Tatuaggi all’hennè? Attenti alla para-fenilendiammina (PPD)
I tatuaggi all’hennè possono presentare rischi per la pelle. La causa sarebbe la para-fenilendiammina (PPD) che può essere aggiunta all’hennè per rafforzarne il colore. Lo afferma uno studio realizzato dall’Università degli Studi di Perugia pubblicato sulla rivista International Journal of Environmental Research and Public Health.
“L’uso di tatuaggi temporanei all’hennè – evidenzia la prof.ssa Susanna Esposito, professore ordinario dell’Università degli Studi di Perugia – è ormai una moda molto diffusa nel nostro Paese soprattutto in estate. Da evidenze scientifiche emerge che la sostanza chiamata para-fenilendiammina (PPD) che spesso viene aggiunta all’hennè naturale per ottenere un colore più scuro e duraturo, per le sue caratteristiche molecolari può indurre sensibilizzazione cutanea con varie manifestazioni cliniche alle ri-esposizioni, tra cui la più comune è la dermatite allergica da contatto. Nelle persone allergiche al composto, in particolare, il tatuaggio temporaneo può scatenare reazioni violente con gonfiore e rossore, mentre in chi ha una pelle molto sensibile e delicata può dare origine a una dermatite irritativa più lieve, ma altrettanto fastidiosa”.
Tatuaggi all’Hennè e para-fenilendiammina (PPD)
La para-fenilendiammina (PPD) è infatti un potente allergene da contatto. Si tratta di un colorante blu scuro vietato, secondo la legislazione europea, per uso cosmetico ad eccezione delle tinture per capelli ove è consentita a basse concentrazioni, fino al 6%. E’ poi previsto che siano sempre indicate sull’etichetta apposite avvertenze.
“La sensibilizzazione alla PPD – avverte Susanna Esposito – è un fenomeno in crescita nei bambini e negli adolescenti. La causa più comune sembra essere proprio l’esposizione ai tatuaggi con hennè in cui la PPD può essere presente in concentrazioni sconosciute o alte.
Secondo i risultati emersi, nel 50% dei casi presi in esame i tatuaggi all’hennè provocano manifestazioni cutanee come prurito, eritemi, vescicole e bolle, orticarie, o reazioni sistemiche come linfoadenopatie e febbre entro uno o due giorni dalla prima applicazione. Nel restante 50%, invece, i sintomi compaiono solo dopo un ritocco – mostrando quindi una sensibilizzazione cutanea alla para-fenilendiammina (PPD) presente nell’hennè – fino a 72 ore dall’effettuazione del tatuaggio.
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