Vaccini: vite salvate e tesoretto per il SSN
Grazie alle vaccinazioni, negli Usa sono stati risparmiati 1,38 trilioni in 20 anni ed evitati 732mila morti. Questi questi i dati emersi al Congresso Italiano di Pediatria del 2015. Oltre ad essere un vero e proprio tesoro in grado di evitare gravi malattie, handicap e morti sia in bambini che in adulti, i vaccini rappresentano dunque anche un ‘tesoretto’ da centinaia di milioni di euro, se non miliardi, in termini di costi risparmiati ogni anno dal SSN e dalla società in generale.
Vaccini: i dati Usa
Louis Bell, capo della divisione di Pediatria del Children’s Hospital di Philadelphia, istituzione ‘ospite’ del Congresso ha spiegato come: “i benefici dei vaccini negli Usa tra il 1994 e il 2013 sono stati calcolati in 322 milioni di casi prevenuti, 21 milioni di ricoveri evitati e 732mila morti risparmiate. In termini economici i vaccini hanno permesso di risparmiare 295 miliardi di costi diretti e 1,38 trilioni di dollari di costi indiretti”.
Altrettanto precisi sono i calcoli dei ‘costi del non vaccinare’ negli Usa, calcolati in uno studio che ha come prima firma Charlotte Moser, sempre del Children’s Hospital. I 107 casi di morbillo del 2011 ad esempio hanno avuto costi indiretti stimati tra i 2,8 e i 5,5 milioni di dollari.
I dati italiani
Per quanto riguarda l’Italia, pur mancando cifre totali sui vantaggi dei vaccini, ci sono diverse ricerche significative. Secondo i calcoli di Alberto Villani, vicepresidente SIP, ad esempio, i circa 150 casi di meningite da meningococco prevenibili in Italia (di cui il 10% mortale) costano al SSN tra i 17 e i 21 milioni di euro, mentre per quel 10-20% di casi gravi la cifra sale e arriva tra i 18 e i 47 milioni di euro.
“I vantaggi economici dei vaccini sono fuori discussione – ha sottolineato Paolo Bonanni, Ordinario di Igiene dell’Università degli Studi di Firenze – noi ad esempio abbiamo calcolato che solo per il vaccino monovalente per la varicella ogni euro investito ne fa risparmiare più di tre in termini di costi per la società, che comprendono sia i costi diretti sanitari, sia i cosiddetti ‘costi indiretti’ (giornate di lavoro perse dai genitori per assistere i figli)”. In Italia, sottolinea l’esperto, solo poco più della metà delle Regioni offre il vaccino per la varicella gratuitamente.
Anche per l’influenza ormai ci sono diverse evidenze su quanto si risparmierebbe con una immunizzazione più estesa. Tutto il mondo, sottolinea Susanna Esposito, Direttore dell’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura della Fondazione Ca’ Granda di Milano, sta andando verso la copertura vaccinale per l’influenza anche nei bambini sani. “Negli Usa già da otto anni a partire dai sei mesi di vita vaccinano tutti – spiega – in Finlandia immunizzano dai sei mesi ai tre anni, e in Gran Bretagna dalla scorsa stagione si vaccinano tutti i bambini, anche quelli sani, dai 4 ai 10 anni di età. Quest’ultimo è un ragionamento che vedrei bene anche da noi: un bambino di sei mesi se non va al nido trae minori vantaggi dal vaccino, idem uno di tre anni, ma se frequentano l’asilo allora la vaccinazione permette di ridurre le complicanze mediche e i costi sociali legati all’influenza”.
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