Tumori Solidi: possibili nuovi farmaci dalla ricerca italiana
La farmacologia antineoplastica potrebbe arricchirsi di nuovi strumenti terapeutici selettivi. Frutto della collaborazione tra Università Cattolica, Policlinico Gemelli e CNR l’identificazione di una molecola brevettata in grado di inibire selettivamente l’attività della proteina-chinasi NEK6, bloccando la proliferazione delle cellule tumorali. I risultati dello studio pubblicati su Scientific Reports.
I numeri del cancro
Secondo i più recenti dati epidemiologici (I numeri del cancro in Italia, VIII edizione 2018), complessivamente in Italia ogni giorno circa mille persone ricevono una diagnosi di tumore maligno e le malattie neoplastiche rappresentano ancora la seconda causa di morte (29% di tutti i decessi) dopo le malattie cardiovascolari (37%). In particolare, i dati ISTAT indicano il carcinoma del polmone come prima causa di morte oncologica nella popolazione italiana generale, seguito dal carcinoma del colon-retto e dal carcinoma della mammella femminile. Il tumore dell’ovaio, al nono posto tra le forme tumorali, a fronte di un’incidenza relativamente bassa, rappresenta la principale causa di morte per tumore ginecologico.
Proteina NEK6 e tumori
“Il nostro gruppo di ricerca si è occupato negli ultimi anni del ruolo della proteina NEK6 nel tumore dell’ovaio, dimostrando come elevati livelli di espressione nel tessuto tumorale si correlino con una prognosi sfavorevole e una scarsa risposta al trattamento di prima linea”, spiega la dottoressa Daniela Gallo del Policlinico Gemelli.
In realtà, anche altre studi hanno focalizzato nel tempo il ruolo della proteina NEK6 nei tumori solidi. Il problema è quello di identificare meccanismi che ne possano bloccare l’azione.
“Sulla base di tali rilevanze cliniche e in considerazione del ruolo di NEK6 nella progressione del ciclo cellulare e nella crescita ancoraggio-indipendente, abbiamo ipotizzato che tale proteina potesse costituire un target interessante e promettente per nuove terapie antitumorali personalizzate – ha spiegato la dottoressa Maria Cristina De Rosa del CNR – Grazie all’utilizzo dei più recenti metodi di chimica computazionale, che permettono di testare virtualmente milioni di composti al computer, abbiamo identificato una serie di molecole con putativa attività inibitoria per NEK6”.
Possibili nuovi farmaci per i tumori solidi
Dai successivi test di tali molecole, sono sorte ipotesi di nuovi possibili trattamenti farmacologici.
“I composti così individuati sono stati quindi testati in vitro con differenti tecniche per la conferma dell’attività farmacologica – aggiunge la dottoressa Marta De Donato del Policlinico Gemelli – e successivamente valutati su un pannello di linee cellulari rappresentative di differenti tumori solidi (polmone, colon, mammella e ovaio), dimostrando un’interessante attività anche in associazione a farmaci antineoplastici di comune uso clinico, quale il cisplatino”.
“Il composto individuato rappresenta un capostipite per l’individuazione di molecole di potenziale sviluppo clinico per approcci terapeutici personalizzati in campo oncologico”, conclude il professor Giovanni Scambia del Gemelli.