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Ti sei rotto il menisco? No, l’ho appena suturato

In un paese in cui tutti parlano o leggono di calcio, tutti oramai sanno che le le lesioni dei menischi si operano in artroscopia. Forse, però, alcuni non  sanno che anche l’artroscopia chirurgica del ginocchio, decisamente il “simbolo” delle tecniche chirurgiche mininvasive, continua a fare passi avanti e così anche la riparazione di quelle nobili strutture che ci consentono di sostenere i traumi alle ginocchia ha vissuto, nel corso degli anni, una vera e propria rivoluzione.

Operare il menisco in artroscopia

Facciamo un passo indietro in modo da essere chiari a tutti.

I menischi all’interno del ginocchio sono due, uno interno ed uno esterno. Si tratta di due sottili, ma molto resistenti, strutture a forma di “C”, una un pò più aperta una un pò più chiusa, in fibrocartilagine. Quindi un insieme di più tessuti, fibroso e cartilagineo, che ne rappresenta l’elemento particolare perché permette di coniugare resistenza ed elasticità, stabilità e mobilità.

In un movimento di torsione o di accovacciamento o di piegamento mal effettuati, i menischi rimangono schiacciati tra il femore sopra e la tibia sotto. Ne possono scaturire lesioni di tutte le forme ed estensioni: radiale, longitudinale, verticale, a “flap” o a “manico di secchio”.
Posta la diagnosi di rottura del menisco, mediante una accurata visita di uno specialista ortopedico e, se necessario, mediante una risonanza magnetica del ginocchio, può rivelarsi necessario il ricorso all’intervento in artroscopia. Ed ecco le novità: una riguardante l’anestesia e l’altra la vera e propria chirurgia.

Menisco in artroscopia: suturazione in anestesia locale

Per quanto riguarda la prima, non è più necessario ricorrere, come si faceva un tempo, ad anestesie generali o spinali, ma e’ piu’ che sufficiente effettuare una anestesia locale che consente di “addormentare” la parte e quindi effettuare in tutta tranquillità l’intervento, magari, per i più coraggiosi, continuando a chiacchierare con il chirurgo mentre sul monitor televisivo si vedono scorrere le immagini dell’interno del proprio ginocchio.

Per quanto riguarda l’atto chirurgico, le novità si fanno ancor più di rilievo. Un tempo, accertata la lesione, si provvedeva a rimuovere tutto il menisco danneggiato. Oggi, assolutamente non più. E, non ci si accontenta, neanche più di rimuovere il solo pezzetto danneggiato. Infatti, gli specialisti più esperti nella chirurgia artroscopica, oggigiorno vogliono riparare, in tutto e per tutto, le lesioni meniscali. E per far questo, sempre nei pochi minuti dell’artroscopia, provvedono a suturare le lesioni e reinserire nella loro sede originale le porzioni danneggiate del tessuto meniscale.

Viene spontaneo gridare Evviva Evviva: l’articolazione danneggiata ritorna alla sua integrità, si allontana lo spettro di dover smettere di praticare lo sport più amato e si scongiura il rischio di vedere l’articolazione colpita e distrutta dall’artrosi.

Dimenticavo un dettaglio tutt’altro che trascurabile: concluso il “lavoretto” e terminato di vedere in sala operatoria il film “viaggio all’interno del mio ginocchio”, riprese le energie, ci si alza e si ritorna a casa sulle proprie gambe.

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fabiosciarretta@laboratorionomentano.it'

Fabio Sciarretta

Il Dott. Fabio Sciarretta è specializzato in Ortopedia e Traumatologia presso l’Università di Roma “La Sapienza”. Chirurgo ortopedico, ha prestato servizio in qualità di dirigente sanitario presso l’Ospedale San Giovanni Battista di Roma, presso il Reparto di Ortopedia e Traumatologia dell’Ospedale Civile di Velletri e presso l’Ospedale Israelitico di Roma. Svolge attualmente la sua attività professionale presso diverse case di cura romane. E’ stato relatore in oltre 40 congressi nazionali ed internazionali ed ha al suo attivo 38 pubblicazioni.

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