Più peso più rischio di morte
Dal 1995 il National Institute of Health degli Stati Uniti d’America conduce uno studio medico-scientifico su un campione di dimensioni assolutamente significative in collaborazione con AARP, l’associazione dei pensionati statunitensi. Così nel 1995-96 sono stati inviati per posta 3.5 milioni di questionari a persone di età compresa tra 50 e 71 anni ottenendo oltre 500.000 risposte. Il questionario comprendeva una sezione dedicata alla nutrizione e domande sugli stili di vita. Nel 1996-1997 è stato successivamente inviato un questionario relativo ai cosiddetti Fattori di Rischio ed, ancora, a stili di vita e comportamenti. Tra il 2004 ed il 2006, sono stati inviati successivi questionari di controllo sullo stato di salute. Si tratta evidentemente di un patrimonio di informazioni immenso e prezioso che consente oggi di sviluppare studi epidemiologici di grande rilevanza.
Peso e mortalità: quale correlazione?
Uno di questi studi – guidato dal Dr. Kenneth F. Adams– è stato pubblicato in questi giorni dall’ American Journal of Epidemiology con il titolo “Body Mass and Weight Change in Adults in Relation to Mortality Risk”. Lo studio si occupa, in altre parole, della correlazione tra cambiamenti nella “massa corporea” e nel peso degli adulti e mortalità.
Per avere un quadro più chiaro dell’argomento, si tenga presente che l’indice di riferimento per la classificazione quantitativa degli eccessi di peso è il Body Mass Index (BMI), noto in italiano come Indice di Massa Corporea (IMC). Il BMI è uguale a “peso in kg/altezza in m2” e non è condizionato da variabili quali il sesso e la valutazione del peso ideale. Un BMI > 30 kg/m2 indica obesità. Un BMI < 18.5 indica sottopeso; tra 18.5 e 24.9 normopeso e tra 25 e 30 kg/m2 sovrappeso.
Tra il 1995 ed il 2009,nell’ambito delle 109.947 persone considerate, sono stati registrati 12.017 casi di morte. Il Body Mass Index – BMI è risultato essere correlato positivamente alla mortalità a qualsiasi età. In altre parole, lo studio ha mostrato una correlazione positiva tra aumento di peso e mortalità. I ricercatori americani hanno utilizzato i dati del National Institutes of Health-AARP Diet and Health Study per valutare la correlazione tra le dinamiche del peso in età adulta ed il rischio di mortalità. Nello specifico, il campione sul quale è stata sviluppata l’analisi (una parte del campione totale dello studio AARP) è composto da 109.947 persone caratterizzate dall’essere non fumatori e di età inferiore a 70 anni al momento in cui entrarono a far parte dello studio AARP nel 1995.
Body Mass Index: tenerlo sotto 25.0
Nello specifico, una correlazione più elevata è stata registrata per incrementi di peso avvenuti in intervalli di età compresi tra i 18 ed i 35 anni ed i 35 ed i 50 anni piuttosto che per incrementi di peso avvenuti nell’intervallo di età tra i 50 ed i 69 anni. Un rischio di morte più elevato si è registrato per quelle persone le quali hanno raggiunto o superato un Body Mass Index – BMI di 25.0 più presto negli anni.
Viceversa, il rischio di mortalità si è rivelato ai suoi livelli più bassi per quelle persone che hanno costantemente mantenuto un BMI al di sotto di 25.0. Un BMI iniziale più elevato ed aumenti di peso in età adulta giovane o media si sono invece rivelati fortemente correlati con il rischio di mortalità in persone di età tra i 50 ed i 69.