Parkinson: serve dieta vegetariana e ipoproteica
Le malattie neurodegenerative – quali Parkinson e Alzheimer – necessitano di una dieta adeguata, sia in termini di prevenzione che di cura.
“Il ruolo della prevenzione – ha spiegato il Professor Aldo Quattrone, Presidente della Società Italiana di Neurologia presentando la Settimana Mondiale del Cervello 2015 – è cruciale nel caso delle malattie neurodegenerative; in ambito neurologico la prevenzione passa in primo luogo attraverso un corretto nutrimento del cervello, da intendersi tanto in senso stretto, come accorta e sana alimentazione, quanto in senso più ampio, come esercizio fisico e allenamento intellettuale, entrambe buone pratiche per prevenire l’invecchiamento cerebrale”.
Dieta e Parkinson
La malattia di Parkinson (MP) colpisce circa 200.000 persone in Italia. La MP è una patologia neurologica progressiva che causa la distruzione delle cellule che producono dopamina (neurotrasmettitore) nel cervello. La diminuzione della dopamina compromette i movimenti sia dei muscoli scheletrici che della muscolatura liscia del tratto gastrointestinale. Ne risulta, come conseguenza, lentezza dei movimenti (bradicinesia) con una marcia a piccoli passi, tremore a riposo e/o un rallentamento della peristalsi.
Levodopa, Parkinson e dieta vegetariana
La levodopa è il più importante farmaco utilizzato per la cura della Malattia di Parkinson. Per agire al meglio, però, è necessario uno specifico equilibrio tra dieta e Levodopa. I pasti, specie se ricchi di proteine, possono interferire sia con l’assorbimento della levodopa, sia con il suo ingresso nel cervello contribuendo alla diminuita efficacia del farmaco.
Vi sono numerose ragioni per ritenere importante l’uso di una dieta prevalentemente vegetariana a basso contenuto proteico nella Malattia di Parkinson. La ragione fondamentale è quella di facilitare l’assorbimento della levodopa contrastando così la diminuita efficacia post-prandiale che si osserva specie nelle fasi avanzate della malattia, causa di disabilità e rischio di cadute
I prodotti vegetali, inoltre, garantiscono un ricco apporto di fibre e l’elevato contenuto di carboidrati tipico di questo regime alimentare contrasta la perdita di peso corporeo che spesso affligge i pazienti con Morbo di Parkinson a causa dell’effetto combinato dei movimenti involontari e della difficoltà nella deglutizione. I cibi vegetali sono inoltre più facili da masticare, caratteristica fondamentale per pazienti nello stadio medio-avanzato del parkinsonismo, che presentano problemi di deglutizione. Infine, i minerali e le vitamine di cui i cibi vegetali sono ricchi, sono fondamentali per soddisfare il maggior fabbisogno di tali micronutrienti (soprattutto Vitamina C, D, E, ferro, calcio e magnesio) dei pazienti con MP.
Da queste considerazioni nascono alcune indicazioni relative a Parkinson e dieta fornite dalla Società Italiana di Neurologia e rappresentate qui di seguito.
Levodopa e dieta: interazione con le proteine
I pasti, specie se ricchi di proteine, possono interferire sia con l’assorbimento della levodopa, sia con il suo ingresso nel cervello contribuendo alla diminuita efficacia del farmaco.
Con il progredire della malattia, i pazienti iniziano a manifestare una riduzione della durata dell’efficacia della singola dose di levodopa. Privi di levodopa i pazienti sono in grado di muoversi solo molto lentamente o rimangono completamente bloccati.
Per contrastare al massimo queste fluttuazioni motorie, spesso post-prandiali, è stato da tempo consigliato ai pazienti di evitare l’assunzione di proteine nell’arco della giornata, limitandone l’assunzione a non più di dieci grammi prima del pasto serale, permettendo così al paziente lo sfruttamento ottimale dell’azione terapeutica della levodopa durante le ore diurne.
Dieta e Parkinson: le Fibre
La stipsi causata dalla malattia e/o dai farmaci per il suo trattamento è molto comune nel Parkinson. Poiché la stipsi cronica può aumentare il rischio di blocco intestinale e cancro al colon, è raccomandabile l’utilizzo di metodi sicuri per la sua prevenzione. Una dieta basata su prodotti vegetali è ricca in fibre che possono ridurre la stipsi e quindi il rischio di blocco intestinale e cancro al colon-retto. Una dieta in fibre, tuttavia, non è raccomandabile nei parkinsoniani che necessitano un rapido svuotamento gastrico per la presenza di fluttuazioni motorie post-prandiali.
Perdita indesiderata di peso corporeo
I pazienti con Parkinson, spesso a causa della comparsa di importanti movimenti involontari o per le difficoltà di deglutizione, perdono peso corporeo. Per contrastare la perdita di peso i pazienti devono consumare più calorie. Per far questo sono necessari pasti e spuntini frequenti, ed una dieta ad elevato contenuto di carboidrati. Una dieta vegetariana è idonea ad un simile programma alimentare, dal momento che è una dieta ad alto contenuto di carboidrati e basso contenuto di grassi, al contrario dei cibi animali, che contengono spesso molti grassi e proteine.
Il consumo di carboidrati è raccomandato nei pazienti parkinsoniani. I carboidrati dovrebbero costituire la quota alimentare maggiormente rappresentata poiché forniscono un adeguato apporto calorico, transitano rapidamente dallo stomaco all’intestino e stimolano la produzione di insulina che fa ridurre la concentrazione ematica di aminoacidi (che potrebbero competere con l’assorbimento della levodopa a livello cerebrale).
Difficoltà di masticazione e deglutizione
I pazienti nello stadio intermedio-avanzato del Parkinson possono presentare difficoltà a masticare cibo e/o a coordinare i movimenti della lingua in modo da disporre il cibo in modo corretto per la deglutizione. La normale peristalsi esofagea può essere rallentata comportando disfagia. I cibi vegetali sono più semplici da masticare rispetto a molti cibi carnei; i cibi vegetali possono anche essere tagliati a pezzetti, passati o ridotti in purè per fornire la migliore consistenza per i bisogni individuali, mantenendo inalterato il contenuto di fibre e sostanze fitochimiche.
Sostanze nutritive
I pazienti parkinsoniani tendono a presentare carenza di alcuni minerali come il calcio, il ferro o di alcune vitamine (D, C, E). I cibi vegetali sono ricchi in Magnesio e Vitamine. Fonti adeguate di Calcio e Vitamina D devono essere valorizzate nella dieta, potendovi essere un fabbisogno maggiore di tali sostanze nutritive in questa popolazione.
In conclusione: Parkinson e Dieta
Da queste considerazioni nascono alcune indicazioni dietetiche per migliorare la motilità dei malati parkinsoniani in terapia con levodopa:
- assumere una dieta ipoproteica. Per modeste fluttuazioni, le proteine potranno essere suddivise equamente durante il giorno. Per coloro che hanno fluttuazioni motorie più importanti, specie post-prandiali, la quantità maggiore di proteine, soprattutto animali (carne, pesce, uova), andrà assunta la sera;
- assumere la levodopa da 15 a 30 minuti prima dei pasti per favorirne l’assorbimento;
- con la dieta a contenuto proteico controllato (che si traduce spesso in una riduzione dei latticini) si può verificare una ridotta assunzione di calcio. Va prestata molta attenzione (eventualmente usando integratori di calcio) a raggiungere il fabbisogno giornaliero che nell’anziano è di 1000-15000 mg.
- aumentare le calorie in presenza di movimenti involontari e per prevenire una eccessiva perdita di peso, incrementando la quantità di carboidrati (pane, pasta, cereali) e di grassi insaturi (un cucchiaino di olio di oliva);
- per combattere la stitichezza consumare cereali integrati e 4-5 porzioni al giorno fra frutta e verdura;
- se in concomitanza all’assunzione della levodopa si manifestano discinesie disturbanti, si può assumere il farmaco durante i pasti, in modo da diminuirne l’assorbimento e, quindi, la concentrazione ematica.
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