Malattia di Parkinson: va individuta in fase prodromica
La malattia di Parkinson (MP) è la seconda malattia neurodegenerativa in termini di frequenza, dopo la malattia di Alzheimer. Si calcola che in Italia vi siano circa 250.000 pazienti parkinsoniani. La malattia di Parkinson esordisce più frequentemente tra i 60 e i 70 anni; la sua incidenza aumenta con l’età ma nel 10-15% dei casi può avere un esordio precoce prima dei 50 anni. In casi più rari può avere un esordio giovanile, prima dei 40 anni di età.
I sintomi della Malattia di Parkinson
I sintomi motori cardinali della Malattia di Parkinson sono rappresentati dalla bradicinesia, dalla rigidità e dal tremore a riposo, e sono dovuti principalmente alla degenerazione di una regione del cervello denominata Substantia Nigra (SN) dove sono localizzati neuroni pigmentati che producono la dopamina, un neurotrasmettitore chimico fondamentale per la corretta esecuzione del movimento. Quando i sintomi motori si rendono manifesti la degenerazione ha già interessato il 60-70% dei neuroni dopaminergici della Substantia Nigra. I principali fattori di rischio della MP sono l’età, il sesso maschile, l’esposizione a pesticidi e solventi, il non uso di caffeina e la storia familiare.
Malattia di Parkinson: le fasi
La Malattia di Parkinson evolve classicamente in tre fasi: iniziale (luna di miele), intermedia e avanzata. Grazie all’efficacia di numerosi farmaci dopaminergici i pazienti riescono ad avere una buona qualità della vita per almeno 5-10 anni; successivamente, a causa delle manifestazioni della fase avanzata (fenomeni on-off, movimenti involontari) la disabilità dei pazienti diviene grave con la necessità di ricorrere alle terapie della fase avanzata le quali, pur essendo molto efficaci, presentano un certo grado di invasità (terapie infusionali, terapia chirurgica).
Appare quindi importante un approccio terapeutico in grado di rallentare la progressione della malattia e per far questo occorre intervenire precocemente con farmaci neuroprotettivi.
Individuare in anticipo il processo neurodegenerativo
Una delle scoperte più importanti degli ultimi anni è rappresentata dalla dimostrazione che il processo neurodegenerativo alla base della MP inizia molti anni prima della comparsa dei sintomi motori e che spesso, durante questa lunga fase possono essere presenti manifestazioni non motorie. Queste scoperte hanno una notevole rilevanza poiché se si riuscirà a individuare i soggetti a rischio di sviluppare la malattia si potrà intervenire con farmaci neuroprotettivi.
Alla luce di queste nuove evidenze sperimentali la MP è stata recentemente suddivisa in tre fasi partendo dal presupposto che il processo neurodegenerativo possa iniziare molti anni prima della comparsa dei sintomi motori cardinali della malattia:
a) fase preclinica (il processo neurodegenerativo è già iniziato in assenza di sintomi o segni evidenti);
b) fase prodromica (presenza di segni e sintomi, ancora insufficienti per una diagnosi di MP);
c) fase clinica (diagnosi in base della presenza dei sintomi e segni motori classici).
La ricerca è molto attiva per cercare di sviluppare criteri attendibili per la diagnosi di Malattia di Parkinson prodromica; si tratta di criteri ancora utilizzati esclusivamente come strumento di ricerca perché bisogna comprendere la loro reale specificità e sensibilità e perché non sono ancora disponibili trattamenti sicuramente neuroprotettivi in grado di rallentare la progressione della malattia.
Inoltre, la velocità di progressione dalla fase prodromica alla fase clinica varia da paziente a paziente e non può essere prevista in modo affidabile a livello individuale e non esistono
ancora strumenti per identificare la MP prodromica con il 100% di certezza. La diagnosi di Malattia di Parkinson Prodromica deve pertanto basarsi su un concetto di probabilità.
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