La mano è entrata nel ” tunnel carpale “: come uscirne ?
Capita spesso di leggere sui quotidiani di informazioni riguardanti la sindrome del tunnel carpale. Chi ne soffre lamenta fastidiosi formicolii alle dita, dolori e crampi della mano, soprattutto durante le ore notturne, spesso così’ forti da svegliare l’ammalato rendendogli difficile riposare ed accompagnati da una perdita od una diminuzione della forza della mano stessa.
La sindrome del tunnel carpale interessa un gran numero di persone, dall’1% al 5% della popolazione generale. Specialmente donne in età media, e soprattutto persone che svolgono un lavoro che comporta un uso, anzi uno sforzo continuo, dei polsi e delle mani, come le casalinghe, o gli artigiani, i macellai, gli elettricisti, i sarti o gli impiegati che utilizzano a lungo il mouse. E’ quindi, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, una patologia estremamente frequente, perché legata anche all’uso dei più’ moderni sistemi di comunicazione.
Le caratteristiche della Sindrome del Tunnel Carpale
Spesso per il tunnel carpale non si riconosce una causa precisa, ma un insieme di fattori che, in associazione all’ispessimento del legamento trasverso del carpo, determinano un aumento della pressione all’interno del canale carpale e la conseguente sintomatologia. Infatti, la sindrome del tunnel carpale e’ così chiamata perché e’ localizzata a livello di un tunnel situato nel palmo della mano compreso tra le ossa del polso ed il legamento appena citato, il traverso del carpo, che ne forma il tetto. All’interno del tunnel carpale scorrono i tendini flessori delle dita ed il nervo mediano, che e’ un nervo sensitivo e motore, che trasmette la sensibilità delle prime tre dita e comanda l’innervazione del muscolo che fa opporre il pollice alle altre dita.
Quando la sindrome esordisce causa alterazioni vaghe ed indistinte della sensibilità che si verificano al risveglio o durante la notte. Tale fase iniziale ha una durata estremamente variabile, anche vari anni.
Perché di notte? Perché mentre si è a letto si verifica una maggiore compressione dei vasi con conseguente comparsa di un edema che, pur provocando variazioni millimetriche, dato lo scarso spazio a disposizione, può determinare una compressione del nervo. Quando tale compressione nervosa si aggrava al formicolio delle prime tre dita della mano si associa una diminuzione sempre più marcata della forza della presa anche a causa della ipotrofia muscolare della massa muscolare dell’eminenza tenar alla base del pollice. In questa fase diventa quindi difficilissimo “prendere” o “stringere” oggetti.
Tunnel Carpale: Diagnosi e Terapia
La terapia iniziale di questa sindrome può’ essere medica, per controllare il dolore e migliorare la funzione nervosa, o riabilitativa, con applicazioni quali la laserterapia atte a ridurre lo stato infiammatorio locale.
Nella maggioranza dei casi, tuttavia, giunti ad una diagnosi clinica conclusiva, associata ad una conferma attraverso l’elettromiografia della gravità della compromissione del nervo, il trattamento diventa chirurgico. Esso consiste nell’apertura del tunnel mediante la sezione del legamento traverso del carpo e nella riduzione della compressione del nervo e nella sua accurata liberazione. L’intervento, effettuato ambulatorialmente, è risolutivo e garantisce una risoluzione tanto più rapida dei disturbi quanto più tempestivamente si è giunti all’osservazione e si è posta la diagnosi.
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