chiamati in causa dalle caratteristiche del caso. In generale, flussi mestruali emorragici possono avere diverse origini:
- “disfunzionali”: irregolarità dovute alla ridotta maturazione dei sistemi che regolano il ciclo mestruale
- difetti di coagulazione congeniti
- trattamenti farmacologici
- patologie, benigne o maligne, degli organi genitali
- gravidanze non evolutive (aborti spontanei o minacce di aborto)
La paziente deve recarsi dal ginecologo perché l’anamnesi personale e familiare, la visita e l’ecografia possono escludere o confermare le diverse tipologie di causa e indirizzare la paziente verso le visite specialistiche e gli approfondimenti necessari. L’obiettivo sarà quello, da un lato, di ridurre il sanguinamento mestruale (spesso attraverso terapia ormonale o farmaci anticoagulanti) e, dall’altro, di curare l’anemia che si fosse eventualmente instaurata.
Amenorree secondarie
Le amenorree secondarie sono patologie caratterizzate dalla scomparsa dei cicli mestruali pur avendo avuto il primo ciclo (l’amenorrea primaria è invece il caso nel quale non si sia mai verificato il menarca).
Tra le cause principali vi sono i disturbi del comportamento alimentare tipicamente di origine psicologica (anoressia, bulimia). Infatti se il peso corporeo è notevolmente inferiore al normale, il ciclo mestruale si blocca. Un’altra causa può ritrovarsi nei disturbi della funzionalità dell’ipofisi (una piccola ghiandola intracranica deputata alla produzione di numerosi ormoni tra i quali la prolattina). Un’eccessiva produzione di questo ormone (iperprolattinemia) può causare l’assenza del ciclo mestruale.
Anche un’alterazione della funzionalità ovarica può interferire sul ciclo mestruale. in questi casi, si tratta spesso di problematiche genetiche o di danni subiti dall’ovaio per cause diverse tra cui alcuni trattamenti farmacologici. L’amenorrea secondaria può essere, infine, uno dei sintomi principali della Policistosi Ovarica o PCO.
Una volta inquadrata la causa, si procede di conseguenza. Nel caso dei disturbi del comportamento alimentare, si dovrà curare la patologia sottostante con l’aiuto di nutrizionisti e psicologi. Nel caso della iperprolattinemia, sarà necessario valutare la causa specifica legata al malfunzionamento o all’assenza dell’ipofisi e procedere con cure tipicamente farmacologiche.
Se invece fossimo in presenza di un cattivo funzionamento delle ovaie, questo potrebbe essere dovuto o ad un’alterazione congenita delle stesse oppure a danni farmacologici. In questo caso, l’ecografia ha un ruolo importante perché consente di valutare dimensioni ed aspetto dell’organo mentre i dosaggi ormonali (tramite analisi del sangue) serviranno ad individuare i problemi specifici. A quel punto sarà il ginecologo ad individuare la terapia, tipicamente ormonale.
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