Scuola

Scuola: largo all’innovazione

VIDEO Lorenzo Sciarretta: la Scuola che Vorrei – Festival dei Giovani di Gaeta

La scuola è il centro del futuro di ogni Paese. Ogni giorno in migliaia di istituti l’Italia gioca la sua partita più importante ovvero quella di disegnare il proprio futuro, formando le nuove generazioni. Questa formazione, purtroppo, molte volte passa attraverso l’assioma “imparare per memorizzare”, imparare per non sbagliare, attraverso lezioni piatte e frontali. Invece, la missione della scuola dovrebbe svilupparsi attorno alla frase “imparare per capire”, capire per essere pronti al mondo che c’è al di fuori delle classi, attraverso attività laboratoriali ed interattive.

Premiare l’intraprendenza

Bisognerebbe iniziare a costruire una scuola dove non si abbia paura delle parole “emozione” e “passione”, dove l’intraprendenza venga premiata e la creatività e l’immaginazione vengano sollecitate. Un luogo aperto dove le idee degli Studenti siano stimolate e tradotte in fatti. Un luogo dove ogni ragazzo possa dare il meglio di se senza aver paura di sbagliare ma avendo l’intenzione di rischiare.

Scuola e territorio

Nelle periferie le scuole giocano un ruolo fondamentale, lì il loro impegno non è soltanto con i ragazzi ma è anche nel far riemergere il territorio che le circonda. Proprio là, la partita che si gioca ogni mattina è doppiamente importante come è doppio l’impegno di tutte quelle scuole che decidono, con mille sforzi, di rimanere aperte anche il pomeriggio per diventare reali poli di formazione.

Al mio Liceo, il Liceo A. Righi di Roma, ci stiamo provando. Tramite una campagna di crowdfunding ed attività studentesche abbiamo raccolto 10.000€, con i quali abbiamo creato un centro culturale, un luogo per incontrarsi ed incontrare dove organizzare conferenze, dibattiti, workshop e corsi…
Il Centro Culturale è un modello di scuola che si vuole aprire al “territorio” una parola che ci rimanda a discorsi politici molto ideologici, una parola che invece al Righi tocchiamo sempre più con le nostre mani.

Ci sono molti esempi di scuole innovative e di professori innovatori. Ma sono anche innovatori i tutori della cosa pubblica, ovvero i politici, che disegneranno il futuro dell’Italia?
Ogni giorno il personale, studenti e genitori scendono in campo per migliorare le strutture e l’offerta delle proprie scuole, sostituendosi, in un certo senso, alle Istituzioni.

Qual è il limite da non superare? Attraverso una serie di interviste proveremo a scoprirlo. Clicca qui sotto:

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Lorenzo Sciarretta

Parto dai difetti. Non riesco a star seduto e fermo, devo muovermi sempre per imparare facendo. Non mi piace star ad ascoltare, devo sempre dire la mia. Ma fortunatamente sono sopravvissuto per 18 anni. Da tre anni sono Rappresentante d’Istituto del Liceo A. Righi di Roma, dove porto avanti progetti per innovare e far vivere attivamente agli studenti la loro scuola. Da poco sono Consigliere del Consiglio dei Giovani della Città Metropolitana di Roma, e così, tra una cosa e l’altra, finisco sempre per discutere di scuola. Un signore un giorno mi disse “Quando arriverai alla mia età, capirai”. Mi dovrei preparare al peggio? Non ce la faccio, voglio intraprendere al meglio.