Prelievo di sangue: accortezze e precauzioni
Il prelievo di sangue – o, più esattamente, il “prelievo venoso” – rappresenta una delle procedure più comuni per ottenere i campioni biologici necessari per l’esecuzione degli esami di laboratorio.
Questa procedura è considerata terapia medica a tutti gli effetti e come tale la sua effettuazione è riservata a personale sanitario specializzato (medici, biologi e infermieri), con l’ausilio di materiali sterili (aghi, siringhe, provette) presso gli ambulatori pubblici e privati.
Come si esegue un prelievo di sangue ?
Il prelievo ematico viene svolto attraverso l’introduzione in vena di un ago, il diametro della sezione del quale si è nel corso degli anni notevolmente ridotto, con evidenti vantaggi per il paziente.
Il personale sanitario effettua il prelievo di sangue principalmente nell’avambraccio secondo precisi criteri e, nel caso in cui sia impossibile effettuare il prelievo in tale zona, si cerca di introdurre l’ago in zone sempre periferiche del corpo le quali presentino vasi sanguigni più visibili. Le zone più utilizzate in questa fase sono il dorso della mano e il polso.
Nei bambini, in pazienti in chemioterapia o terapia anticoagulante e nei pazienti che presentano particolari difficoltà per l’individuazione dell’accesso venoso vengono utilizzati aghi butterfly, di lunghezza inferiore e di diametro uguale o minore all’ago convenzionalmente in uso. E’ da evidenziare che gli aghi butterfly non vengono utilizzati per procurare meno dolore nell’atto del prelievo, come erroneamente la maggior parte dei pazienti ritiene, ma sono da ritenersi un supporto efficace nei casi sopra indicati esclusivamente per la loro maggiore maneggevolezza.
Prelievo di sangue: quali precauzioni ?
E’ bene ricordare che tra le varie pratiche mediche il prelievo del sangue è considerato semplice e privo di complicanze, pur tuttavia resta una pratica invasiva e niente affatto esente da ripercussioni psicologiche. È molto importante quindi instaurare con il prelevatore un rapporto di fiducia e un dialogo che consenta di riportargli serenamente eventuali timori, la paura del prelievo, la fobia dell’ago, la possibilità concreta di una perdita di sensi o il desiderio/necessità di svolgere il prelievo sdraiandosi sul lettino.
Il prelevatore sarà pronto ad accogliere tali problematiche e a porre in essere le necessarie misure precauzionali affinché il prelievo si svolga nel modo più opportuno e rassicurante possibile.
Preparazione al prelievo di sangue
Come prepararsi al prelievo di sangue ?
Le accortezze da applicare prima di un prelievo ematico sono le seguenti:
- osservare un digiuno di almeno 8/12 ore prima del prelievo evitando anche bevande, fatta eccezione per l’acqua naturale.
- evitare di fumare al mattino prima del prelievo.
- non assumere alcool nelle 12 ore che precedono il prelievo.
- non assumere farmaci nelle 12 ore precedenti il prelievo ad eccezione di prescrizione obbligatoria del medico o assoluta necessità; nei casi suddetti segnalare il tipo di farmaco assunto
al prelevatore. - nei giorni antecedenti il prelievo non modificare le proprie abitudini alimentari.
- evitare sforzi fisici intensi nelle 24 ore precedenti il prelievo.
- evitare l’eccessivo digiuno (oltre 24 ore) per la conseguente diminuzione di glicemia, colesterolo, trigliceridi, proteine, T3, T4 ed aumento di bilirubina, acido urico e creatinina.
Nei seguenti specifici casi è raccomandata l’assunzione di 2/3 bicchieri d’acqua di primo mattino e nell’ora che precede il prelievo del sangue:
- pazienti in Chemioterapia
- pazienti in Terapia Anticoagulante (TAO)
- pazienti con vene difficili
Accortezze dopo il prelievo ematico
Esistono alcuni accorgimenti da mettere in pratica subito dopo il prelievo di sangue:
- subito dopo il prelievo è assolutamente necessario tenere il braccio disteso, la mano aperta e premere il cotone sul punto di prelievo, senza strofinare, per almeno 5 minuti.
- se il paziente assume farmaci anticoagulanti (Sintrom, Coumadin, Eparina, Clexane, Cardioaspirina),
- se è in chemioterapia o in stato di gravidanza e in tutti quegli stati fisiologici o patologici in cui la coagulazione risulta rallentata, l’accortezza dovrà essere maggiore e sarà necessario dunque che la pressione sul cerotto venga esercitata per 8/10 minuti.
- evitare di portare pesi e compiere sforzi con il braccio sul quale è stato effettuato il prelievo nei primi minuti successivi allo stesso.
- consigliamo alle persone più emotive, ai bambini e alle donne in gravidanza di soffermarsi in sala d’attesa per alcuni minuti dopo il prelievo e di avvisare immediatamente il personale del laboratorio in caso di qualsiasi disturbo.
E’ importante ricordare che il prelievo è e resta comunque un evento traumatico per il vaso sanguigno e che è da ritenersi probabile la comparsa di fenomeni post traumatici quali ecchimosi (livido) o edemi (lieve gonfiore).
Non allarmarsi eccessivamente dunque per il verificarsi di questa evenienza poco gradevole ma dalla prognosi assolutamente benigna e applicare una pomata specifica come Arnica, Reparil, Hirudoid, Lasonil. Nei casi più difficili, ripetere l’applicazione 2 volte al giorno per un paio di giorni.
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