Ortobiologia: tessuti e cartilagini nuovi per tornare in forma
Oggigiorno tutti vogliamo mantenere sempre più a lungo la forma fisica e la libertà di movimento. L’allungamento dell’aspettativa di vita e la pratica degli sport ?no ad età sempre più avanzata stanno, però, mettendo a rischio tutto ciò, causando una sempre più frequente usura da artrosi delle articolazioni e della cartilagine che le riveste.
Si deve quindi correre ai ripari. Come fare? Iniziamo a considerare le nostre anche, ginocchia e caviglie ?nalmente importanti tanto quanto gli altri organi, per i quali siamo già abituati da anni ad effettuare regolarmente accertamenti e cure preventive. Sono davvero convinto che sia arrivata l’ora della svolta!
Ortobiologia: Ortopedia + Medicina Rigenerativa
Oggi ciò è divenuto possibile tramite l’avvento della Medicina Rigenerativa, che, abbinata alla Ortopedia, ha portato alla formazione della Ortobiologia, disciplina nella quale, insieme ad altri pochi colleghi come me appassionati, già da anni promuoviamo la riparazione e la ricrescita dei tessuti utilizzando i nostri stessi tessuti e cellule e componenti, prima che si renda indispensabile la sostituzione delle articolazioni malate con giunzioni arti?ciali.
I precursori cellulari
Alla comparsa dei primi dolori o rigidità’ e scricchiolii, si prelevano alcuni precursori cellulari da tessuti quali il grasso, il midollo osseo ed il sottocute. Attraverso procedure mini-invasive, si aumenta la concentrazione di tali cellule iniettate ambulatorialmente (in anestesia locale) nelle articolazioni. Il ?ne è quello di risvegliare gli elementi cellulari dormienti in esse presenti, così da avviare la rigenerazione e la ricrescita della cartilagine, del muscolo o del tendine leso. Nel contempo si apportano importanti azioni anti-in?ammatorie e quindi antidolori?che. La letteratura ha già confermato la validità e la maggior durata dei risultati rispetto alle ben conosciute in?ltrazioni di acido ialuronico.
Lo Scaffold
Quando il danno è più avanzato ed ha determinato un vero e proprio “buco” lungo il pro?lo del femore, della tibia, dell’omero o dell’astragalo è possibile, in artroscopia, e, quindi solo tramite due tagli di pochi millimetri, introdurre uno “scaffold”, cioè’ una impalcatura, ad esempio di collagene – imbevuta delle cellule di cui ho parlato – per riempire il “difetto” e riparare il danno. L’articolazione ne riceve nuova vitalità’ e possibilità’ di riprendere ogni attività’ anche sportiva nell’arco di pochi mesi…sulle proprie gambe!!!
Considero questa una svolta epocale. Ho recentemente pubblicato gli ottimi risultati di queste tecniche da me sviluppate in riviste sia nazionali che internazionali. Continuo intensamente le ricerche, anche come membro dei comitati direttivi della Società Mondiale di Riparazione della Cartilagine; il percorso da compiere è lungo e il lavoro da fare è ancora tanto.
Dalla nostra abbiamo però l’entusiasmo di una equipe di lavoro in cui biologi, clinici di base, chirurghi ortopedici e riabilitatori si spronano ed aiutano l’un l’altro condivivendo esperienze e capacità per un successo condiviso.
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