Oltre la pillola …
La scelta di un contraccettivo per una donna è come la scelta di un vestito. non è mai lasciata al caso, e soprattutto non segue regole preordinate: come non esiste il vestito “giusto” per tutte le donne, non esiste neppure il contraccettivo “GIUSTO”.
Inoltre ci sono situazioni, momenti, occasioni diverse nella vita nelle quali indossare un vestito piuttosto che un altro. E lo stesso è per il contraccettivo: quello che si sceglie a vent’anni non è necessariamente adatto quando se ne hanno trenta e magari si sentirà la necessità di cambiarlo quando se ne avranno quaranta. Ma su una cosa tutte le donne concordano: la necessità di avere sempre il vestito giusto per sentirsi a proprio agio con se stesse e con la situazione che si vive; e lo stesso è per il contraccettivo.
Ecco perché oggi le scelte possibili si arricchiscono di un contraccettivo di nuova concezione. Si tratta di un impianto sottocutaneo, cioè un bastoncino, un polimero ottenuto con un’avanzata tecnologia, morbido, flessibile, lungo 4 cm. e largo 2 mm. (un fiammifero per intenderci), che contiene un farmaco, l’etonorgestrel, cioè un derivato sintetico ad azione progestinica, che viene rilasciato a piccolissime dosi in modo continuo e costante per un periodo di tre anni. Il progestinico entra quindi direttamente nella circolazione sanguigna andando ad inibire a livello ovarico la maturazione dei follicoli,e quindi bloccando l’ovulazione ed agendo anche sul muco cervicale rendendolo meno penetrabile dagli spermatozoi.
L’impianto viene inserito esclusivamente dal ginecologo , previa piccola anestesia locale sotto la cute nella parte interna del braccio (fig.1-2) con l’utilizzo di un applicatore pre caricato, sterile (fig. 5-6) e non lascia cicatrici. L’impianto risulterà invisibile, ma sempre palpabile con le dita, inoltre l’impianto è radiopaco cioè è visualizzabile mediante radiografia, ecografia e Tac e quindi sempre controllabile.
Questo contraccettivo non contiene estrogeni, fattore questo molto importante, perché consente l’utilizzo anche alle donne che presentano delle controindicazioni proprio all’uso degli estrogeni; per esempio donne che soffrono di emicrania con aura, con rischio cardiovascolare e/o trombotico, ipertensione grave, diabete complicato, obesità, forti fumatrici specie dopo i 35 anni, inoltre può essere utilizzato anche qualora si allatti o si sia appena avuto un aborto. Anche coloro che non tollerino l’assunzione di estrogeni possono trovare benefici nell’utilizzo dell’impianto sottocutaneo: infatti non si registra un significativo aumento del peso corporeo.
Prima di procedere all’inserimento dell’impianto è in ogni caso fondamentale un colloquio con il ginecologo che possa chiarire alla paziente anche gli effetti di questo contraccettivo sul ciclo mestruale. Infatti, con il contraccettivo in questione il rivestimento interno dell’utero (endometrio) rimane sottile, quindi lo “sfaldamento”, cioè la comparsa del ciclo, può non verificarsi. Mentre vi saranno donne (circa il 70%) che continueranno ad avere il ciclo, in un 30% di casi o il ciclo sarà saltuario o scomparirà: tuttavia la non comparsa del ciclo non deve preoccupare perché l’efficacia del contraccettivo è mantenuta. Peraltro questo tipo di contraccettivo raggiunge un’efficacia superiore al 99%, più affidabile dei contraccettivi orali (pillola) ed appare particolarmente indicato nei casi in cui si ricerchi una soluzione a lungo termine ma reversibile. Infatti in qualunque momento l’impianto può essere rimosso (sempre dal ginecologo) e ciclo e fertilità riprenderanno in brevissimo tempo (circa tre settimane).
Il momento giusto per inserire l’impianto dipende dal tipo di contraccezione adottata fino a quel momento:
– se non si assume alcun contraccettivo: inserimento dal 1° al 5° giorno del ciclo
– se si sta assumendo estro progestinici (pillola, anello, cerotto): inserimento nell’intervallo libero
– se si assume solo progestinici orali: inserimento in qualunque momento
– se si è portatrici di dispositivo intrauterino: inserimento nello stesso giorno della rimozione.
– post-aborto: inserimento nello stesso giorno
– post-partum: 21° – 28° giorno
In conclusione questo contraccettivo rappresenta una novità importante e offre alla donna e al ginecologo una possibilità in più di scelta, legata alla durata di protezione, tre anni, con evidente “alleggerimento mentale” e calo di ansia. Ci sono però dei limiti, infatti il prodotto è adatto in modo particolare alla donna che vuol programmare per lungo tempo e a differenza dei contraccettivi ad assunzione quotidiana (pillola), mensile (anello) o settimanale (cerotto), non è possibile assumere e sospendere autonomamente il contraccettivo, manca cioè l’autogestione.