Psoriasi: non solo questione di pelle
L’84% dei pazienti con psoriasi da moderata a severa è vittima di discriminazioni e umiliazioni e molti di loro (40%) vengono insistentemente fissati in pubblico. Inoltre, i pazienti nutrono aspettative molto scarse per quanto riguarda la possibilità di ottenere una pelle libera da lesioni (Clear Skin).
Questi i risultati del sondaggio – il più numeroso fino ad oggi effettuato – realizzato da Novartis interrogando i pazienti affetti da psoriasi in 31 nazioni: in tutto 8.300 persone delle quali 639 italiane.
Il sondaggio dimostra anche che quasi la metà delle persone con psoriasi (45%) si è vista chiedere se la malattia fosse contagiosa. Il 16% dei partecipanti ammesso di nascondersi dal mondo come meccanismo di coping. Il 55% degli intervistati che afferma di non credere che la pelle libera o quasi libera da lesioni sia un obiettivo realistico.
Dai dati, inoltre, emerge che il 53% considera la riduzione del prurito uno dei principali obiettivi del trattamento, mentre il 33% degli intervistati aspira solo a una riduzione della sensazione di dolore.
Psoriasi e relazioni interpersonali
Gli intervistati italiani hanno inoltre raccontato le proprie sensazioni associate alla patologia: circa il 40% si sente in imbarazzo; 1 paziente su 3 si vede poco attraente e si vergogna della propria pelle.
La psoriasi influisce negativamente sulle relazioni interpersonali: ne è convinto il 46% degli intervistati tra i quali, il 33% ritiene di non sopportare lo sguardo degli altri e ancora 1 paziente su 3 si sente inadeguato come partner. Infine le principali attività che i pazienti vorrebbero presto tornare a riprendere sono: andare al mare e prendere il sole (circa il 60%), e nuotare (circa il 48%).
“Nonostante i dati mostrati da questo sondaggio rivelino scetticismo nei confronti della possibilità di tornare ad avere una Clear Skin, tutti i pazienti ne hanno diritto – ha affermato Giampiero Girolomoni, Presidente SIDeMaST e Professore Ordinario di Dermatologia dell’Università di Verona – il nostro compito di dermatologi è di stare a fianco dei pazienti esortandoli a pretendere di più e a non accontentarsi se non di una pelle libera da lesioni”.
La psoriasi: che cos’è?
Si tratta una diffusa malattia autoimmune cronica, non contagiosa, che colpisce fino al 3% della popolazione mondiale. La psoriasi a placche – il tipo più comune – si presenta sotto forma di chiazze rosse in rilievo, ricoperte da uno strato bianco/argenteo di cellule cutanee morte. La psoriasi non è semplicemente un problema estetico, ma una malattia cronica, persistente e spesso invalidante, che può compromettere anche gli aspetti apparentemente meno importanti della vita quotidiana delle persone.
Fino al 30% dei pazienti con psoriasi ha sviluppato – o svilupperà in futuro – artrite psoriasica, una patologia che colpisce anche le articolazioni, causando sintomi debilitanti inclusi dolore, rigidità e danno articolare irreversibile. La psoriasi è anche associata ad altre malattie gravi, come il diabete, le patologie cardiache e la depressione.
Psoriasi a placche
Esistono diversi tipi di psoriasi. La psoriasi a placche che, con il 90% dei casi, rappresenta la forma più diffusa di questa patologia, si presenta sotto forma di chiazze rosse in rilievo – coperte da uno strato bianco/argenteo di cellule cutanee morte – che sono spesso pruriginose e dolorose e possono screpolarsi e sanguinare. Queste macchie – o placche – si sviluppano con maggiore frequenza sul cuoio capelluto, sulle ginocchia, sui gomiti e sulla parte bassa della schiena.
Più di un terzo delle persone affette da psoriasi a placche soffre di una forma da moderata a severa, che può essere difficile da trattare3,4. I sintomi della patologia sono considerati di entità da moderata a severa quando è interessato oltre il 10% della superficie corporea, o quando sono coinvolte zone sensibili o in vista del corpo – come le mani o i piedi (psoriasi palmo-plantare) o il viso – con un notevole, conseguente impatto sulla qualità della vita.
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